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Piero Confalonieri: Continuare in quello che è giusto, un messaggio di Alexander Langer

1.7.2012, Terra Nuova

Roma, 21 giugno - Venerdì scorso, nella cornice della manifestazione "Abbracciamondo" di Malegno (Brescia), si è tenuto l’incontro “Decalogo per la convivenza interetnica” sulla figura di Alexander Langer, compagno – fra l’altro - di molte battaglie di Terra Nuova.
 
Oggi, mentre i lavori della conferenza delle nazioni Unite Rio+20 sono ancora in corso e la sua eco risuona già terribilmente attutita, Piero Confalonieri (Terra Nuova), ci spiega l'incredibile attualità del messaggio politico e ambientale di Langer. In un mondo sempre più globalizzato e stretto sotto la morsa soffocante del paradigma dell'eterna, quanto illusoria, crescita, è importante tentare di recuperare il senso del “futuro” e quello- meraviglioso! - del “limite” per ricacciare lontano l'odioso "Re Mida fuori controllo",  sovrano del nostro tempo. Ribadendo a gran voce che "è necessario continuare quello che è giusto". Sempre.
 

Sono passati diciotto anni da quando Alex Langer, promotore di reti, mobilitazioni, esperienze contro la guerra, per il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente, per la convivenza e la “conversione ecologica”, ha deciso di finire i suoi giorni. Alex, infaticabile nel seguire iniziative, scrivere, partecipare a incontri, viaggiare in lungo e in largo per l’Europa, ad un certo punto, nel luglio 1995, ha sentito troppo pesante il peso delle aspettative.

Un messaggio  scritto poco prima dell’ultimo gesto chiede ai suoi compagni di “... continuare in quello che è giusto”.

Nato in Alto Adige (Südtirol), ha vissuto da subito e in prima persona la tensione inter-etnica tra residenti tedeschi e italiani, cosa che marcherà il suo interesse e il suo attivismo per la convivenza interculturale. Eletto deputato al Parlamento europeo nel 1989, diventa primo presidente del neo-costituito Gruppo Verde europeo. Stando dentro le istituzioni, ha sempre lavorato attivando reti della socidetà civile, iniziative trasversali sulle tematiche della pace, dei diritti umani, dell’ambientalismo. In alcune iniziative, ha collaborato con Terra Nuova.

Nel 1994, ha lasciato due documenti con caratteristiche simili, cioé brevi scritti molto densi di concetti ed esperienze concrete vissute.

Un primo documento è stato da Alex chiamato “Tentativo di decalogo per la convivenza inter-etnica”, dove in una nota lo stesso autore chiarisce che “inter-etnico” è da riferirsi a tutte le situazioni di incontro tra diversi (diverse religioni, diverso colore della pelle, diverse culture). Oggi sarebbe più agevole sostituire il termine inter-etnico con quello di interculturale.

Questo testo sviluppa con poche frasi dieci punti programmatici per rendere possibile un lavoro sull’interculturalità e la convivenza.

Questi punti sono:

  1. La presenza di più culture sullo stesso territorio sarà inevitabilmente la norma più che l'eccezione; l'alternativa è tra rifiuto ed esclusivismo etnico o la scelta della convivenza
  2. Identità e convivenza: mai l'una senza l'altra. Senza la consapevolezza di essere italiano, non costruisco nessuna convivenza ma mi ‘travesto’ da qualcos’altro... Nè inclusione nè esclusione forzata
  3. Conoscersi, parlarsi, informarsi, inter-agire: "più abbiamo a che fare gli uni con gli altri, meglio ci comprenderemo"
  4. Identità etnica magari sì, ma non a una sola dimensione: territorio, genere, posizione sociale, tempo libero e tanti altri denominatori comuni. Non fondare l’identità personale solo su una variabile; non appartenenze solo etniche ma anche sportive, musicali, ecc.
  5. Definire e delimitare nel modo meno rigido possibile l'appartenenza, non escludere appartenenze ed interferenze plurime
  6. Riconoscere e rendere visibile la dimensione pluri-etnica di un luogo: i diritti, i segni pubblici, i gesti quotidiani, il diritto a sentirsi di casa.
  7. Diritti e garanzie assicurati da leggi sono essenziali ma non bastano; norme etnocentriche favoriscono comportamenti etnocentrici
  8. Dell'importanza di mediatori, costruttori di ponti, saltatori di muri, esploratori di frontiera. Occorrono "traditori della compattezza etnica", che da una ‘tifoseria’ instaurino il dialogo con l’altra, ma non "transfughi" che rompano completamente con il proprio gruppo di appartenenza.
  9. Una condizione vitale: bandire ogni violenza. La consapevolezza della facilità con cui si innesta una spirale di violenza, ci impone di assumere un atteggiamento vigile su ogni forma ed espressione di odio o rifiuto, che porta a considerare normale la discriminazione o la ‘pulizia etnica’.
  10. Le piante pioniere della cultura della convivenza: l’importanza dei gruppi misti inter-etnici (per piccoli che possano essere).

