Alessio Florio: ALEXANDER LANGER, VENT'ANNI FA SI SPEZZAVA L'INQUIETO CAMMINO
Due decenni dopo la tragica morte di Alexander Langer le sue riflessioni su convivenza, conversione ecologica e nonviolenza ci indicano un cammino vitale e preziosoAlexander Langer era una persona che suscitava sentimenti profondi, che una volta incrociato non si poteva ignorare. Lo si disprezzava o lo si amava. Poteva suscitare disprezzo nei “materassi di piume”, per scriverla alla Dé Andre, in coloro che quotidianamente sopravvivono, senza rendersi conto della forza dirompente e straordinaria umana della passione, della sete di conoscenza, di giustizia, di umanità, che si accontentano di quotidiane squallide consorterie, egoismi, meschini e osceni tradimenti, volgari interessi. Ma, per fortuna, l’esistenza umana non è solo questo. La purezza e la profondità dell'animo umano sa andare oltre ogni barriera, ogni egoismo, amando rivolgendo lo sguardo soltanto verso lo scrigno custodito nel cuore dell'uomo. Ed Alexander era un faro in questo cammino, nel quale di un’esistenza bella e appassionata come la sua ci si può solo innamorare. Un amore appassionato che Alexander ha donato, in un’inquieta staffetta mozzafiato continua, senza mai fermarsi.
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cartello di associazioni e movimenti sta portando avanti la campagna per una legge di iniziativa popolare e nei mesi scorsi migliaia e migliaia sono state le firme raccolte.
Al G7 a Napoli del luglio 1994 disse anche “silenziate un po', per favore, i vostri altoparlanti, moderate le vostre televisioni, limitate le vostre pubblicità, contenete le vostre telenovelas! Date spazio e voce, ospitalità e megafono alle molte voci dei piccoli, alle voci del sud, alle voci di coloro che non scelgono di gridare, o che non hanno più fiato per farlo”. Mai come oggi sarebbe vitale per la democrazia e la società farlo. Che sia la crisi (dalla Grecia, su cui i media si stanno scatenando in rappresentazioni a dir poco irreali, funzionali solo agli interessi della finanza e dei Potentati economici di Bruxelles) o le tante guerre intorno a noi (Libia, Siria, Ucraina), fino alla “politica” (le virgolette non sono casuali) italica, è incredibile come si sentano tantissime voci, analisi più o meno presunte e tanto altro vuoto cianciare, ma manca sempre la voce degli ultimi, degli impoveriti, di coloro che vivono e su cui gravano i pesi delle crisi, delle ingiustizie, della mancanza di umanità di questo nostro derelitto e disperato mondo. Alexander lo ha attraversato in un viaggio leggero, profondo, con lungimiranza e mitezza d'animo che si sposavano perfettamente con una radicalità e una coerenza del pensiero e della pratica quotidiana esemplari, con intelligenza profonda nel guardare l'umanità, impegno appassionato, generosità dei sentimenti che lo ha portato al dono totale di sé agli altri e alla politica.
In uno dei biglietti che gli furono trovati accanto scrisse “continuate in ciò che è giusto”. Quella ricerca del giusto che porta a non trovare mai riposo, a donare tutto se stessi e sentire che non basta mai, sentendo il dovere di donare sempre più, ogni secondo della giornata perché le proprie incombenze, problemi, anche necessità, personali appaiono quasi tempo rubato all’attivismo, alla politica, agli altri. Quando saremo capaci di raccogliere questo testimone il suo “viso serio e gentile” e la sua esistenza “invidiabilmente ricca di viaggi, di incontri, di conoscenze, di imprese, di lingue parlate e ascoltate, di amore” ci guideranno ancora. E ci illumineranno il cammino.
Alessio Di Florio