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Intervento del dott. Maurizio Cantore a nome dei Donatori di Musica: E TUTTI I GIORNI DOPO,

9.10.2013, www.donatoridimusica.it

Cara Presidente Laura, Onorevoli, Amici,  sono onorato di essere qui con voi e felice di raccontarvi una bella storia che nasce in Italia, in quell’Italia che in queste settimane di tragedie umane, ha dimostrato che concetti come solidarietà e amore appartengono alla maggior parte dei suoi figli . E’ la storia di Donatori di Musica. La storia di persone che rimangono tali o addirittura scoprono di essere persone migliori nel momento più difficile della loro vita, quella della diagnosi di cancro. La storia di 8000 di pigiami lasciati negli armadi dei reparti di oncologia negli oltre 200 concerti  che  si sono svolti in questi 5 anni perché al concerto si va ben vestiti anche se è in ospedale. La storia di volontari che con gioia  cambiano volto e attraverso nuove azioni trovano sempre più forti  motivazioni. La storia di musicisti che si tolgono il frac e suonano nell’abbraccio di persone che ascoltano con il cuore prima che con l’orecchio. La storia di medici che si tolgono  il camice, vivono nelle stanze della quotidianità oncologica, prima ascoltano e poi parlano per  una più vera  condivisione. La storia di luoghi dove il dialogo è orizzontale e non dall’alto verso il basso, dove anche le  paure più nascoste hanno modo e forza di essere dette, dove i desideri cancellati da qualche etto di tumore possono riaffacciarsi, dove insomma la speranza viene ripescata e rianimata. La storia di luoghi dove il malato con tumore non ha soltanto diritti, ma anche doveri , principalmente verso se stesso, il primo dei quali non diventare MALATO di PROFESSIONE, persona cioè che parla solo al passato, cancella il futuro dal suo immaginario e si TRSFORMA nella SUA MALATTIA. La storia di un  nuovo tipo di  relazione  tra medico e malato in cui l’obiettivo di cura diventa un obiettivo comune e la strada per raggiungerlo diventa una strada MAI PERCORSA  da soli.

 La musica è un fertilizzante magico di questo nuovo terreno d’incontro.

E proprio dall’occasione di un incontro nel giugno 2007 nell’oncologia di Carrara, nasceva l’idea di Donatori di Musica.  Gian Andrea Lodovici uomo della musica, critico musicale famoso e importante produttore di musica classica, entrava nel mio studio di Carrara per fare l’ultimo piacere alla moglie Caterina ed al piccolissimo figlio Giorgio. Sentire un’ ulteriore opinione sul trattamento del proprio cancro allo stomaco. Erano 12 mesi che eseguiva chemioterapie, perdeva capelli, faceva esami, stava sempre peggio e la musica era stata cancellata nei suoi pensieri. Quella musica che per lui era stata sempre motivo ed ispirazione di vita.

In quel primo incontro, che poteva essere anche l’ultimo, non ho parlato di nuove chemioterapie , di armi più potenti o mirate per combattere il suo cancro, ho chiesto il suo aiuto per fare dei concerti nel mio reparto. I suoi occhi subito hanno cambiato orizzonte, prima mi passavano attraverso con indifferenza, ora si posavano sui miei,  accesi però da un dubbio:

“perché lui, mio possibile salvatore CHIEDE a me aiuto, a me che ho il cancro?”

Proprio in quel momento, la luce si è riaccesa in lui e gli ultimi mesi della sua vita sono stati con gioia percorsi a creare concerti e poi stagioni musicali nella nostra oncologia. Gian Andrea  con serenità e profonda stima ha quindi ceduto il testimone a chi , lui ne era certo, avrebbe proseguito il suo cammino, Roberto Prosseda uno dei più noti pianisti italiani che da subito lo ha raccolto con entusiasmo e fortissime motivazioni. Nasceva così l’idea di creare una rete di musicisti, medici, volontari, malati., familiari, infermieri, psicologi per portare la grande musica non episodicamente ma continuativamente nelle oncologie italiane. E dopo Carrara ecco che Claudio Graiff, primario Oncologo di Bolzano, costruiva il secondo punto della rete delineando una retta  e quindi la direzione da seguire.  E poi ecco le oncologie di Brescia,  Vicenza,  Roma,   Sondrio e  Saronno con oltre 200 concerti suonati in questi anni. E arriviamo ai giorni d’oggi.

L’incontro con la Fondazione Alexander Langer e le motivazioni che hanno premiato DDM, sono state per noi RIVELATRICI di obiettivi da raggiungere e non di mete già colte: il concetto di NON VIOLENZA di una medicina che attualmente tende ancora ad istituzionalizzare il malato e di fatto a spegnere il suo essere persona. Porlo al centro della nostra attenzione, significa che lui può solo chiedere e ricevere, non dare e offrire.

DDM è una semplice imbarazzante rivoluzione che quotidianamente pone al centro NON il MALATO , ma la COSTRUZIONE DI UNA RELAZIONE con lui come persona che può anche dare e offrire.
Attualmente 6 oncologie italiane sono attive, a gennaio prossimo entreranno l’oncologia pediatrica di Parma e il Servizio di Igiene Mentale di Castelfranco Veneto.

Le caratteristiche principali di DDM sono 3:

Il roster di DDM include oltre 200 musicisti di altissima qualità sia musicale (debbono essere professionisti con esperienza documentata nazionale ed internazionale) che empatica

La Filiera del dono per cui i musicisti, gli albergatori, gli accordatori, i  fotografi i cuochi e tutti gli “attivisti” lo fanno gratuitamente e ovviamente i concerti , aperti a malati, familiari, volontari e personale sanitario sono gratuiti. E questo sta portando alla  scomparsa della parola GRAZIE

Il format che prevede 4 fasi: la preparazione del concerto, quella del concerto , quella del buffet tutti insieme e quella di tutti i giorni dopo

Ognuna di queste fasi ha delle precise e ben definite caratteristiche, che in comune hanno l’azione di STIMOLO sulla progettualità e sull’esaltazione dei talenti di tutti, in modo particolare degli ammalati che sono indotti ad essere parte attiva di tutto ciò che accade e non al centro dell’attenzione dei  cosiddetti “curanti”.

La fase del concerto nella quale il musicista è chiamato a dare una musica diversa da quella che suona di fronte a platee anche di migliaia di persone, protetto dal palco e dalla irraggiungibilità del “grande maestro”. Qui suona in mezzo  a persone  che sentono il suo respiro e vedono le vene delle sue mani. Non può nascondersi e deve donare la sua musica più intima perchè chi l’ascolta lo fa con il cuore e con la pelle. E quindi deve scoprire la sua musica più innamorata che, a volte è capitato, lui stesso non aveva mai sentito prima.

Ma di tutte le fasi dei concerti di donatori di musica quelle più importanti sono tutti i giorni dopo: non servirebbe a niente avere assistito al più grande ed emozionante concerto del secolo  se tutti i giorni successivi non venisse mantenuta quella magica relazione che si è creata DURANTE il concerto. Ecco perché la bellezza e la grandezza della rivoluzione di donatori di Musica si vede ancora di più in tutti i giorni dopo: proprio  nella quotidianità ospedaliera fatta di vittorie e di sconfitte, fatta di lacrime ed abbracci.

Fatta di carne di scienza e di cuore.

 

Maurizio Cantore

 

 

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