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Sulla politica dell'Unione nel settore dei diritti umani
14.4.1994, PE B3-0403/94
PROPOSTA DI RISOLUZIONE presentata a norma dell'articolo 40, paragrafo 5, del regolamento dagli onn. Langer, Roth, Aglietta e Onesta a nome del gruppo Verde per concludere la discussione sulle interrogazioni orali B3-0017 e B3-0018/94 sulla politica dell'unione nel settore dei diritti umaniIl Parlamento europeo,
- viste le disposizoni del Trattato sull'Unione europea, firmato a Maastricht, in particolare il titolo V, disposizioni relative alla politica estera e di sicurezza comune,
- vista la propria risoluzione del 27 maggio 1993 che contiene la posizione del Parlamento europeo in merito alla Conferenza mondiale sui diritti umani, svoltasi sotto l'egida delle Nazioni Unite a Vienna nel giugno 1993,
- vista la propria risoluzione del 9 febbraio 1994 sulle misure internazionali necessarie per un'effettiva protezione delle popolazioni indigene (),
- viste la relazione annua sulle attività della Comunità europea e degli Stati membri nell'ambito dei diritti umani, presentata al Parlamento europeo dalla Presidenza danese del Consiglio nel maggio 1993, e la relazione "provvisoria" presentata al Parlamento europeo dalla Presidenza belga nel febbraio 1994,
CONSIDERAZIONI GENERALI
1. riafferma che i diritti umani - quali enunciati, fra l'altro - nella Dichiarazione universale sui diritti umani, nella Convenzione internazionale sui diritti civili e politici e nella Convenzione europea sui diritti umani - sono universali, indivisibili e interdipendenti;
2. afferma che il rispetto e la difesa dei diritti delle donne meritano un'attenzione particolare da parte dell'Unione, con l'obiettivo ultimo di conseguire una reale ed effettiva uguaglianza della donna in ambito sociale e politico;
3. afferma che le violazioni dei diritti umani sono una legittima preoccupazione della comunità internazionale, che non può in alcun caso essere considerata ingerenza negli affari interni di un paese, in particolar modo di paesi che attraverso la sottoscrizione della Carta delle Nazioni Unite e delle maggiori convenzioni internazionali a difesa dei diritti umani si sono impegnati al loro rispetto;
4. è del parere che in ogni accordo Unione europea - paesi terzi debba essere inserita la clausola del rispetto dei diritti umani e dei diritti sociali e che vi debbano essere previsti strumenti di sospensione automatica degli accordi in caso di violazione di tali diritti;
5. ritiene che l'Unione europea debba in ogni modo rafforzare il dialogo con l'ONU, la CSCE e il Consiglio d'Europa e altresì sforzarsi di coordinare al massimo le proprie prese di posizione e le proprie azioni all'interno di essi;
6. accoglie favorevolmente la nomina di un Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite; chiede all'Unione europea di sostenerlo attivamente, di rinforzare il suo ruolo e di cooperare con esso;
7. ribadisce la necessità che l'Unione aderisca alla Convenzione europea dei diritti umani e delle libertà fondamentali;
8. chiede che ogni Presidente del Consiglio, prima dell'entrata in funzione, annunci le priorità e lo consulti in materia di protezione e promozione dei diritti dell'uomo;
9. ritiene necessario il potenziamento della cooperazione con il Consiglio attraverso un'informazione periodica di carattere flessibile, in modo ufficiale o riservato in funzione degli argomenti affrontati;
10. ritiene in particolare necessario che ci sia una costante informazione da parte del Consiglio e della Commissione sul seguito dato alle risoluzioni del Parlamento;
11. chiede al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri di attribuire grande importanza ad azioni destinate alla lotta contro la pena di morte, contro la tortura, contro le esecuzioni extragiudiziarie, così come grande importanza deve essere attribuita all'educazione in materia di diritti umani sia all'interno che all'esterno dell'Unione europea;
PROFUGHI
12. ritiene che un'efficace politica sui profughi vada riconcepita e attuata velocemente, in modo particolare negli Stati dell'Unione in cui è alta la tensione in questo senso;
TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE
13. chiede al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri di contribuire generosamente alle necessità di bilancio del Tribunale internazionale incaricato di giudicare i responsabili di crimini perpetrati nel territorio dell'ex Jugoslavia (risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite n. 826 del 22 febbraio 1993);
14. appoggia la creazione di un Tribunale internazionale permanente per giudicare i responsabili di crimini contro l'umanità e perseguire gli autori di gravi delitti contro il diritto umanitario internazionale;
MINORANZE
15. ricorda il proprio sostegno all'edificazione di un'Europa pluriculturale, nella quale regni la tolleranza basata sul rispetto delle differenze di sesso, razza, religione, lingua, cittadinanza; ricorda in questo senso le sue varie prese di posizione contro la purificazione etnica;
16. esprime la necessità di una più stretta collaborazione - in particolare per quanto riguarda le minoranze - con la CSCE e il Consiglio d'Europa; chiede agli Stati che non l'hanno ancora fatto di firmare e/o di ratificare rapidamente la Carta europea delle lingue regionali;
17. esprime il proprio sostegno all'azione dell'Alto commissario per le minoranze della CSCE e chiede che gli siano messi a disposizione i mezzi necessari per la prevenzione dei conflitti;
POPOLI INDIGENI
18. ritiene che priorità debba essere data all'azione in materia di protezione dei popoli indigeni attraverso la soppressione delle discriminazioni in ambito sociale, culturale ed economico;
19. chiede in particolare alla Commissione e al Consiglio di agire per il rispetto e la tutela dei popoli indigeni attraverso
- la fissazione di criteri di finanziamento di progetti comunitari compatibili con i loro diritti e la loro cultura,
- la loro associazione ai progetti che li riguardano,
- la formazione specializzata di funzionari europei destinati all'esame delle questioni che li riguardano,
- lo sviluppo dell'informazione tecnica e giuridica per i loro rappresentanti,
- la trasparente destinazione delle linee di bilancio riguardanti la tutela dei loro diritti;
BILANCIO COMUNITARIO
20. esorta il Consiglio e la Commissione a progredire nella trasparenza dei fondi di bilancio destinati alla realizzazione di una politica coerente per quanto attiene ai diritti umani, come misura indispensabile per una corretta analisi delle priorità, delle linee di azione e dei progetti avviati in questo settore;
21. ritiene che i fondi destinati alla tutela dei diritti umani, alla politica di sviluppo e alla democratizzazione, pur aumentati rispetto a bilanci precedenti, siano ancora insufficienti a far fronte ai principi espressi dal Parlamento e dagli stessi Consiglio e Commissione: ne chiede quindi un aumento per i prossimi esercizi di bilancio;
22. ritiene che le ONG a carattere umanitario costituiscano un canale importante per il flusso degli aiuti umanitari, in particolar modo nelle situazioni eccezionali;
23. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e ai Segretari generali delle Nazioni Unite, della CSCE e del Consiglio d'Europa.