Utilizziamo i cookie per rendere il nostro sito Web il più intuitivo possibile. Se continui, supponiamo che tu acconsenta a questo.
Ulteriori informazioni sono disponibili nella informativa sulla privacy.
Sul riaprirsi delle ostilità a Krajina e sulla situazione nella Bosnia-Erzegovina
15.5.1995
con richiesta di inclusione nella discussione su problemi d'attualità, urgenti e di notevole rilevanza presentata a norma dell'articolo 47 del regolamento dagli on. Langer e Roth a nome del gruppo Verde sul riaprirsi delle ostilità a Krajina e sulla situazione nella Bosnia-ErzegovinaIl Parlamento europeo,
- viste le sue precedenti risoluzioni sulla situazione nella Bosnia-Erzegovina e sul rinnovo del mandato delle truppe dell'ONU in Croazia,
- considerata la decisione del Consiglio che deplora tutti gli atti di guerra e la violazione della tregua del 29 marzo che potrebbe portare ad una sospensione dei negoziati per un accordo di cooperazione con il governo croato,
- considerata la richiesta di spiegazioni del commissario Van den Broek al Ministro degli affari esteri della Croazia, sig. Granic,
A. profondamente preoccupato per il riaprirsi delle ostilità a Krajina con la reazione dei separatisti serbi e il successivo cannoneggiamento di Zagabria e di Sarajevo,
B. estremamente allarmato dal rinnovarsi degli attacchi contro Sarajevo e dall'intensificarsi dell'assedio della capitale e di altre importanti città bosniache ufficialmente sotto la protezione dell'ONU,
C. fermamente convinto che il riarmo delle due parti è stato un chiaro segno di una nuova escalation delle ostilità, le cui conseguenze potrebbero avere ripercussioni drammatiche in tutti i Balcani,
D. sottolineando che gli attacchi croati sono iniziati subito dopo il rinnovo del mandato delle truppe dell'ONU da parte del governo di Zagabria, ritenuto da tutta la comunità internazionale un passo indispensabile verso la pace,
E. profondamente preoccupato per le notizie provenienti dalle zone del conflitto in merito a nuove violazioni dei diritti dell'uomo visto l'imprigionamento a Pankrac di migliaia di cittadini appartenenti alla minoranza serba dopo la conquista della città da parte dell'esercito croato, considerata da un portavoce UNPROFOR come un'operazione di pulizia etnica, senza contare gli atti di intolleranza religiosa quali la distruzione della chiesa cattolica a Banja Luka e l'espulsione delle minoranze religiose,
F. preoccupato che l'ex campo di sterminio di Jasenovac - già ripetutamente contestato dai nazionalisti croati e anche dai loro più alti esponenti - possa essere violato insieme alla memoria delle vittime oggetto di crimini orrendi,
G. addolorato dalle notizie delle varie perdite subite dalle forze dell'ONU, ma preoccupato per l'intenzione ripetutamente espressa dal governo francese di ritirare il proprio contingente UNPROFOR,
H. notando con soddisfazione la chiara determinazione dimostrata dal Tribunale internazionale per i crimini contro l'umanità nell'ex Iugoslavia che sta indagando anche su talune personalità politiche di spicco ritenute responsabili di azioni criminose,
B4-0844/95 IT
1. si rallegra dell'accordo raggiunto su Krajna tra le due parti ed invita a metterlo immediatamente in atto mettendo fine a tutti gli atti di guerra;
2. invita il Consiglio a fare tutto il possibile per fermare il confluire di armi nella regione e per giungere a un disarmo graduale dei belligeranti;
3. insiste che non deve esservi un riconoscimento di conquiste territoriali e che qualsiasi soluzione politica deve riconoscere il diritto legittimo della Croazia, della Bosnia-Erzegovina e di tutti gli altri Stati originati dall'ex Iugoslavia all'integrità territoriale e alla piena sovranità;
4. invita il governo croato a rilasciare tutti i civili membri della minoranza serba imprigionati dopo la riconquista di parte del territorio della Slavonia occidentale e ad adottare tutte le misure necessarie a garantire il ritorno dei profughi e a ripristinare la fiducia reciproca tra i vari gruppi etnici;
5. invita il governo francese a rinunciare all'intenzione di ritirare il proprio contingente UNPROFOR indebolendo così ulteriormente e mettendo in pericolo la presenza delle truppe dell'ONU nei territori dell'ex Iugoslavia;
6. sottolinea che in nessun caso la riduzione delle truppe in Croazia dovrebbe essere interpretata come un via libera alla liberazione militare di Krajina;
7. incoraggia il Tribunale internazionale per i crimini contro l'umanità nell'ex Iugoslavia a proseguire per la giustizia senza lasciarsi intimidire ed invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri ad appoggiarne l'operato in tutti i modi possibili;
8. chiede che al mandato dell'ONU per la Bosnia-Erzegovina vengano conferiti tempestivamente senza indugio nuovi poteri e un numero adeguato di truppe in modo che il diritto internazionale possa essere rispettato e la presenza dell'ONU abbia un significato;
9. invita i governi degli Stati membri presenti nel Consiglio di sicurezza a riesaminare la possibilità di andare oltre l'attuale configurazione diplomatica basata sul cosiddetto gruppo di contatto;
10. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai Presidenti e ai governi della Croazia, della Serbia e della Bosnia-Erzegovina, alla Presidenza del gruppo di contatto e al Segretario generale delle Nazioni Unite.