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Relazione su una visita compiuta in Albania

17.2.1992
PARLAMENTO EUROPEO: Relazione su una visita compiuta in Albania, nei giorni 4, 5 e 6 febbraio 1992

Bruxelles, 17.2.1992

Insieme ad una delegazione del "Comitato di solidarietà e cooperazione con l'Albania e gli albanesi in Italia", di cui sono co-fondatore, mi sono recato in Albania dal 4 al 6 febbraio 1992. Insieme a me hanno partecipato al viaggio (in genere per un periodo più lungo del mio) altre 10 persone (cittadini italiani). Abbiamo portato circa 22 tonnellate di aiuti alimentari (valore: 150 mio. lire italiane), raccolti tramite iniziative di volontariato soprattutto a Reggio Emilia, diretti essenzialmente ai 52 asili infantili della regione di Vlore, per assicurare la sopravvivenza alimentare per 4 mesi; in precedenza, con un'altra missione, erano stati inviati medicinali, viveri ed un pulmino donato poi ai sindacati indipendenti a Tirana. Abbiamo constatato un disperato bisogno di aiuto e di cooperazione, soprattutto in campo sanitario ed alimentare. Ci ha impressionato fortemente lo stato di povertà e di degrado che ha spinto la popolazione ad abbattere selvaggiamente tutti gli alberi che si trovano, dovunque, a portata di mano, per trasformarli in legna da ardere, e talvolta da costruzione.

Incontri e colloqui sono stati condotti, soprattutto in vista di ulteriori forme di cooperazione stabile nel campo degli scambi universitari e della formazione professionale, dell'agricoltura biologica, del turismo ecologico, della forestazione, della sistemazione dei minori dispersi in Italia, della cultura, con numerosi interlocutori, tra i quali spiccano: il "forum indipendente delle donne", i sindacati indipendenti, il movimento degli studenti di Tirana (che ha tenuto la sua conferenza negli stessi giorni della nostra permanenza), le sorelle di M.Teresa di Calcutta, alcuni istituti universitari (Botanica, Scienze, Diritto, Economia..), associazioni naturaliste ed ecologiche, il dipartimento della "cooperazione multilaterale" al Ministero degli Esteri albanese, l'amministrazione regionale di Vlore, la delegazione della C.E. che opera localmente (Fréderic André), l'ambasciata italiana e l'"operazione Pellicano" (la missione delle forze armate italiane che opera in Albania per la distribuzione degli aiuti umanitari).

Per verificare la situazione politica e le sue prospettive, in vista delle elezioni anticipate fissate per il 22 marzo 1992, ho avuto anche una serie di colloqui politici, nelle quali - accompagnato da esponenti del "Comitato di solidarietà" - ho potuto ascoltare tutti i punti di vista rilevanti e rappresentati attualmente sulla scena politica. Ecco qui un breve riassunto degli incontri avuti:

Presidente Ramiz Alia: il Presidente della repubblica ci ha ricevuto, su proposta dei sindacati indipendenti; un incontro cordiale, con molti ringraziamenti per gli aiuti, e con un richiamo alla necessità di non trasformare - in generale - la distribuzione di aiuti in sostegno politico a questa o quella forza (ci siamo detti d'accordo, ed abbiamo spiegato di aver agito esattamente in questo senso); abbiamo sottolineato la necessità di garantire la difesa del patrimonio ambientale e culturale dell'Albania (oggi si è di fronte ad un attacco selvaggio e massiccio a tutti gli alberi, p.es.) ed espresso l'auspicio che presto in Albania ci possano essere forme rappresentative di coordinamento tra organismi non governativi, operanti nei campi della cooperazione. - Personalmente ho anche accennato alla necessità di garantire una campagna elettorale realmente pluralista e senza restrizioni all'informazione, esprimendo il parere che ciò sarà seguito con grande attenzione dalla Comunità europea.

Partito socialista (ex-"partito del lavoro", cioè comunista): incontri con i due vice-presidenti Servet Pellumbi e Spiro Dede (causa malattia del presidente Fatos Nano); il Partito socialista ritiene anch'esso che gli aiuti all'Albania e la cooperazione debbano svolgersi attraverso strutture neutre, non partitiche; per il resto esprimono la volontà di far parte della "famiglia socialista europea", lasciandosi alle spalle il passato; preferirebbero un governo di grande coalizione, nella prossima legislatura; si rendono conto che sarà assai difficile conciliare la modernizzazione economica con unha adeguata protezione sociale.

