Cena Bosniaca - sabato 7 maggio ore 20.30 - ristorante “Le Formiche” -via Torino 82/b
Valentina Gagić e Stana Medić, dell'associazione SARA Srebrenica, presenta il libro di cucina popolare bosniaca “Narodni kuhar Potočara”
Ricettario popolare di Potocari
L'associazione non governativa delle donne di Potocari è stata fondata con l'obiettivo di salvare dall'oblio e di salvaguardare la cultura gastronomica e le tradizioni di Potocari.
Nell'estate del 2010 dei giovani volontari hanno raccolto le ricette tradizionali, e dal lavoro cooperativo di vari gruppi di Potocari è nata questo ricettario.
UNA VOLTA
Un tempo nei paesi di campagna si viveva assai più modestamente. Tra le altre cose vi era scarsità di cibo e l’alimentazione mancava di adeguati apporti calorici e vitaminici. A quel tempo non si guardava com'era il cibo, né si aveva possibilità di sceglierlo. La gente era più che soddisfatta se c’era abbastanza di che sfamarsi. Nelle case più povere veniva a mancare il mais già dalla primavera e quindi lo prendevano a credito dalle famiglie più benestanti, per poterlo lavorare anche d'estate. Sia i ricchi che i poveri mangiavano però le stesse pietanze, con l'unica differenza che nelle case più ricche non si era mai a corto di cibo. Durante tutto l'anno si mangiava pane di granturco, e quello di grano solo nelle grandi occasioni o circa un mese prima del raccolto. Si pensava che non fosse saggio mangiare il pane di grano che si consumava più in fretta di quello di granturco.
Per la colazione di solito si preparavano: la popara - fatta di pane di granturco che veniva ricoperto in cima di un po' di olio; la cicvara - si prepara con la "surutka" (l’acqua residuale dalla preparazione del formaggio) o in acqua e olio o con farina di granturco, a volte anche con latte dolce; la jajusa - – una specie di pizza rustica con surutkam olio o latte il cui impasto è fatto di farina di granturco, nei giorni importanti si aggiungevano anche le uova; la pura – farina di granturco cotta in acqua e condita con l’olio.
Per il pranzo invece venivano preparate pietanze senza carne. Il tutto veniva accompagnato con yogurt, surutka, ustipci. Se ricorreva un’occasione importante o si aspettavano ospiti si preparava un pasto più ricco: minestra perlopiù di pollo, oppure pollo cotto in forno con le patate, oppure si preparava il parikas, pirijan (riso con fegato), i cavoli, i fagiolini. Di dolce di solito si serviva la sutlija (budino di riso) con il riso e con latte dolce.
Per cena era abitudine mangiare gli avanzi del pranzo. Nel periodo invernale si usava molto preparare le keske, , fatte con grano bianco macinato e carne di pollo molto ben cotta, in modo da ottenere una zuppa densa. I peperoni ripieni si mangiavano durante l’aratura e il raccolto.
Nel periodo estivo per "rinfrescarsi" alla fine dei pasti era usanza servire una mistura di latte dolce ed acido.
Il piatto più caratteristico di Potocari è la "maslenica" con le noci, che si preparava durante il periodo della semina del grano o del farro, per la quale esiste una credenza secondo la quale il raccolto sarebbe più abbondante se accompagnato da questa pietanza. Le forchette nei paesini di campagna non erano utilizzate, il cibo solido veniva preso col cucchiaio, con le mani o con il pane. I piatti non venivano usati neanche per gli ospiti e ci si serviva tutti dalla stessa portata. Al posto dei tovaglioli agli ospiti veniva posto sulle gambe un asciugamano o un panno.
Quando si andava a trovare qualcuno era usanza che la donna portasse in dono delle pagnotte di grano duro. Un dono per le occasioni importanti era il pollo. Gli uomini non portavano doni. Per i bambini il dolcetto era una pallina di zucchero, qualche noce o prugna secca.
Oggi nei paesini i cibi sono molto più vari, l’alimentazione è più ricca e si fa un largo uso di carne preparate in diverse maniere. Ci sono anche molte più varietà di dolci: torte, patispanje, oblande, dolci al miele, tulumbe, baklave
PURTROPPO LA MAGGIOR PARTE DELLA CUCINA POPOLARE E’ ANDATA PERDUTA