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Gigi Patat: Con Andreina a Capo Nord

13.11.2005, Andreina, 2005, inedito Foto: Gigi Patat
Sono passati vent’anni ma il ricordo di quel meraviglioso e “drammatico “ viaggio non mi abbandonerà mai.
Ho ancora davanti ai miei occhi il sorriso di Andreina con in mano la ventola che doveva risolvere i problemi meccanici del mio camper TL28, causati qualche giorno prima dalla rotture delle pale della ventola durante la risalita della Finlandia fra lunghe strade diritte, boschi pieni di funghi e laghi pieni di zanzare.

Ho ancora impresso fortemente il ricordo del giorno prima. Eravamo smaniosi di arrivare a Capo Nord, per ammirare il sole a mezzanotte. Noi dell’equipaggio Patat (Pina, Gigi e Simone), ci eravamo dimenticati di quasi tutto: di avere un camper senza sistema di raffreddamento con la ventola rotta, che a nord di Hammerfest si doveva percorrere una strada tortuosa ma soprattutto in salita. Infatti, al primo tornante il motore è andato in ebollizione. Ma chi se ne frega. In quel momento la cosa più importante era di arrivare alla nostra meta. Accostiamo ed abbandoniamo il camper per il momento inservibile. Gli altri due equipaggi si fermano per soccorrerci e noi saliamo su quello dei Lorenzi (Gabriella e Bruno, con Andreina). Ma Bruno si era completamente scordato di essere in riserva. Quindi altro stop forzato dopo un chilometro, altro forzoso abbandono, a lato della strada, del mezzo pure lui fuori uso.
Prendiamo la decisione improvvisa, ma perentoria, di utilizzare il terzo piccolo camper dei Botteselle (Tiziano, Daniela e Ivan) per arrivare a destinazione. Tiziano farà due viaggi per recuperare i….naufraghi e portarli all’agognata meta. Ne valeva la pena
C’era il sole, cosa assai rara, con un paesaggio lunare e una luce irreale. E anche il freddo e la fame. Alle due di notte decidiamo di ritornare. Recuperiamo un po’ di gasolio dal mio camper e lo travasiamo in quello a secco di Bruno. Nessun problema per il rientro, tutto in discesa, per il mio camper senza ventola.
Alle tre del mattino, finalmente, Pina ci prepara una delle più gustose pastasciutte della nostra vita. Decidiamo di fermarci in questo posto incantevole per alcuni giorni.
Torno così all’inizio di questo racconto.
Ecco il ricordo di Andreina con la ventola in mano, ritirata da un meccanico distante oltre 100 km dal campeggio di Hammerfest. Ancora una cena all’aperto con un sole che non vuole tramontare, l’aria fredda, il cielo terso e la compagnia di un gruppo di renne mendicanti dei nostri avanzi.
Ecco Andreina dopo cena, a discorrere, a sognare, a programmare le escursioni dei giorni successivi con tra le mani la guida delle isole Lofoten.
E addormentarsi, dopo qualche minuto, con il sole della sera stampato sulla fronte.

(Gigi Patat guidava uno dei tre camper “amici” che hanno accompagnato Andreina nel suo ultimo viaggio in Norvegia)

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