La Parola Edizioni Roma 2023
Gesù non era uno scemo. La nonviolenza, una scelta inderogabile
di Giuseppe Morotti
Il titolo, certo riuscito, implica l'idea che Cristo, a molti appaia tale, cioè scemo E tralasciando Nietzsche che opera su un piano diciamo più complesso, l'immagine di Gesù come splendido ingenuo non è certo una rarità. Penso che in cuor loro pochissimi credano davvero che porgere l'altra guancia sia una strategia vincente. Se prendiamo ad esempio a riferimento uno dei romanzi più intensi che disegnano l'uomo “positivamente buono, “L'idiota” di Dostoevskij, la parabola di Myskin, l'idiota appunto, dopo un luminescente esordio, precipita bruscamente nell'irrisione, riportandolo alla follia.
Giuseppe Moretti ha una lunga esperienza alle spalle, una vita dedita ai suoi propositi che oltre che buoni considera belli. E, a questo proposito, ricorda una frase di John Keats “Non posso avvertire qualcosa come veramente autentica e vera se non a partire dalla sua bellezza”; e ricordo io, la parola russa che Dostoevskij usa per definire buono indica “lo splendore della bellezza e della bontà insieme” .
Dieci Anni in Iran tra le comunità cristiane poi Italia, Belgio sulle orme di Charles de Foucauld, sempre con il senso della dedizione nella più pura eredità cristiana lo hanno via via portato, ci racconta, verso una serena autocoscienza della assoluta necessità della non violenza, la sua via verso ciò che definisce la “Comunione universale cosmica”.
Il suo interessante libro presenta inizialmente una galleria di persone legate al pensiero ed alla pratica della nonviolenza da Ghandi a Tolstoi, da Thoreau a Badsah Khan, il Gandhi indiano per finire ai più recenti Martin Luther King, Aldo Capitini, Danilo Dolci, Mayr Nusser, Don Milani. Il breve capitoletto dedicato a Langer, definito “persona molto acuta e sensibilissima” è quasi completamente occupato dalla lettera di Alex a San Cristoforo.
La parte finale dell'opera è invece più intima e riflessiva, e rappresenta in modo lineare il suo sviluppo verso quella Comunione universale che presenta tratti multiformi unendo il Bhagavadgita, il misticismo sufi, la spiritualità panteistica dei pellerossa, ed ovviamente il messaggio cristiano, alla sua personale profonda esperienza. La spiritualità, la strada verso una sorta di ascesi moderna, non ha fatto però perdere il senso del reale a Giuseppe Moretti, che tiene i pedi sulla terra.
Nel suo messaggio di umiltà e alta speranza riesce infatti anche a scrivere righe coraggiose come queste proposito della guerra in Ucraina: “Sarebbe troppo facile ma al contempo ben comodo e farisaico sostenere in nome della nonviolenza di non inviare più armi al popolo ucraino” (…) un popolo che si trova a combattere contro un esercito molto più forte ed armato del loro e disposto a tutto pur di invadere e distruggere il paese ed il futuro loro e delle loro famiglie”.
Buona lettura