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Diario di Srebrenica - Appunti di viaggio a Srebrenica del gruppo clown dell'associazione Sagapò. Bolzano Teatro Cristallo 26.9.2008

20.9.2008, Associazione Sagapò

Chiara Visca e Paola Conti dell’Associazione Culturale “Sagapò” di Bolzano hanno accompagnato un gruppo di sei ragazzi (Maggie Bernocchi, Federico DeGasperi, Giada Gatti, Valerio Larcher, Davide Nardin, Sara Pantaleo) - che negli anni passati hanno preso parte al progetto del Teatro Cristallo e dell’Ufficio Giovani della Provincia di Bolzano Street Play - alla Settimana Internazionale “Vita e voci di Srebrenica” ( 24 - 29 agosto 2008) organizzata dalla “Fondazione Alexander Langer Stiftung”, durante la quale hanno proposto brevi spettacoli di clownerie e animazione teatrale per le strade di Srebrenica (BiH), collaborando anche con un gruppo di ragazzi locali.

Questi i loro appunti di viaggio che sono stati messi in scena venerdì 26.9 al Teatro cristallo di Bolzano. 

 

 
Clown in città

Viaggio fra Bolzano e Srebrenica


Le aspettative…..

prima di partire io non mi ero fatto aspettative di alcun genere. Mi ero immaginato un po’ la cittadina, il paesaggio nei dintorni ma non mi sono permesso di immaginare lo spirito e il tipo d'aria che si poteva respirare.

le mie aspettative erano quelle di trovare una città senza vita....

mi aspettavo persone mutilate, molto silenzio, un’atmosfera pesante, mai un sorriso né da parte dei bambini né dagli adulti.

in realtà, tra cento cose da fare, non ho avuto molto tempo per rendermi conto che il momento di partire era sempre più vicino e così mi sono trovata la notte prima un po’ spiazzata e anche con un po’ di timore per quello che sarebbe stato questo viaggio...

 

L’arrivo a Srebrenica….

mi aspettavo di trovare un clima molto più cupo di quello che ho trovato. All’arrivo mi è rimasta impressa una bambina, che sul ciglio della porta si è messa a salutare il pullman, proprio nei pressi di Srebrenica.

mi ha colpito la totale mancanza di luce appena passato il confine fra Croazia e Bosnia, basta attraversare un fiume per ritrovarsi in un altro mondo…

io ho il ricordo piuttosto impressionante di tutte le case distrutte e abbandonate che ho visto arrivando a Srebrenica e dei buchi lasciati dalle granate nelle case dove la gente abita ancora.

di Srebrenica quello che mi ha colpito di più sono i buchi nelle case, come se la guerra non fosse veramente finita e come se i buchi servissero a ricordarlo ogni giorno.

 

L’incontro con Srebrenica e i suoi abitanti…..

credo che non dimenticherò mai i volti delle signore anziane, piene di rughe che sembrano rappresentare ogni dolore vissuto.

E’ stato anche molto strano non notare la presenza di papà... erano presenti davvero in poche famiglie.

le persone non hanno dimenticato ma grazie alla loro forza d'animo e al loro spirito hanno saputo guardare avanti.

a cena e a pranzo si vedeva il calore e la gentilezza della gente di questo posto. I cuochi e le persone che lavorano nei ristoranti, insieme alle famiglie che ci ospitavano, sono stati davvero affettuosi e ospitali.

mi sono rimaste impresse un sacco di immagini, soprattutto la strada da fare ogni volta per tornare a casa, con i mucchi di legna fuori dalle case. E la vecchietta, che ci ospitava, che ci veniva ad aprire la porta senza che avessimo il bisogno di suonare il campanello e, a modo suo, chiedeva come stavamo, cosa avevamo fatto e cosi via (almeno spero)…

e che ci cucinava pita fritta con la cipolla a colazione e poi ci guardava magiare, sigaretta in bocca e sudoku alla mano.

 

I bambini …..

dei bambini mi ha colpito la spavalderia iniziale, ma soprattutto il cambiamento avvenuto in pochi giorni: si sono veramente affezionati a noi e onestamente non l’avrei ritenuto possibile per quelle piccole belve…

i bimbi, una volta che ci hanno visti in vesti di clown non ci hanno abbandonato più. All'inizio erano violenti tra di loro e con noi…Però poi, mi è parso, che siano diventati meno violenti nei nostri confronti giorno dopo giorno.......

era davvero bello vederli sorridere, e vedere come erano contenti di giocare con delle semplici bolle di sapone..........

