Fondazione Alexander Langer Stiftung ETS
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A Olga Karatch, attivista nonviolenta bielorussa, Premio Alexander Langer 2023

NO MEANS NO

 La rassegna, quest'anno giunta alla sua diciannovesima edizione, si è presentata in una nuova veste itinerante. Dal 22 al 9 marzo 2024 la premiata Olga Karatch, premio internazionale Alexander Langer 2023, ha attraversato diverse città italiane partendo da Roma, giorno in cui ricorre l'anniversario della nascita di Alex, con la consueta cerimonia alla Camera dei deputati, e terminando il suo viaggio con l'ultima tappa a Milano. Il 2 e 3 marzo, invece, hanno avuto luogo eventi sia a Vipiteno che a Bolzano dove è avvenuta la cerimonia ufficiale di premiazione. 

IL PROGRAMMA: 

ROMA, giovedì 22 febbraio ore 12.00, Sala del Cavaliere 

Anna Ascani - Vicepresidente della Camera dei deputati 

Introducono: Christine Stufferin - presidente Fondazione Alexander Langer, Elisabeth Alber - presidente Comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer 

Proiezione del filmato sulla militarizzazione dei bambini in Bielorussia "A Military Patriotic Club for Children" Interventi: Olga Karatch, Bettina Foa - Comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer

 Modera: Grazia Barbiero -Comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer 

PESARO, martedì 27 febbraio, ore 17.30, Sala W. Petrangeli 

Pesaro, Viale Gramsci 4 

Introduce: Giuseppe Paolini Presidente Provincia Pesaro e Urbino Intervengono: Olga Karatch, Marco Vitali - Amnesty International, e Luciano Benini - Università della Pace di Fano 

Modera: Mauro Bozzetti

FIRENZE, mercoledì 28 febbraio, ore 18, Il Conventino Caffè, Via Giano della Bella, 20 LA NOSTRA CASA È IL FUTURO: PACE OLTRE LE FRONTIERE - Dialogo con Olga Karatch, Attivista Bielorussa per i Diritti Umani Olga Karatch incontra le associazioni giovanili, le organizzazioni della Società Civile e pacifiste a Firenze. Un'opportunità unica di scambio per esplorare e discutere temi cruciali relativi ai diritti umani, alla pace e alla libertà di espressione e di movimento, valorizzando l'intersezionalità delle lotte. Al termine dell’incontro verrà offerto un aperitivo per condividere un momento di convivialità. 

VERONA, giovedì 29 febbraio alle ore 21 Sala Convegni della Gran Guardia, Piazza Bra 