Il testo è molto attuale, e la sua lettura è oggi emozionante perché si coglie come lo sguardo di Alex riuscisse a focalizzare le dinamiche di lunga durata ma al contempo senza perdere la capacità di focalizzare il presente e dare indicazioni concrete. E’ emozionante perché si parla di noi, ci fa sentire nuovamente che il quotidiano (e a volte frustrante) sforzo per ‘tessere’ relazioni umane di ascolto e convivenza, di far vivere gruppi misti di lavoro tra persone assai diverse, di smontare pezzo per pezzo barriere e muri, è importante. E’ importante anche perché ci toglie subito dall’impiccio del ‘buonismo’, come atteggiamento sciatto che facilmente vira al sottile razzismo. Scrive Alex: «Per la prima volta nella storia si può - forse - scegliere consapevolmente di affrontare e risolvere in modo pacifico spostamenti così numerosi di persone, comunità, popoli, anche se alla loro origine sta di solito la violenza (miseria, sfruttamento, degrado ambientale, guerra, persecuzioni...). Ma non bastano retorica e volontarismo dichiarato: se si vuole veramente costruire la compresenza tra diversi sullo stesso territorio, occorre sviluppare una complessa arte della convivenza». Di questa complessa arte della convivenza siamo chiamati ad essere maestri e artigiani.

Il secondo testo di Alex Langer, dello stesso periodo e con lo stesso intento di ‘distillare’ la sua esperienza è “La conversione ecologica potrà affermarsi solo se apparirà socialmente desiderabile”. I punti sono:

  1. Abbiamo creato falsa ricchezza per sfuggire a fasle povertà. Re Mida patrono del nostro tempo.
  2. Non si può più far finta di non sapere. L’allarme è orami suonato da almeno un quarto di secolo ed ha generato solo provvedimenti frammentari e settoriali
  3. Perché l’allarme non ha prodotto la svolta? E’ già finito l’intervallo di lucidità (Stoccolma 1972, Rio 1992)?
  4. ... Sviluppo sostenibile. Pietra filosofale o nuova formula mistificatrice?
  5. A mali estremi, estremi rimedi? (Muoia Sansone con tutti i filistei? Ecodittatura?)
  6. La domanda decisiva è: come può risultare desiderabile una civiltà ecologicamente sostenibile? “Lentius, Profundius, Suavis” al posto di “Citius, Altius, Fortius”
  7. Possibili priorità nella ricerca di un benessere durevole
  8. Una Costituente ecologica?

Rileggerlo in questi giorni in cui è in corso con fuochi d’artificio retorici il summit mondiale “Rio + 20” è nuovamente esperienza impressionante. L’allarme continua a suonare sempre più forte e chiaro circa il raggiunto ‘punto critico’ di assorbimento dei cambiamenti antropogenici da parte del Pianeta, ma nessun provvedimento è stato né verrà preso. Anche le proposte abbozzate nel punto 7, sono assolutamente attuali e prioritarie, ma restate inascoltate e disattese. Il testo è ora ripubblicato dalla casa editrice Gli Asini con altri interventi di Alex Langer e di Giuseppina Ciuffreda, in un libretto dal titolo “Conversione ecologica e stili di vita. Rio 1992-2012”.

Rileggerlo nuovamente dà l’idea di quanto i temi proposti dall’area di azione e pensiero definibile come “rosso-verde” abbia prodotto analisi lungimiranti e profetiche, ma non sia stata capace di trasmetterle in modo convinto e convincente (anche questi due aggettivi, uniti così da Langer, nell’indicare la necessità di un discorso che obblighi gli interlocutori a una messa in discussione).

La crisi economica mondiale, provocata da un Re Mida fuori controllo, la violazione dei diritti dei migranti che si compiono in Italia sotto i nostri occhi, le guerre fratricide in giro per il Pianeta ci obbligano a fare di più e meglio, a “continuare in quello che è giusto”... per noi, i nostri figli e anche per Alex

 

Piero Confalonieri

Malegno - Terra Nuova Roma

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