Paolo Bergamaschi: IL CESSATE IL FUOCO GLOBALE, UN APPELLO CADUTO NEL VUOTO
Sono più di 2500 le risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza, l'organo al vertice delle Nazioni Unite incaricato di mantenere la pace e la sicurezza del globo. La prima, la numero uno, fu adottata il 26 gennaio 1946 pochi mesi dopo la nascita del massimo organismo internazionale. Riguardava l'istituzione della Commissione dello Staff Militare e fu approvata senza voto. Da allora il Consiglio di Sicurezza si è occupato di tutte le principali crisi del pianeta. Le sue risoluzioni dovrebbero vincolare le parti coinvolte al rispetto delle clausole contenute nel testo ma spesso rimangono lettera morta. Le Nazioni Unite non hanno i mezzi per imporre l'applicazione delle decisioni adottate. Per le operazioni di mantenimento e ristabilimento della pace devono sempre affidarsi alle risorse dei Paesi Membri e contare sulla cooperazione responsabile di tutti gli attori sul campo. Più di una volta alle parole non sono seguiti i fatti. Anzi, oltre alla mancata collaborazione si sono registrate sul terreno azioni sotto coperta di ostilità e boicottaggio mirate a ribaltare o stravolgere le deliberazioni del Consiglio di Sicurezza che, peraltro, devono ottenere il via libera dei cinque membri permanenti che detengono il diritto di veto (Usa, Russia, Cina, Francia e Regno Unito). Durante il periodo della guerra fredda le due grandi potenze riuscivano a raggiungere faticosi compromessi in sede onusiana che venivano di frequente smentiti da una o da entrambe le parti dietro le quinte della scena in cui si svolgeva la crisi. Fra le risoluzioni più importanti vale la pena ricordare la 678 che nel novembre del 1990 autorizzò l'intervento militare della coalizione internazionale a guida americana che costrinse Saddam Hussein a ritirarsi dal Kuwait, la 819 dell'aprile 1993 che, durante, la guerra in Bosnia per la prima volta dichiarava una zona di protezione per civili, quella di Srebrenica poi violata dalla milizie serbe di Mladic, la 1244 che nel giugno del 1999 istituì l'amministrazione internazionale del Kosovo e, più recentemente, la 1973 che nel marzo del 2011 ha dato il via libera all'uso della forza per bloccare i caccia di Gheddafi intenti a bombardare i ribelli durante la crisi libica. Le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e la carta delle Nazioni Unite costituiscono le basi giuridiche del diritto internazionale
La risoluzione del Consiglio di Sicurezza numero 2532 adottata lo scorso primo luglio è stata in larga parte ignorata dai grandi media. Eppure è destinata a passare alla storia. Solo Papa Francesco, pochi giorni dopo, ha rotto il silenzio appoggiando incondizionatamente l'appello contenuto nel testo durante la recita dell'Angelus. Per la prima volta le Nazioni Unite chiedono un cessate il fuoco globale. Lo fanno in risposta alla pandemia di covid-19. "Tutte le parti coinvolte in un conflitto armato devono impegnarsi immediatamente a osservare una pausa umanitaria durevole per almeno 90 giorni consecutivi", recita il paragrafo 2 "al fine di consentire la distribuzione in sicurezza e senza impedimenti dell'assistenza umanitaria da attori umanitari imparziali in conformità con i principi umanitari internazionali e con il diritto internazionale…". L'umanità intera si trova di fronte ad una emergenza sanitaria senza precedenti nella storia recente. Il coronavirus non fa differenze. Ci sono popolazioni in balia sia della guerra che del covid-19. Occorre una risposta globale e ciò può accadere solo se cessano tutte le ostilità. Tre mesi senza spararsi per affrontare insieme una minaccia più grande. Crisis Group, uno dei più autorevoli think tanks che si occupano di conflitti, pubblica ogni mese un bollettino che traccia le crisi in tutto il pianeta. E' una sorta di termometro che misura la febbre delle guerre in corso cercando di valutarne gli sviluppi. In nessuna delle aree di crisi analizzate si sono registrati in questo mese passi concreti verso la pace. L'appello delle Nazioni Unite è caduto nel vuoto. Niente è cambiato. In Afghanistan, Yemen, Libia, Siria, Donbass e Nagorno-Karabakh continuano ad ammazzarsi con e senza virus. "Puoi dire che sono un sognatore ma non sono l'unico, spero che ti unirai anche tu un giorno e che il mondo diventi uno..", cantava John Lennon. Immaginava.