Partito democratico: incontri avuti con il presidente Salih Berisha e con i vice-presidenti Gramoz Pashko (ex-vice-primo ministro) e Azem Haidari (ex-leader studentesco); il P.D. ritiene che gli aiuti all'Albania siano urgentissimi e vadano dati a prescindere dalla situazione politica del paese; i democratici ritengono però di avere buone carte in mano per poter vincere le elezioni (magari insieme ad altre forze di opposizione), e si dicono indisponibili a qualunque forma di governo di coalizione che comprenda i socialisti (ex-comunisti). Ritengono che questa volta gli studenti - pur poco mobilitati in politica - possano impegnarsi di più perché l'opposizione convinca la gente nelle campagne.

Partito repubblicano: incontro avuto con Sabri Godo, presidente del partito. Conferma che gli aiuti umanitari e la cooperazione comunitaria con l'Albania devono comunque esserci, anche a prescindere dal quadro politico, e lamenta la desolata condizione sociale ed ambientale del suo paese. Auspica un accordo elettorale tra più forze dell'opposizione, come i repubblicani hanno chiesto ed offerto. Esclude una coalizione comprendente il partito socialista. Ritiene che l'opposizone possa vincere questa volta, seppure di misura.

Partito ecologista: si è formato, nel frattempo, un nuovo partito ecologista albanese, questa volta - sembra - più consistente e serio, guidato da Nevruz Maluka e da altri scienziati e naturalisti, con i quali mi sono incontrato. Non ne è ancora certissima la partecipazione elettorale, ma ritenuta assai probabile, soprattutto se si riuscirà a togliere di mezzo il "finto" partito ecologista di Namik Hoti, che viene giudicato emanazione del vecchio regime. (La formazione di Nevruz Maluka è giudicata positivamente da Salih Berisha, che raccomanda ai verdi europei di aiutarli più da vicino.) Gli ecologisti si dicono bisognosi di ogni tipo di cooperazione, soprattutto sul piano ambientale, e si dichiarano disaponibili alla collaborazione con gli altri partiti di opposizione, non invece con i socialisti.

Partito socialdemocratico: incontro avuto con Teodor Lago, scrittore, vice-presidente del partito (il presidente Gjinushi, ex-ministro dell'educazione, ex-comunista, era indisposto). Dice che il suo partito esiste già da prima le elezioni del marzo 1991, alle quali comunque ha giudicato di non voler partecipare per non dividere le forze dell'opposizione. Questa volta però i socialdemocratici, che vantano buoni rapporti con l'Internazionale socialista, vorranno presentarsi alle elezioni, preferibilmente in alleanza con le altre forze dell'opposizione democratica (se il partito democratico lo accetterà). Criticano un po' una supposta inclinazione del Partito socialista italiano verso il "partito socialista" (ex-comunista). Sugli aiuti: anche loro ritengono che debbano comunque andare all'Albania in quanto tale.

Sulla minoranza greca: ho avvertito una certa tensione intorno alla minoranza greca; da un lato i circoli albanesi (governo ed opposizione) accusano la Grecia di privilegiare fortemente la minoranza greca nella distribuzione di aiuti, e di strumentalizzare tali aiuti per sostenere soprattutto il ruolo economico di cittadini della minoranza greca, o di operatori greci. Vengono sollevate critiche sul trattamento che la polizia di frontiera greca riserverebbe ai cittadini albanesi, anche con i documenti in regola. Si critica anche che in Grecia circolerebbero carte geografiche che indicano parte del territorio della repubblica d'Albania come territorio greco.

In questo clima solo pochi democratici (tra i quali esponenti dei sindacati indipendenti) hanno còlto l'importanza di garantire comunque alla minoranza greca la piena libertà di partecipazione elettorale, nelle forme sinora consuete attraverso "Omonia", cosa che la nuova legge elettorale approvata dal Parlamento albanese sembra escludere, visto che prevede solo la presenza di partiti politici, e non più di candidati indipendenti o di associazioni.

Sul Kosovo: nonostante le (o a causa delle?) forti difficoltà interne dell'Albania, la questione del Kosovo è fortemente presente a tutte le forze politiche albanesi. Si chiede solidarietà al Kosovo, contro la Serbia, e si sottolinea che anche il Kosovo deve avere il diritto all'autodeterminazione, con tutto ciò che ne potrebbe - magari in un secondo tempo - conseguire.

Alexander Langer, membro della Commissione Affari Esteri e Presidente della Delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con Albania, Bulgaria e Romania

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