Numero 12
Ambientiamoci, il bambino vive la natura
Tra le cartelle salvate nel disco rigido del computer di Alex Langer sono presenti molti materiali diversi, catalogati, era un gran catalogatore, per argomenti, progetti operativi eccetera. Parte di questo materiale è costituita da lettere, a volte molto brevi, indirizzate ad associazioni, colleghi del parlamento europeo, amici e spesso agli organizzatori che richiedevano la sua presenza a qualche evento. Ovviamente spesso Langer non poteva, a volte, suppongo, non voleva partecipare, ma sempre rispondeva esprimendo il proprio rammarico. Tra le tante lettere di diniego, questa del marzo 1995, e quindi assai prossima alla sua morte, è rivolta agli organizzatori di un seminario che, per il tema e per i destinatari, suppongo piacesse assai ad Alex e che non se ne può mettere in dubbio la sincerità. E credo che il tono e il commento ne siano valida testimonianza.
Anche in questo caso Langer, seppur nella brevità del testo, riesce a condensare vicinanza emotiva, disamina lucida, tensione spirituale e contemplativa.
Quando parla del “recupero del rapporto fraterno con la natura” accenna a quanto questo possa essere allo stesso tempo godimento e medicina, ma non dimentica quanto questo rimedio ci veda personalmente “coautori”, anche se spesso inconsapevoli, delle “degenerazioni” che lo minano.
La sua strada maestra rimane sempre un complesso di rigore, di partecipazione affettiva e di rispetto per l'altro, una strada che si affaccia al mondo senza infingimenti, senza paure e che guarda la mondo con la sottile speranza che caratterizza le persone laboriose. Buona lettura
S.P.E.S.
Ai partecipanti al Seminario - Convegno internazionale
"Ambientiamoci, il bambino vive la natura"
Riserva Naturale Monte Rufeno
Cari amici,
ho ricevuto la notizia del vostro seminario e qualche informazione sul precedente incontro presso il Lago di Costanza.
Vorrei farvi quindi pervenire anch'io il mio cordiale saluto di sostegno ed incoraggiamento. In un'epoca in cui solo ciò che appare immediatamente utile e trasformabile in denaro o vantaggio materiale, richiama attenzione ed interesse, può sembrare che la cura degli uccelli, del silenzio, degli spazi naturali non usufruiti per qualche scopo mercantile, della notte, degli odori, della conoscenza della natura "senza scopo" siano - nel migliore dei casi - lussi per intenditori o fissati. "La lince a cosa serve? A niente, come Mozart", era uno slogan efficace ed illuminante di qualche anno fa.
Invece si sta sempre più confermando l'idea che il recupero di un rapporto fraterno con la natura, della capacità di stupire, di un atteggiamento di rispettosa curiosità, di una osmosi con la biosfera tutta - vorrei dire, di una capacità di contemplazione e di godimento della natura - fanno parte non solo di un approccio umanistico, ma sono anche un rimedio essenziale a tante degenerazioni di civiltà di cui siamo diventati vittime e coautori spesso inconsapevoli.
In quest'ottica vi rinnovo la mia simpatia e vi saluto molto cordialmente, dispiaciuto di non poter essere con voi.
Bruxelles, 30.3.1995
Foto di Sina Salehian su Unsplash