Giovanni Accardo: in ricordo di Alessandro Leogrande
«Alessandro Leogrande era un intellettuale, lui l’avrebbe messo tra virgolette, come Sciascia, per schermirsi, ma noi possiamo fare a meno dell’ironia: il suo nome discende da Gaetano Salvemini, Alexander Langer, Carlo Levi. Loro riempivano le giornate di Alessandro, che intanto si dava da fare per buttare giù le frontiere e i naufragi, il caporalato e l’ignoranza, la malafede e le ingiustizie. Aveva quarant’anni, li aveva compiuti a maggio al Salone del libro di Torino dove era consulente e li aveva trascorsi lavorando, come sempre.» Con queste parole la scrittrice Nadia Terranova, sua carissima amica, ricorda lo scrittore e reporter Alessandro Leogrande, morto improvvisamente lo scorso 26 novembre. Su invito dell’associazione BZ1999, della Fondazione Langer e del liceo “Pascoli” era venuto a Bolzano nel dicembre 2013 per presentare il libro “Fumo sulla città”, conversando con Michele Buonerba, segretario provinciale della CISL/AGB, che così lo ricorda: «Quel libro era dedicato a un tema molto importante, il conflitto tra salute e lavoro, tema di strettissima attualità non solo nella martoriata Taranto, sua città d’origine, ma ovunque i residui della produzione industriale altamente inquinanti del ‘900 sono ancora presenti. Descrisse con una narrazione avvincente gli accadimenti economici e politici di Taranto che, come altre del mezzogiorno d’Italia, subì il ricatto occupazionale di un polo industriale dal quale dipendeva l’economia del territorio. Da allora con Alessandro era nata un’amicizia che si è interrotta con la sua prematura scomparsa e per la quale ho pianto come se avessi perso un fratello.»
Martedì 6 marzo, alle ore 18.00, al Centro Trevi di Bolzano, su invito della Biblioteca provinciale “C. Augusta”, in collaborazione con BZ1999, Fondazione Langer, liceo “Pascoli” e libreria Ubik, Alessandro Leogrande sarà ricordato in un incontro pubblico a cui parteciperanno la scrittrice Nadia Terranova, Michele Buonerba e il giornalista Gabriele Di Luca, che per primo ha avuto l’idea di questo incontro, dopo che nel 2016 aveva presentato l’ultimo libro dello scrittore, “La frontiera”, in cui si parla anche di Bolzano, visto che proprio nella nostra città Leogrande aveva ritrovato Shorsh, un suo amico curdo irakeno che nel 1998, in una casa di studenti universitari a Roma, gli aveva mostrato un video dei gas usati da Saddamm Hussein nella città curda di Halabja, provocando lo sterminio di tutti i suoi abitanti. Shorsh, prima di avviare il video, dice che quello che vedranno “riguarda noi”, cioè i curdi, ma per Leogrande quelle immagini oscene e violente, come le definisce, riguardano lui e tutti noi, si appellano al nostro senso di responsabilità. E difatti lo segnano profondamente, da quella sera comincia a interrogarsi su coloro che scappano dalle dittature, dalle guerre, dalla fame. «Per la prima volta ebbi la sensazione di quanto fosse difficile capire la vita prima del viaggio, l’ammasso di eventi che precede ogni partenza, per decine, centinaia di migliaia di migranti che si riversano ai confini della frontiera europea», scrive nel suo libro.
«Alessandro Leogrande è stato un intellettuale vero, prezioso, indispensabile in tempi come questi. Le sue doti più grandi erano la sicurezza del metodo investigativo, la chiarezza espositiva e la sua ferma posizione ideale a favore degli ultimi della terra. Nel mare sterminato delle notizie che strattonano la verità e fanno annegare i lettori, le sue pagine erano e sono come una mano tesa, che ci tira su e prova a salvarci», mi dice con parole sinceramente commosse Gabriele Di Luca.
Leogrande collaborava con vari giornali e riviste, aveva diversi progetti in corso, tra cui quello di far tradurre in albanese alcuni scritti di Alexander Langer dalla casa editrice che aveva tradotto in Albania il suo libro “Il naufragio”, in cui racconta la vicenda della motovedetta albanese che nel 1997 venne speronata da una corvetta della Marina militare italiana, provocando la morte di 57 persone. Langer, infatti, agli inizi degli anni ’90 era stato presidente della delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con l’Albania e aveva seguito la protesta degli studenti universitari e poi l’ondata migratoria verso l’Italia, scrivendo diversi articoli e un vero e proprio diario. Anche di questo progetto si parlerà nell’incontro di martedì.
Tratto da:
https://sentierinterrotti.wordpress.com