Verona Forum, Tuzla 3-5.11.1994 - È possibile un'Europa che non sia multiculturale?
Con la partecipazione di una sessantina di rappresentanti di istituzioni ed organismi pubblici, di organizzazioni culturali e politiche di 15 paesi dell’Europa, Nordamerica e Sudamerica (tra i quali significativi esponenti democratici della Croazia, della Serbia e del Montenegro).
Siamo venuti a Tuzla con l’intento di sostenere le forze democratiche in Bosnia Herzegovina, che hanno mostrato proprio a Tuzla che è possibile preservare lo spirito di tolleranza e convivenza persino in condizioni di guerra. Condannando l’aggressione contro la repubblica sovrana ed internazionalmente riconosciuta di Bosnia-Herzegovina, l’epurazione etnica ed altre forme di genocidio cui le sue popolazioni sono sottoposte, come anche i tentativi di creare degli Stati mono-etnici (di una nazione sola) sul suo territorio, i partecipanti alla Conferenza concordano sulle seguenti conclusioni:
1) L’instaurazione di una pace durevole e giusta deve essere il compito prioritario di tutti coloro che hanno a cuore i cittadini della Bosnia Herzegovina ed il loro futuro.
2) Riaffermiamo il nostro sostegno alla preservazione di una repubblica di Bosnia-Herzegovina indivisa, indipendente ed internazionalmente riconosciuta, all’interno dei suoi confini, e ci pronunciamo decisamente contro il riconoscimento dei risultati dell’aggressione.
3) Chiediamo che il Tribunale Internazionale per i crimini contro l’umanità commessi nell’ex-Jugoslavia identifichi al più presto gli individui che hanno commesso, ordinato ed incoraggiato crimini di guerra, e che li condanni sulla base dei criteri del diritto internazionalmente riconosciuto.
4) Chiediamo che tutti gli espulsi e rifugiati possano tornare incondizionatamente a casa loro.
5) Di particolare importanza è l’aiuto – sia materiale che in altre forme – ai mezzi di informazione ad orientamento civico, che svolgono un ruolo indispensabile nella lotta contro l’odio e l’intolleranza.
6) È necessario porre termine all’isolamento tele-comunicativo della Bosnia Herzegovina. Un importante passo in quella direzione sarebbe il sostegno dato ai progetti concreti che esistono già, al fine di togliere il blocco della tele-comunicazione intorno a Tuzla.
7) Chiediamo alle Forze di protezione delle Nazioni Unite (UNPROFOR) di agire d’ora in poi con decisione contro coloro che impediscono il passaggio di convogli umanitari e di rendere possibile la fornitura di aiuti attraverso il corridoio settentrionale, e di aprire finalmente l’aeroporto di Tuzla.
8) Mettiamo particolarmente in guardia tutti contro la natura distruttiva di ogni politica che tolleri la spartizione della Bosnia Herzegovina secondo criteri etnici e che consideri i capi dei partiti nazionalisti come gli unici rappresentanti dei tre popoli della Bosnia Herzegovina. Una tal politica costituisce una grande ingiustizia verso tutti quei croati, serbi e musulmani bosniaci che considerano se stessi innanzitutto come cittadini della Bosnia Herzegovina, e che non desiderano essere costretti entro recinti etnici. Sino a quando i partiti nazionalisti considereranno se stessi come rappresentanti esclusivi degli interessi delle loro rispettive nazioni, non ci sarà alcuna speranza di instaurare una giusta pace in Bosnia Herzegovina. Le conseguenze di questa politica si possono vedere nel modo in cui sinora è stato attuato l’accordo di Washington, ed in particolare nel modo come è stato tollerata la forzatura della statualità della cosiddetta Herceg-Bosnia, mettendo così in pericolo le future prospettive della federazione tra Croazia e Bosnia Herzegovina. Coloro che hanno iniziato la guerra non possono costruire la pace.
9) Pertanto consideriamo necessario estendere un efficace aiuto – morale, materiale e politico – a quei partiti politici ed iniziative civiche che hanno dimostrato – attraverso l’esempio di Tuzla – che è possibile, persino in condizioni di guerra e di aggressione, preservare la convivenza multi-culturale ed uno spirito di tolleranza. Se vogliamo contribuire a preservare uno spirito di tolleranza ed a creare i prerequisiti per la costruzione di una società democratica, allora dobbiamo aiutare tutte quelle forze che sostengono l’opzione civica. Queste forze devono essere incoraggiate ad evitare ogni reciproco malinteso ed a concentrarsi insieme sulla lotta per la democrazia e la tolleranza, particolarmente nella difesa della legalità e nella promozione dello spirito di una società civile.
10) L’Europa democratica, della convivenza multi-culturale e dell’anti-fascismo si trova di fronte ad una scelta: o si aiuta il “modello Tuzla” a diventare un esempio per tutte quelle comunità in Bosnia Herzegovina dove ai cittadini sinora è stato impedito di esprimere la loro innata aspirazione verso una società civica, multi-culturale e tollerante, o si contribuirà – anche con la sola passività – all’irreparabile distruzione di ogni speranza per la ricostruzione di una Bosnia Herzegovina multi-culturale e tollerante. Ma ciò significherebbe la sconfitta dei fondamentali valori della moderna Europa.
(per informazioni e contatti:
Forum civico di Tuzla, presso Drazena Peranic, Zagabria, tel/fax 00385-41-616227
Verona Forum for Peace and Reconciliation in ex-Yugoslavia, Rada Gavrilovic, Parlamento europeo c/o Alexander Langer, Bruxelles, tel.0032-2-2844379, fax 2849206)
Risoluzione finale della Conferenza internazionale a Tuzla (Bosnia Herzegovina) "E' possibile un'Europa che non sia multi-culturale?"promossa dal Forum Civico di Tuzla e dal VERONA FORUM PER LA PACE E RICONCILIAZIONE NELL'EX-JUGOSLAVIA Tuzla (Hotel Tuzla), 3-5 novembre 1994