Introduce: Mao Valpiana - presidente Movimento nonviolento Interviene: Olga Karatch VIPITENO, sabato 2 marzo alle ore 16.30 alla sala Vigil Raber e alle ore 20.00 al Teatro comunale di Vipiteno Ore 16.30, sala Vigil Raber: workshop tematico sull’attualità del pensiero di Langer, coordina Giulia Galera, vicepresidente della Fondazione Alexander Langer Stiftung. Introdurranno: Karin Hochrainer, direttrice della Biblioteca Civica di Vipiteno e Christine Stufferin, presidente della Fondazione Alexander Langer Stiftung. Interventi: “Il pensiero di Alexander Langer” di Clara Bassan, dottoranda dell’Università di Torino; “Esempi di esperienze dal basso” con Karl Michaeler - B*Coop, Bressanone, - OEW, David Hofmann - Climate Action South Tyrol, Sieglinde Sigmund (territorio di Vipiteno) e Mario Sartori (Vipiteno Cultura). Riflessioni conclusive di Grazia Barbiero e Salvatore Saltarelli del Comitato Scientifico Fondazione Alexander Langer Stiftung. Ore 20.00, Teatro comunale di Vipiteno: incontro pubblico con Olga Karatch. Introduzione Verena Debiasi (assessora comunale alla cultura), Christine Stufferin (FALS), Mario Sartori (Comitato di educazione permanente Vipiteno). A conclusione un momento conviviale. BOLZANO, domenica 3 marzo, dalle ore 11 alle ore 17.30, Sala storica Josef, Kolping-Haus, Largo Adolph Kolping, 3 11.00 Hvala Irfanka 12.00 Sarajevo 1992-1995. “Tagebuch der Übersiedlung” di/von Dževad Karahasan – Teatro Zappa Theater 12.30 Buffet al Capitolbar 14.00 Consegna premio Langer 2023 preceduta dai saluti della FALS e della Fondazione Cassa di Risparmio (presidente prof. Konrad Bergmeister) - Excursus premi (Gianni Tamino - FALS) 14.45 Laudatio OLGA KARATCH e Ong ZMINA (special mention) - a cura di Elisabeth Alber del comitato scientifico della FALS 15.00 Répliques et dialogue - modera Mao Valpiana del comitato scientifico della FALS 16.00 Difesa dei diritti e coesione sociale con l'ex consigliera di parità e ora direttrice del dipartimento provinciale coesione sociale famiglia e volontariato Michela Morandini e con Massimo Pilati, presidente del Forum trentino per la pace e i diritti umani 17.00 saluti conclusivi di Christine Stufferin, presidente della FALS TRENTO, martedì 5 marzo dalle 08:45 alle 10:25 e dalle 11:25 alle 13:05 al liceo Scholl e alle 18.00 a palazzo Geremia in sala Falconetto (da definire) - in collaborazione con il Forum trentino per la pace e i diritti umani Dalle 8.45 alle 13.05: sono previsti due interventi al liceo Scholl in cui Olga racconterà la sua esperienza e dialogherà con le ragazze e i ragazzi che sono da tempo impegnati in un percorso di approfondimento, curato dal Forum per la pace, sui temi della nonviolenza e della democrazia Alle ore 18.00: saluti di Massimiliano Pilati, presidente del Forum trentino per la pace e i diritti umani, del presidente del Consiglio provinciale trentino Claudio Soini e dell’assessore comunale al welfare Alberto Pedrotti Poi Olga Karatch dialogherà con Giorgio Comai, giornalista dell'Osservatorio Balcani Caucaso e Transeuropa VENEZIA, mercoledì 6 marzo,alle ore 16, Palazzo Labia – Sede della Rai del Veneto Intervengono: Olga Karatch, Antonio Silvio Calò - presidente della Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace, Gianni Tamino - Comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer Stiftung TREVISO, giovedì 7 marzo, alle ore 20.00 incontro al Binario 1, organizzato dalla Wilp (Women League for peace and freedom - Italia) TRIESTE, venerdì 8 marzo alle ore 18.00 al Teatro Miela, Piazza Luigi Amedeo Duca degli Abruzzi, 3 Nell’anno più elettorale di sempre la libertà di stampa e di espressione appaiono anche nella “democratica” Europa sempre più sotto attacco: la concentrazione dell’informazione in poche mani, le limitazioni nell’accesso alle fonti, le querele bavaglio sono solo alcuni dei nomi delle derive antidemocratiche più diffuse, in aperto contrasto con gli atti dell’Unione Europea e con il diritto internazionale. Delle conseguenze di tutto ciò si parlerà - all’interno della rassegna Protagoniste - venerdì 8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, alle ore 18 al Teatro Miela, con Olga Karatch. Converseranno con lei Fabiana Martini, giornalista, portavoce di Articolo 21 FVG e direttrice editoriale del Premio Luchetta, e Francesco De Filippo, giornalista, responsabile dell'Agenzia Ansa per il FVG. L’incontro è promosso nell’ambito di Euromediterranea dalla Fondazione Alexander Langer Stiftung e da Articolo 21 in collaborazione con Teatro Miela e il Premio Luchetta. MILANO, sabato 9 marzo dalle ore 15 alle 17 alla Caritas Ambrosiana, via san Bernardino 4 Intervengono: Olga Karatch, Barbara Meggetto - presidente Legambiente Lombardia, Luciano Gualzetti - direttore Caritas Ambrosiana, Christine Stufferin - presidente della Fondazione Alexander Langer, Mao Valpiana - presidente Movimento nonviolento, Andrea Villa - presidente ACLI milanesi, Rossella Sacco - portavoce Forum Terzo Settore Milano, Don Paolo Selmi - presidente Fondazione Casa della Carità “A. Abriani” CREDITI E COMUNICAZIONE: In ogni comunicazione riguardante l’evento è stato esplicitato il ringraziamento al Comune di Vipiteno così come è stato utilizzato il relativo logo in ogni materiale grafico pubblicato e stampato. E’ stato altresì pubblicato un opuscolo cartaceo. RASSEGNA: https://ipc-vipiteno.edu.it/euromediterranea/ https://salto.bz/de/article/20022024/euromediterranea-itinerante https://www.balcanicaucaso.org/Transeuropa/No-means-no-torna-Euromediterranea https://www.buongiornosuedtirol.it/2024/02/al-via-euromediterranea-in-undici-citta-italiane/ https://www.pressenza.com/it/2024/02/no-means-no-torna-euromediterranea/ https://kultur.bz.it/en/event/euromediterranea-veranstaltung-der-alexander-langer-stiftung-e209742 https://altreconomia.it/olga-karatch-lattivista-per-la-pace-che-vuole-sottrarre-lesercito-a-lukashenko/ 

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Premio Alexander Langer 2023 