I ragazzi…..

e i nostri coetanei, Milan, Branco, Mladen e Miroslav che si sono messi a nostra disposizione per farci da spalla nei nostri pezzi singoli e che hanno ballato con noi tra le risate generali.

il campo giovani sulla Drina (che sembra quasi il titolo di un film) è, per me, un sacco di volti nuovi che mi ricorderò per sempre.

al campo sulla Drina, mi ha fatto tanto piacere quando ho fatto fare una capriola a una ragazza e lei, dopo averla fatta, mi ha ringraziata perché io le avevo detto che ce la poteva fare, ma lei non credeva di esserne capace.

 

L’incontro con la guerra….

tutta la giornata al campo sulla Drina coi nostri coetanei è stata davvero divertente!...magari non tanto quando chiedo a un ragazzo perché è stato in Spagna e dopo una breve pausa e un sospiro mi risponde: “Ok, mio padre è morto in guerra. C’è un’associazione che organizza viaggi all’estero per gli orfani di guerra e mi hanno portato in Spagna”…dobro!

mi viene in mente la faccia di Milan che ci dice che non sa canzoni bosniache allegre perché non ha figli e la sua infanzia è stata la guerra....anche se alla fine una ce la trova e si diverte a insegnarcela ridendo della nostra pronuncia!

io mi ricordo la risata del vecchino al parco, mentre ci guardava fare una scenetta. E anche le tre persone che si erano fermate a vedere la scenetta da lontano e anche loro ridevano.

una delle mie immagini è il ricordo del signore anziano con la stampella che passeggiava nella piazza. L’uomo più spaesato che abbia mai visto.


Potocari….

e poi l’uomo, nel video di Potocari, che piangeva anche se si era salvato dalla marcia della morte.

di Potociari mi ha colpito tutto.

Ma forse la cosa che mi ha colpita di più è stata quando, il signore che ci raccontava ha detto, che mentre scappavano, pensavano che nessuno al mondo sapesse cosa stavano passando e che sembrava che fossero soli al mondo…

Potociari: .... questa distesa di lapidi bianche, tutte spaventosamente uguali e marmi con i nomi,  tantissimi nomi, morti tutti lo stesso giorno e le testimonianze di sopravvissuti che ti dicono che avrebbero preferito morire…

forse dopo Potociari il nostro ruolo di clown ha acquisito un nuovo senso e una nuova consapevolezza. Ed è stato di aiuto anche per noi, per non pensare tutto il giorno, ogni minuto, a quello che avevamo visto…

però ho pensato che un problema del genere nel nostro libro di storia occupava mezza pagina al massimo. Di solito si pone tutta l’attenzione sulle guerre mondiali ma non si pensa che una situazione come quella ha cambiato la vita a molte persone. O almeno, io non ci avevo mai pensato mentre studiavo quelle cose...

 

La partenza…..

poi è arrivato il momento di partire.

Il viaggio di ritorno è stato un po’ scioccante perché è stato come  se tutto quello che avevo vissuto questa settimana fosse riemerso di botto e mi soffocasse….

 

Tornare a Bolzano….

tornare a Bolzano è stato strano… sabato sera in piazza Erbe poi.......troppa gente, davvero troppa gente tutta insieme, dopo una settimana in cui alle 23.00 poliziotti con brutte facce ti mandavano a letto, perché c’era il coprifuoco....

Dopo una iniziale fase di depressione ed odio nei confronti dell’umanità in generale (semplicemente per il fatto che non capivano ) ho rincominciato pian piano a riprendere i ritmi che avevo prima. Non ho ancora raccontato a nessuno (tranne il mio migliore amico) quello che ho passato e vissuto li. Mi rifiuto.

C’è la gente che ti chiede come è andata, cosa hai fatto… e non basterebbe un mese per raccontare!Alla fine si cerca di riassumere il tutto con “un’esperienza fantastica, faticosa, devastante, ma anche molto divertente, che senz’altro mi rimarrà nel cuore per sempre!”

Ci siamo noi sei, in Piazza delle Erbe, che al barista rispondiamo hvala!

 

Giada, Davide, Sara, Valerio, Maggie, Federico

 

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