24 settembre 2025
Trent'anni senza Alexander Langer
Trent'anni senza Alexander Langer - Il ricordo di Sabri Najafi
3 Luglio oggi 30esimo anniversario della morte di Alexander Langer “costrittore di ponti”
La figura di Langer oggi piace molto ai giovani. Lo sentono attuale, vero, coerente. Offre loro un’idea di politica così diversa e bella rispetto alla decadenza e alle miserie viste negli ultimi decenni. La forza di Alex sta nel fatto che viveva coerentemente con ciò che diceva. La vita e la politica le aveva prese sul serio.
Pace e ambiente, risoluzione nonviolenta dei conflitti e transizione ecologica, sono i due binari su cui correva la locomotiva Langer (la velocità di lavoro, le corse per rispondere a tutte le richieste, erano le uniche incoerenze che si concedeva, rispetto al suo lentius, che valeva per gli altri, mantenendo per sé solo il profundius e il suavius). L’attualità del suo pensiero è impressionante.
Ma c’è un’avvertenza, che voglio esplicitare.
Nessuno è legittimato a servirsi dei suoi scritti di anni fa, o di sue scelte politiche legate alla contingenza dei tempi, per utilizzarli politicamente nella realtà di oggi, in una direzione o nell’altra. Iscrivere d’ufficio, a posteriori, una persona ad un movimento, rischia di essere un’operazione arbitraria. Per il rispetto che ho dell’esperienza umana e politica di Langer, preferisco non fargli dire proprio niente sull’oggi. Cosa farebbe oggi Langer rispetto alla guerra in Ucraina o in Palestina è una domanda insensata che non ha risposta. Tocca a noi scegliere cosa e come fare. Lasciamolo in pace, non tiriamolo in ballo per fargli dire da che parte sarebbe stato oggi. Alex ha deciso di non dire, di non sapere e non vedere più nulla, e va rispettato anche in questa scelta. La lezione del Maestro Langer è terminata il 3 luglio 1995. Tocca a noi attuare quello che abbiamo imparato.
Alex Langer è stato un maestro perché abbiamo saputo riconoscerlo come tale.
Tra le tante perle che ci ha regalato, scelgo di segnalare qui cinque lezioni fondamentali che Alex ha impartito ai suoi discepoli di allora e a chi vuole esserlo oggi.
La lezione di pace
Contro la guerra cambia la vita è una delle invenzioni di Langer emersa da quella avventura prolifica che fu la Campagna nord-sud. Lo scrive lui stesso, sintetizzando gli obiettivi politici che voleva raggiungere: aiutare a superare il “pacifismo (solo) gridato” e affrontare il ricorso alla “forza”, senza che ciò debba essere sinonimo di guerra, un problema che i nonviolenti da sempre pongono e che non può ridursi all’alternativa tra subire o fare la guerra.
“Dinnanzi al fallimento della politica e della negoziazione, che sfocia nella guerra, bisognerà pur rafforzare gli “anticorpi” a disposizione di ogni singola persona per prevenire le guerre e per non lasciarsene, comunque, catturare, una volta che sono scoppiate.
Se è considerato scontato che, una volta scoppiata la guerra, non resta che allinearsi ed arruolarsi (materialmente e culturalmente), bisognerà pur che qualcuno lavori per suscitare e consolidare scelte di “obiezione alla guerra”. Sono dunque tante le forme di azione che si possono scegliere per “cambiare la vita di fronte alla guerra”, nel senso di negarle ogni consenso e sostegno e nel senso di farle mancare – ognuno – almeno un pezzettino di apparente giustificazione.
sono convinto che oggi il “settore R&S” (ricerca e sviluppo) della nonviolenza debba fare grandi passi avanti e non fermarsi solo alle ormai tradizionali risorse della disobbedienza civile. E la spaventosa guerra in corso non deve farci fare tutti quanti un salto indietro, riammettendo la guerra tra i protagonisti della storia e tra gli strumenti – seppur estremi – della convivenza tra i popoli. Con il livello odierno di armamenti, di affollamento demografico del mondo e di precarietà ecologica del pianeta comunque non ci può più essere “guerra giusta”, se mai ve ne poteva esistere in passato”
2025