Fondazione Alexander Langer Stiftung ETS
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Appartenenza/e e diritto internazionale delle minoranze

Alexander Langer scrisse il “Tentativo di decalogo per la convivenza interetnica” nel 1993, su richiesta della Rete Radié Resch di Quarrata (PT), associazione che si occupava – e si occupa tuttora – di solidarietà internazionale. Il testo doveva essere inserito in un volume antologico ma il progetto non andò in porto; venne successivamente pubblicato il 23 marzo 1994 sul bollettino “Arcobaleno”, curato dai Verdi trentini. 

L’idea della redazione di una sorta di breve decalogo – come Langer stesso ricostruì – gli venne dal cercare di dare una risposta a una sollecitazione: “Spesso mi si domanda, quali esperienze e suggerimenti io abbia ricavato dalla combinazione tra la mia esperienza di comunicazione, conflitto e convivenza inter-culturale nel Sudtirolo (un impegno che ha segnato ed in certo senso riempito tutto il corso della mia vita) e la più recente esperienza nel Parlamento europeo o, più in generale, nei movimenti europei per la pace e la solidarietà”.1 Langer pensò il decalogo come testo aperto, da presentare e discutere con diversi interlocutori per affinarlo e meglio elaborarlo, farne un’occasione di condivisione. Si confrontò con esponenti di Azione Nonviolenta, del Movimento internazionale di Riconciliazione, di Pax Christi e altri ancora. Ne discusse anche in sede europea al Centre for European Policy Studies di Bruxelles. A suo avviso i tempi erano maturi perché ci si occupasse “non solo e non tanto della definizione dei ‘diritti etnici’ (o nazionali, o confessionali, ecc.), ma della ricerca di criteri per costruire un ordinamento della convivenza pluri-culturale”.2 Andare oltre le norme e le leggi per mettere al centro i valori e le pratiche della convivenza. Fornire cioè uno strumento – questa la speranza, questo il “tentativo” – per uscire dai vicoli ciechi delle contrapposizioni e dei conflitti. E la guerra nell’ex-Jugoslavia, che Langer in quegli anni viveva da vicino, ne segnalava l’urgenza. Il “Tentativo di decalogo per la convivenza inter-etnica” continua ad interrogarci sulla necessità di educare alla convivenza e praticarla, confrontandoci nello stesso tempo con una realtà sempre più refrattaria nei confronti della cultura del rispetto degli altri e del dialogo. Da qui, l’idea di mettere in moto idee e riflessioni attraverso un ciclo di incontri pubblici, che abbiamo chiamato “Lectio Langer”. Lo scorso anno, precisamente il 17 febbraio, Fabio Levi dell’Università di Torino già presidente del Comitato Scientifico e di Garanzia della Fondazione Langer Stiftung, 1 Alexander Langer, Da dove nascono i dieci punti per la convivenza, in: Il Segno. Giornale della Diocesi di Bolzano-Bressanone, 27 marzo 1995. 

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