Cerimonia alla Camera dei deputati

"È un vero onore per me e mi impegnerò ancora nella lotta per la pace, contro la militarizzazione e per i diritti delle persone vulnerabili ed emarginate che ancora oggi necessitano di protezione. Oggi più che mai, poiché incombe la minaccia della terza guerra mondiale, poiché in Ucraina e a Gaza, come in tanti paesi dimenticati da tutti, ci sono ancora guerre sanguinose e nessuno si ferma nonostante le tante vittime, la voce della ragione e della nonviolenza si deve fare più forte che mai".
Queste sono state le parole di Olga Karatch alla cerimonia del “Premio Alexander Langer 2023” che si è tenuta nella giornata di ieri alla Camera dei deputati. Il Comitato scientifico della Fondazione Langer insignendo Olga Karatch del premio internazionale ha voluto riconoscere pubblicamente la sua attività di denuncia delle violazioni dei diritti in Bielorussia che porta avanti attraverso la rete di organizzazioni da lei fondata Nash Dom (La nostra casa).
Essere difensore o difensori dei diritti umani in Bielorussia significa mettere a rischio la propria libertà e la propria vita. Come si legge nell’ultimo rapporto annuale di Amnesty International “le autorità hanno impedito ai difensori dei diritti umani di svolgere il loro lavoro e li hanno sottoposti a detenzione arbitraria, violenze e intimidazioni.” La Bielorussia, inoltre, è l’unico paese europeo a non aver abbandonato la pena di morte.
Per la “colpa” di essersi schierata dalla parte dei diritti umani Olga è stata più volte incarcerata, torturata, e condannata alla pena di morte. Per questo motivo oggi vive in esilio a Vilnius dove prosegue la sua incessante attività nonviolenta di difesa dei diritti. Il suo impegno riguarda in particolare il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare. Al centro della campagna “No means No” lanciata da Nash Dom contro la coscrizione nell’esercito di Lukashenko ci sono tanti uomini che rifiutandosi di imbracciare "sono diventati criminali che non vengono accolti da nessuno, da nessuna parte” ha detto Karatch, sottolineando che oggi in Bielorussia i disertori vengono anche puniti con la pena di morte e il carcere, “nel 2022 circa 400 uomini in Bielorussia sono stati condannati per non essersi arruolati nell’esercito”.
Il giorno della cerimonia, 22 febbraio, vuole ricordare l’anniversario di nascita di Alexander Langer che quest’anno avrebbe compiuto settantotto anni. Il suo pensiero però, continua a rimanere in vita e a farsi azione attraverso tante storie di persone come Olga, spesso sconosciute al grande pubblico, che lottano quotidianamente per la libertà e la dignità umana.
Ringraziamo la Vice Presidente della Cemera dei deputati per la sensibilità e per l'accoglienza nella prestigiosa Sala del Cavaliere di Montecitorio.
 

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EUROMEDITERRANEA: IL MESSAGGIO DI TETIANA PECHONCHYK DEL CENTRO PER I DIRITTI UMANI ZMINA

 
"Costruire un Paese in cui ogni persona possa tutelare i propri diritti": questa è la missione dell'organizzazione non governativa ucraina Human Rights Centre ZMINA, che si è dedicata alla promozione dei diritti umani e degli ideali di democrazia e di giustizia e che ha ricevuto una menzione speciale dal Comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer.
 
ZMINA è stata fondata nel 2012 da 3 attivisti, uno dei quali, Maksym Butkevych, un famoso difensore dei diritti umani ucraino, è ora prigioniero di guerra, detenuto illegalmente dai russi a causa di una falsa condanna per aver commesso un "crimine di guerra".
 
I primi anni di vita dell'organizzazione hanno coinciso con momenti molto drammatici della storia dell'Ucraina: la Rivoluzione della Dignità (eventi di Euromaidan) e l'invasione russa dell'Ucraina nel 2014 con l'occupazione della Crimea e di parti delle regioni di Donetsk e Luhansk.
Da allora, ZMINA ha lavorato instancabilmente per documentare le violazioni dei diritti umani nei territori temporaneamente occupati, in particolare in Crimea, e per sostenere gli attivisti e i giornalisti.
 
Questo mese sono passati 10 anni dall'inizio dell'occupazione della penisola di Crimea. Non c'è libertà di parola, di riunione o di associazione; la Crimea è stata trasformata in una prigione a cielo aperto dove i residenti vivono
nel costante rischio di essere perseguitati per aver opposto resistenza al "potere" occupante, per aver sostenuto l'Ucraina o semplicemente per aver unito i colori blu e giallo.
 
Attualmente siamo a conoscenza di 208 prigionieri politici della Crimea, di cui 125 tatari di Crimea. Tra di loro, c'è Leniie Umerova, una 25enne tatara di Crimea che stava cercando di far visita al padre malato di cancro e residente in Crimea. È stata arrestata e rischia 20 anni di carcere con l'accusa inventata di "spionaggio". Inoltre, circa 50 prigionieri politici hanno problemi di salute e non ricevono l'assistenza medica adeguata. Di conseguenza, due di loro, Dzhemil Hafarov e Kostiantyn Shyring, sono morti dietro le sbarre.
 
