Letter from NY
October 2025
Il clima politico negli Stati Uniti è oggi segnato dall’omicidio di Charlie Kirk, noto attivista di estrema destra e fondatore dell’organizzazione Turning Point USA. Kirk è stato assassinato il 10 settembre, con un colpo d’arma da fuoco, mentre teneva un discorso alla Utah Valley University. Data la sua fama e le sue strette connessioni con l’universo MAGA (Make America Great Again) di Donald Trump, la sua morte ha scatenato un’ondata di reazioni pubbliche e mediatiche.
Tra le voci più sorprendenti vi è quella di Ezra Klein, opinionista del New York Times storicamente allineato con i valori del Partito Democratico. In un articolo intitolato “Charlie Kirk Was Practicing Politics the Right Way”, ovvero, “Charlie Kirk praticava la politica nel modo giusto”, Klein dipinge Kirk come un esempio di partecipazione democratica, lodando la sua volontà di confrontarsi con chi aveva opinioni diverse, in nome della libertà d’espressione. Simili commenti sono arrivati anche da esponenti di spicco come il governatore del Partito Democratico della California Gavin Newsom, che ha elogiato la capacità di Kirk di coinvolgere i giovani nel dibattito politico.
Commenti del genere oscurano la verità sul personaggio di Charlie Kirk. Kirk non era un promotore del dialogo democratico. La sua attività pubblica si basava sull’organizzazione di eventi universitari pensati non per stimolare un confronto, ma per umiliare studenti progressisti davanti a un pubblico di sostenitori. Gli eventi venivano registrati e pubblicati su YouTube con titoli provocatori come: “Charlie Kirk distrugge le bugie della sinistra” o “Studente conferma il lavaggio del cervello nelle università”. Questi video diventavano virali tra un pubblico di destra, alimentando un’economia dell’indignazione e della derisione.
La piattaforma di Kirk non ha promosso lo scambio di idee, bensì un’immagine di eroismo attorno ad una figura pubblica che sosteneva l’abolizione dell’aborto e il genocidio di migliaia di Palestinesi, così legittimando le idee dell’estrema destra.
Non bisogna poi dimenticarsi delle attività della sua organizzazione Turning Point USA. Sotto la guida di Kirk, Turning Point USA ha dato vita a progetti come la Professor Watchlist, una vera e propria lista nera contenente nomi, indirizzi email, numeri di telefono e luoghi di lavoro di professori universitari accusati di avere opinioni “non in linea” con i valori MAGA. Questa lista ha portato a campagne di molestie e minacce nei confronti di questi professori, alcuni dei quali hanno dovuto lasciare il proprio posto di lavoro.
Kirk è stato anche tra i promotori del raduno del 6 gennaio 2021 a Washington, organizzando pullman per trasportare manifestanti, molti dei quali hanno poi preso parte all’assalto al Campidoglio. E quando il marito della speaker democratica Nancy Pelosi venne brutalmente aggredito, Charlie Kirk fece un appello nel suo podcast affinché qualcuno pagasse la cauzione per l’assalitore.
Ezra Klein, nel suo articolo sul New York times, vede l’uccisione di Kirk come un’escalation della violenza politica. A questo punto però bisogna chiedersi: di quale violenza sta parlando il pubblico americano? Come mai l’uccisione di un uomo ha sollevato ondate di polemica in difesa dei suoi ideali neofascisti, ma il genocidio di Gaza non suscita lontanamente la stessa indignazione? Lo stesso vale per tanti altri gruppi per cui l’organizzazione di Kirk, Turning Point, ha promosso campagne sostenendo la restrizione o cancellazione di diritti civili. Il tasso di mortalità di donne durante il parto è significativamente salito in stati che hanno bandito l’aborto. Molti immigrati che vivevano a Los Angeles che sono stati prelevati da poliziotti senza mandati di arresto sono poi morti in custodia della polizia in circostanze poco chiare. Per queste persone, però, non c’è stato lontanamente lo stesso sollevamento. Come mai la vita di alcune persone vale così tanto di più della vita di altre?
A pochi giorni dalla sua uccisione, la principale preoccupazione delle persone e delle organizzazioni vicine a Kirk sembra essere la monetizzazione della sua morte. Turning Point ha subito iniziato una campagna di richieste di donazioni. «Mi rifiuto di lasciare morire il movimento che Charlie ha costruito. Crescerà ancora — più forte, più audace, più rumoroso. Unisciti a me», recita un messaggio del 14 settembre firmato dalla moglie di Kirk, con un link a una pagina di raccolta fondi che suggerisce donazioni dai 25 ai 100.000 dollari.
Turning Point ha inoltre trasformato il proprio sito web in un memoriale per Kirk — con un pulsante per le donazioni ben visibile. «La visione di Charlie. Il futuro dell'America. La lotta continua», recita il testo sopra il pulsante. Cliccando sul link, il sito propone importi di donazione che vanno da 50 a 50.000 dollari.
Alla voce dell’organizzazione e della moglie, si è unita la voce del figlio del presidente Donald Trump. Donald Trump Jr., ha pubblicato un’altra richiesta di donazioni il 17 settembre. Il messaggio include una foto di Kirk insieme al giovane Trump durante un viaggio in Groenlandia. «Ciao, sono Don Jr. Abbiamo appena perso un leader, un combattente e un uomo il cui carattere e la cui convinzione erano rari. E io ho perso un fratello. Charlie forse non è più con noi nella battaglia. Ma la sua memoria sì», si legge nel messaggio. «Assicuriamoci che la sua voce non venga mai messa a tacere, mai dimenticata. Farai una donazione in onore di Charlie?» Come questi fondi verranno usati di preciso non viene specificato.
Nel frattempo, è apparso online un sito web anonimo che raccoglie “denunce di estremismo anti-Kirk”, invitando il pubblico a segnalare chiunque abbia espresso commenti irrispettosi sulla sua morte. In pochi giorni, il sito, chiamato originariamente Smaschera gli assassini di Charlie, poi rinominato Fondazione Dati Charlie Kirk, avrebbe raccolto oltre 63.000 segnalazioni, molte delle quali contenenti informazioni personali e dati sensibili come l’indirizzo di casa o il posto di lavoro. Lo stesso vicepresidente Vance ha fatto un appello pubblico per denunciare chi si esprime in termini favorevoli sulla morte di Kirk ai loro datori di lavoro. Sembra che molte persone, negli Stati Uniti, siano state licenziate durante la scorsa settimana per aver espresso soddisfazione per la morte di Kirk.
Questi eventi dipingono un quadro inquietante della scena politica americana. Da un lato, le reazioni pubbliche alla morte di Kirk mettono in risalto una tendenza preoccupante del Partito Democratico, che negli ultimi mesi sembra si stia spostando sempre più a destra in un tentativo di “rincorrere” il movimento MAGA e riprendersi alcuni dei voti persi nelle ultime elezioni. Questa strategia, però, sta facendo crescere il senso di alienazione dei cittadini americani con valori di sinistra, i quali da tempo si riconoscono sempre meno nel Partito Democratico. Tra queste persone ci sono molti giovani, che stanno perdendo completamente la fiducia nel sistema politico.
Dall’altro lato, la vicenda della morte di Charlie Kirk rivela verità allarmanti sull’estrema destra americana alla guida del paese. Da un movimento pronto a strumentalizzare addirittura l’omicidio di un loro beniamino a scopi di lucro e propagandistici non ci si può aspettare nulla di buono.