Adopt Srebrenica Adopt Srebrenica Viaggio 11 luglio 2007 / scritti 2005-2007

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La comunità della Bosnia ed Herzegovina in Italia, chiede un minuto di raccoglimento per le vittime del genocidio di Srebrenica. La fondazione Langer aderisce con convinzione alla proposta

5.7.2005, Comunità della Bosnia e Herzegovina in Italia
Per informazioni: Enisa Bukvic Per informazioni: Comunità della Bosnia e Herzegovina in Italia, Enisa Bukvic 333
5871288, bosnausrcu@tiscali.it, tel.+39 06 7001745 tel/fax +39 06 55263445 e-mail: bosnausrcu@tiscali.it
FORUM - Via Santa Croce in Gerusalemme 106 , 00185 Roma , Italia

Roma, 03/07/2005. In occasione del decimo anniversario del genocidio di Srebrenica, la
Comunità della Bosnia ed Herzegovina in Italia invita i cittadini, le istituzioni e i
mezzi di comunicazione a dedicare, il prossimo 11 luglio 2005, un minuto di silenzio nel
ricordo delle circa 10.000 vittime musulmane che furono uccise e inumate in fosse comuni
dagli aggressori serbi.
L’11 luglio 1995 le forze serbo-bosniache sotto il comando del generale Ratko Mladiæ e i
paramilitari serbi di Arkan e di Vojislav Seselj entrarono nella città di Srebrenica – enclave
sotto il controllo delle Nazioni Unite, presenti con uno sparuto drappello di soldati olandesi
e, fino al 19 luglio successivo, ebbero il tempo e la libertà di compiere il peggiore dei
massacri che il 19 aprile 2004 il Tribunale internazionale dell'Aja per l'ex Jugoslavia (Tpi)
ha definito con il termine di “genocidio”. Tra l’11 e il 19 luglio furono deportati e uccisi
almeno 10.000 uomini considerati in “età militare”: in realtà, molti di loro erano solo dei
bambini o dei vecchi del tutto impossibilitati a tenere in mano un’arma. Molte donne
furono inoltre rapite, stuprate e uccise dalla soldataglia serbo-bosniaca.
“L’obiettivo degli aggressori non era solo conquistare la città, né solo procedere con una
strage etnica, uccidendo migliaia di musulmani. Loro obiettivo era minare, se possibile
definitivamente, ogni possibilità di convivenza tra popoli che, invece, per secoli avevano
convissuto tra loro pacificamente, creando in Bosnia una culla di civiltà laica e cosmopolita
che ha sempre fatto dello scambio umano e culturale il suo più grande punto di forza”
spiega Enisa Bukviæ, presidente della Comunità della Bosnia ed Herzegovina in Italia.
“Non dimenticare Srebrenica è fondamentale anche per questo: per far capire a uno
sparuto e violento gruppo di nazionalisti che la civiltà non arretra di fronte alla forza bruta,
e che la convivenza tra i popoli non è un’utopia, né un male, perché la Bosnia è proprio
nata e si è forgiata sul principio della convivenza e della multiculturalità” aggiunge Enisa
Bukviæ.
La Comunità della Bosnia ed Herzegovina in Italia propone che il minuto di silenzio si
svolga alle 12:00 di lunedì 11 luglio 1995, ora in cui, nel cimitero memoriale di Potocari, a
tel.+39 06 7001745 tel/fax +39 06 55263445 e-mail: bosnausrcu@tiscali.it
Srebrenica, saranno inumate altre 600 vittime del genocidio identificate attraverso l’analisi
del Dna, portando il numero dei sepolti nel memoriale a circa 2.000. Altri 8.000 corpi
attendono ancora di essere identificati e di poter essere a loro volta sepolti.
La Comunità della Bosnia ed Herzegovina in Italia ha organizzato alla fine di maggio un
convegno nazionale in tre giornate – a Roma, Piacenza e Milano – per ricordare Srebrenica
e la seconda importante ricorrenza di questo 2005, la firma degli Accordi di Dayton, che
alla fine del 1995 sancirono la fine della guerra e l’inizio dell’ingovernabilità della Bosnia.
L’associazione Bosnia Herzegovina Oltre Confine, la casa editrice Infinito
Edizioni, l’associazione Pl@netnoprofit, il Centro di Servizio per il Volontariato (Spes),
l’Associazione Italiana per la Solidarietà tra i Popoli (Aispo) e l’Associazione Lipa, che
hanno partecipato all’organizzazione del convegno di maggio, si associano al ricordo del
genocidio di Srebrenica e alla richiesta di un minuto di silenzio per non dimenticare i lpiù
grave e atroce genocidio della storia europea del XX secolo dopo quelli perpetrati durante
la seconda guerra mondiale. Inoltre aderisce all’appello anche l’Associazione
Nazionale Progetto Orfeo per non fare morire un’altra volta le vittime.
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