Gli altri soffrono ancora di problemi di salute. Ad esempio, Iryna
Danylovych, difensore dei diritti umani e “citizen journalist”, ha perso l'udito durante la detenzione; il giornalista Amet Suleymanov, soffre di una grave malattia cardiaca e necessita di un intervento di sostituzione della valvola cardiaca; il giornalista Vladyslav Yesypenko soffre di problemi di salute sia psicologici che fisici a causa delle torture subite durante la detenzione.
 
È urgente continuare a parlare di queste persone e mostrare loro
solidarietà. ZMINA ha lanciato la campagna "Lettere per la Crimea libera" per inviare parole di sostegno ai prigionieri politici e invita tutti a partecipare.
 
Con l'inizio dell'invasione su larga scala, ZMINA ha avuto più lavoro da svolgere e si è concentrata sulla documentazione dei crimini di guerra e dei crimini contro l'umanità. L'organizzazione è diventata uno dei membri fondatori della “Coalizione Ucraina delle 5 del mattino”, che prende il nome dal momento in cui gli ucraini si sono svegliati al suono delle esplosioni il 24 febbraio 2022.
 
La Coalizione è composta da 38 organizzazioni della società civile, che documentano tutti i crimini gravi secondo gli standard internazionali. Attualmente, il database congiunto della Coalizione contiene 2300 mila eventi registrati relativi a presunti crimini contro il popolo ucraino, i profili di oltre 4300 vittime, 2900 testimoni e 2600 sospetti. In particolare, ZMINA documenta casi di tortura, sparizioni forzate e deportazioni.
 
"Sono stato interrogato da quattro investigatori mascherati. Mi hanno torturato con bastoni, pugni e con una pistola stordente. Per ogni parola in ucraino, mi colpivano con una pistola elettrica. E alla fine, hanno collegato la corrente elettrica alle dita dei miei piedi e l'hanno accesa. Dopo la seconda volta sono svenuto, ma sono sopravvissuto. Non solo io, ma anche altri uomini sono arrivati alla fine degli interrogatori contusi e insanguinati, ma felici perché erano rimasti vivi. Alcuni più sfortunati sono stati torturati a morte", Anatoliy Harahatyi, 70 anni, ha condiviso con ZMINA i suoi tragici ricordi. Harahatyi è un fotografo, videografo e semplice civile della regione di Kharkiv, in Ucraina. È stato detenuto e torturato dai soldati russi che hanno occupato il suo villaggio. Harahatyi è stato liberato; tuttavia, migliaia di altri civili ucraini sono ancora detenuti, per lo più in isolamento.
 
Ne è un esempio Mariana Checheliuk, una donna di 24 anni di
Mariupol, che è stata prigioniera dei russi per 2 anni, durante i quali ha subito numerose torture: è stata affamata, picchiata e maltrattata. Inoltre, attualmente è molto malata e ha estremo bisogno di cure mediche.
Le testimonianze sui crimini commessi contro Checheliuk e Harahatyi sono diventate parte delle centinaia di casi documentati dal Centro per i diritti umani ZMINA.
 
L'analisi delle modalità e delle finalità dei casi di tortura e sparizione forzata hanno caratteristiche paragonabili a quelle dei crimini contro l'umanità. Allo stesso tempo, le deportazioni vengono effettuate con l'obiettivo di cancellare l'identità ucraina, che è una delle caratteristiche del crimine di genocidio.
Tali violazioni non possono restare impunite: i responsabili di questi crimini devono essere chiamati a risponderne: dai vertici ai soldati che eseguono gli ordini.
 
La leadership della Federazione Russa deve essere perseguita per il crimine di aggressione contro l'Ucraina; le persone rapite, detenute e deportate illegalmente devono essere liberate; i sopravvissuti devono ricevere un risarcimento, in particolare a spese degli asset internazionali russi congelati.
 
Nel frattempo, ZMINA, nonostante la minaccia esistenziale causata dall'aggressione armata russa, continua a lavorare sulla trasformazione democratica dell'Ucraina; a tal fine, è impegnata affinché l'Ucraina ratifichi lo Statuto di Roma. ZMINA propone anche emendamenti alla legislazione sulla responsabilità per il collaborazionismo, propone di ampliare l'accesso al Parlamento ucraino per i media e il pubblico, promuove i diritti degli attivisti e dei volontari della comunità LGBTQI+ e di altre minoranze, e sostiene le riforme necessarie per l'adesione dell'Ucraina all'UE.
 
Non importa quanti ostacoli troveremo lungo la strada, alla fine la giustizia trionferà e i diritti di tutti saranno protetti, proprio come nel motto del Centro per i Diritti Umani ZM.
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