Enzo Nicolodi - Pensare locale, agire globale. Nota introduttiva al libro Rio 1992-2012 - Conversione ecologica e Stili di vita
Questo Quaderno avvia una collaborazione della Fondazione Alexander Langer Stiftung con la casa editrice “gli Asini”.
Nel suo primo testo Giuseppina Ciuffreda riassume sinteticamente quello che è stata negli anni dal 1988 al 1993 la “Campagna Nord-Sud, biosfera, sopravvivenza dei popoli, debito”, che culminò nella preparazione e nell’attiva presenza al Gobal Forum di Rio’92, segnata non solo simbolicamente dalla stretta di mano tra il capo Xavante Damiao e il presidente dell’Eni Cagliari che s’impegna a restituire agli indios i 200.000 ettari di terreno loro sottratti in Brasile nel 1966.
Al Vertice della Terra di Rio de Janeiro si era consolidata una comune leadership internazionale delle realtà impegnate intorno ai temi della natura, della critica allo sviluppo, della valorizzazione dell'apporto e della specificità delle donne, del sostegno ai popoli indigeni, delle tecnologie semplici.
Quando la Campagna era partita, nel 1988, tra ecologisti e mondo della solidarietà con il Sud l'incomunicabilità era pressoché totale. Il terzomondismo pubblico in Italia si aggregava intorno ad alcuni temi tradizionali (Nicaragua, Palestina, Sudafrica), l'ecologia sembrava non interessare (e viceversa). Un economicismo spinto caratterizzava molti di coloro che si occupavano, anche attraverso prestigiosi istituti, del sud del mondo.
La Campagna Nord-Sud, nata da un fruttuoso e conviviale intreccio tra ambientalisti, volontariato delle ONG, sindacalisti e movimenti di solidarietà ai popoli indigeni o con il Sud, aveva saputo dare una nuova base culturale e di azione costruendo rapporti assai stretti e solidi con un numero crescente di partners del Sud: organizzazioni non governative, popoli indigeni, centri di ricerca, riviste, associazioni, esperti "a piedi scalzi",.
Quando la Campagna decise di sciogliersi nel 1993, non fu la fine dell’impegno di coloro che vi avevano a vario titolo contribuito, che – come succede per ogni scioglimento – hanno proseguito quella strada con responsabilità più dirette, tenendosi d’occhio e beneficiando di una spontanea sintonia e fiducia costruita coltivando pensieri e opere.
Giuseppina Ciuffreda, che alla Campagna aveva attivamente collaborato fin dagli albori mantenendo salde amicizie, è una di loro. La collaborazione con Il Manifesto e con altre imprese editoriali le ha dato l’occasione per dare continuità e visibilità al suo sguardo critico e affettuoso su ciò che continua ad agire, e a volte fiorire, nel profondo del rapporto tra gli uomini e la natura.
La selezione degli scritti di Alexander Langer si concludono con il testo “La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile”, scritto nel 1994 per i Colloqui di Dobbiaco, che è uno dei suoi rari tentativi di sintetizzare analisi e proposte, su uno dei temi per lui cruciali che veniva da lontano. Vengono dall’inizio degli anni 80, quando decide di tornare ad operare nel suo Alto Adige o Südtirol, facendo emergere la potenzialità di un luogo in cui due culture (tedesca e italiana) hanno la possibilità di incontrarsi, invece che scontrarsi, cogliendo insieme i “segni dei tempi” e scambiandosi proposte di azione concrete e desiderabili.
Dal 28 al 30 settembre 1984 Langer promuove con Matthias Abram a Bolzano un convegno dal titolo “Il terzo mondo e noi: Nord-Sud, interdipendenza e cooperazione” portando in Italia le prime embrionali esperienze di consumo critico, commercio equo e solidale, risparmio etico e facendo del Sudtirolo un terreno ancora oggi ricco di relazioni e impegni. .
Fanno seguito gli incontri e le amicizie decisive con Ivan Illich, Wolfgang Sachs, Marc Nerfin, la giovane Vandana Shiva , che compaiono insieme, come schegge critiche, a una conferenza a Roma della “Society for International Development (SID). Fino all’intrecciarsi con il piccolo gruppo dell’IDOC a Santa Maria dell’Anima dove già lavoravano José Ramos Regidor e Jutta Steigerwald e dove troverà ospitalità la Campagna Nord-Sud, che sarà coordinata con loro da Christoph Baker.
La sensibilità ecologista, di cui queste testi sono una testimonianza, cercherà con Langer di essere ben ancorato ai piccoli mondi, ma non vorrà più evitare di confrontarsi con la dimensione globale del suo raggio d’azione . Di lui si potrebbe dire che ha cercato di invertire il paradigma centrale dell’ambientalismo, il “pensare globale e agire locale”, in un ben più sano e solido “pensare locale e agire globale”.
L’impianto del testo sulla “Conversione ecologica”, ha molto in comune con un altro scritto di Alexander Langer molto conosciuto e oggetto di riflessione: il “Tentativo di decalogo per la convivenza interetnica”. Lì il radicamento del pensiero nella Campagna Nord-Sud (nella Fiera delle Utopie concrete, nei Colloqui di Dobbiaco), qui nel movimento interetnico sudtirolese e nel Forum di Verona per la pace e la riconciliazione nei territori dell’ex-Jugoslavia ai quali dal 1992 stava dedicando il meglio delle sue energie. Stesso anno di scrittura, il 1994. Insieme visione e concretezza, responsabilità dei singoli e delle istituzioni. Analogo lo sforzo di trovare parole all’altezza: vino nuovo in botti nuove.
In molti dei testi si vedrà la tensione che viene dal precipitare degli avvenimenti storici e da urgenze che tendono a dividere, come due campi separati e specialistici d’azione, la volontà di fare pace tra gli uomini e con la natura, parti di un’indivisibile concreta utopia.
Gran parte dei testi di questo quaderno sono attribuiti ad Alexander Langer . Sono scritti effettivamente da lui ma mai come in questo caso sono anche uno specchio del suo modo di vivere l’incontro con altri, compagne e compagni di comuni imprese, dove si percepisce la presenza di uno straordinario sapere collettivo di cui amava farsi interprete e autorevole portavoce.
Enzo Nicolodi
Presidente
Fondazione Alexander Langer Stiftung
www.alexanderlanger.org