Paolo Valente - L'arte del prenderi cura
(Bill in Vita Trentina, 30.6.2013) – “I care”, il motto che richiama don Lorenzo Milani e la scuola di Barbiana, dà il titolo ad Euromediterranea 2013 che va in scena a partire dal 3 luglio. Il tema di fondo è l’“arte del prendersi cura”, come spiega Enzo Nicolodi, presidente della fondazione Alexander Langer. È anche un appello a chi “fa politica” a farlo guardando alle persone più che alle ideologie o alle beghe di partito? “Ognuno – dice Nicolodi – può leggere l’I care come desidera e forse può essere anche un modello che politici capaci e sensibili possono effettivamente prendere nel loro difficile compito al servizio della comunità. Il lavoro continuo della Fondazione Langer è senza ombra di dubbio un percorso di formazione politica, una scuola politica in senso alto. La lunga lista dei premiati dal 1997 ad oggi lo sta a testimoniare. I premi sono sempre sollecitazioni che abbiamo voluto dare alla cittadinanza che vive in Sudtirolo, alle rappresentanze politiche ed alle istituzioni. Un focus sempre acceso sui diritti umani della persona”. e che si fa carico di lanciare un messaggio importante: il malato è innanzitutto una persona e come tale esso va accompagnato nel suo dialogo con la malattia, nel suo viaggio dentro l’istituzione ospedaliera, nei suoi rapporti con altre persone, medici, infermieri. Viene messo a fuoco il rapporto che si instaura, tra le persone in simili circostanze, depotenziandone i significati gerarchici, autoritari per un approccio più sereno e complessivo. E questo attraverso il dono della musica, linguaggio universale, trasversale. C’è bisogno di generosità nelle nostre comunità, soprattutto in un periodo in cui c’è un forte richiamo della foresta a fare ognuno i propri interessi a discapito del vivere sociale. In questo caso ‘donare’ è fondamentale soprattutto nei momenti della vita più difficili come la malattia. Ma è un donare a più sensi di marcia, uno scambio tra persone. I musicisti donano la musica, i medici e infermieri donano il loro ruolo, le persone malate il loro dolore, la loro sensibilità, il loro esempio, i parenti la loro vicinanza: in sostanza si dona, si scambia reciprocamente umanità. In questo contesto anche il come affrontare la malattia diviene un dialogo serrato in cui la globalità della persona assume significati rilevanti”.
Da quel 1995 sono passati quasi vent’anni. Che cosa direbbe Alex Langer della crisi e del periodo che stiamo vivendo? “Confermo – risponde Nicolodi – quello che già molti sanno: Langer è oggi attualissimo. Spesso molte sue intuizioni si sono concretizzate ed avverate. Soprattutto mi preme evidenziare che le modalità di approccio ai problemi, il come affrontare le crisi tutti assieme, sviluppando comunità e partecipazione, ‘desiderabilità’ dei cambiamenti e rispetto delle differenze, nuovi stili di vita e condivisione, restano sempre indicazioni validissime. Più che immaginare cosa potrebbe dire o scrivere ora Alex, forse è importante rileggerlo con lo sguardo dell’oggi per individuare nei suoi scritti e nelle sue riflessioni gli strumenti culturali e politici di un cambiamento necessario”