All the promises we keep
A Srebrenica abbiamo compiuto il primo passo del nostro percorso di storia orale nell’ambito del progetto internazionale “Cultura della memoria nella prevenzione dei conflitti”, nato dalla sinergia tra la Fondazione Alexander Langer e Adopt Srebrenica con il sostegno della Provincia di Bolzano.
Dopo un lungo e proficuo lavoro di preparazione, dal 25 luglio ai primi giorni di agosto la squadra composta da Gabriele Santoro, giornalista responsabile dell’attività, dalla traduttrice Laura Di Marco, dal videomaker Giuseppe Chiantera e dall’accademica spagnola Arancha Garcia Del Soto, che vanta una vastissima esperienza internazionale in questo campo, con il fondamentale supporto locale di Bekir Halilović e Valentina Gagić Lazić ha registrato le prime trenta ore d’interviste con il gruppo di dodici persone di Srebrenica che ha scelto di partecipare al progetto.
I loro racconti personali rappresentano le tessere iniziali di un mosaico prezioso di storie che s’intrecciano con la Storia, il coraggio di chi sceglie di affidare i propri vissuti, rompendo l’oblio e i silenzi propri della guerra, la sfida complessa delle nuove generazioni che varcano il confine dell’appartenenza etnica e vogliono un futuro diverso per questa terra meravigliosa.
Siamo onorati della fiducia e della generosità con cui queste persone hanno scelto di condividere il proprio tempo e l’energia emotiva per rievocare la resistenza nelle esperienze dolorose legati alla barbarie della guerra. Nel dialogo si sono creati momenti emotivamente molto significativi e forti che hanno rotto lo schermo di solitudine che avvolge Srebrenica. Nelle interviste abbiamo affrontato il passaggio attraverso le generazioni del trauma della guerra e del genocidio perpetrato nel luglio del 1995. Le loro memorie hanno ricostruito il senso di comunità prima della disgregazione della Jugoslavia. E abbiamo guardato al futuro per un’analisi della condizione di vita oggi a Srebrenica e delle prospettive per i giovani che a fatica, sul dolore, provano a ricostruire innanzitutto una grammatica delle relazioni umane.
Al ritorno in Italia abbiamo cominciato a tradurre ed elaborare le interviste. Attraverso i canali della Fondazione Alexander Langer vi terremo costantemente aggiornati sullo sviluppo e le direzioni del progetto che richiede e punta a creare sinergie di rilievo in Italia.
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Abbiamo compiuto il primo passo del nostro percorso di storia orale a Srebrenica: trenta ore d’interviste registrate, le tessere iniziali di un mosaico prezioso di storie che s’intrecciano con la Storia, il coraggio di chi sceglie di affidare i vissuti personali, rompendo l’oblio e i silenzi propri della guerra, la sfida complessa delle nuove generazioni che varcano il confine dell’appartenenza etnica e vogliono un futuro diverso per questa terra meravigliosa.
Ringrazio di cuore la squadra, composta da persone e professionisti straordinari, che ha creduto nell’idea fino alla sua realizzazione: Laura Di Marco, Arancha Garcia Del Soto, Giuseppe Chiantera insieme a Bekir e Valentina che l’hanno infine resa possibile nell’ambito del progetto internazionale “Cultura della memoria nella prevenzione dei conflitti”, nato dalla sinergia tra la Fondazione Alexander Langer e Adopt Srebrenica con il sostegno della Provincia di Bolzano.
Oggi ricordo le sensazioni del giorno in cui ho cominciato a scrivere e condividere questo progetto. Nell’ottobre del 2021 a Srebrenica, sole alto e giornata particolarmente calda. Dall’ufficio di Adopt ho preso una sedia e mi sono messo a scrivere sul marciapiede antistante la bozza del discorso di accettazione della cittadinanza onoraria dedicata da Sarajevo ad Alexander Langer. Camminando sulla strada verso la scuola si sono fermati un bambino e due bambine che hanno chiesto il mio nome. Ho ricambiato la domanda e ho promesso loro che non avrei dimenticato come si chiamano. Ora noi non potremo più dimenticare alcun nome e storia incisi nella memoria ed è bellissimo.
Gabriele Santoro da Srebrenica, 31.7.2023