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Dawid Warszawski: Londra e Srebrenica – lezioni per il mondo e per l’Europa

16.7.2005, Gazeta Wyborcza”, Varsavia, 11-07-2005
Non sappiamo ancora chi sia il responsabile dell’attacco al metro londinese, ma tutto sta a indicare che, come in Israele, a Beslan, a Mosca ,a Madrid, a Bali, a New York, a Washington e nella Parigi degli anni Novanta, si tratti di un delitto dei fondamentalisti islamici. Nonostante la reazione britannica, che suscita tutto il nostro rispetto – in città non ci sono stati momenti di panico e soprattutto si sono evitati reazioni di vendetta contro i mussulmani – dobbiamo aspettarci che per la maggior parte degli europei questo attacco costituirà un’ulteriore conferma del fatto che l’islam ha dichiarato guerra alla nostro tipo di civiltà.

I più colti faranno riferimento a Samuel Huntington, gli altri a Oriana Fallaci, i cui pamphlet velenosi contro l’islam oggi non si situano più a un margine estremistico ma si sono spostati in maniera quasi inavvertita proprio al centro del modo di pensare europeo. E’ difficile d’altronde stupirsene, in una situazione in cui, benché solo una minima percentuale di mussulmani sia impegnata attivamente nel terrorismo, la stragrande maggioranza degli attacchi terroristici al mondo è compiuta appunto da mussulmani.

Ieri, pochi giorni dopo l’incubo londinese, a Srebrenica, in Bosnia, è stato celebrato solennemente il decimo anniversario della maggiore strage avvenuta nell’Europa del dopoguerra. Nel corso di pochi giorni dopo la conquista di questa cittadina abitata da musulmani i serbi bosniaci hanno assassinato nelle sue vicinanze quasi ottomila persone. E’ un numero di vittime superiore a quello di tutti gli attacchi terroristici sunnominati messi insieme. Così come questi attacchi, anche questo crimine è stato preparato con cura e realizzato con sangue freddo. Anche qui le vittime sono stati i civili. E così come negli attentati terroristici, anche qui essi non avevano possibilità di scampo. Una sola cosa rende diversa Srebrenica dai successi attentati terroristici, le cui vittime osserviamo sugli schermi dei nostri televisori: Strebrenica è stata una strage preannunciata.

L’offensiva serba durava già da diversi giorni – gli abitanti della cittadina sapevano bene cosa li aspettava. Lo sapeva anche il comando delle forze dell’ONU, che aveva dichiarato Srebrenica zona sicura e aveva annunciato che un attacco contro di essa aveva ricevuto una risposta fulminante della NATO. Ma i caschi blu hanno consegnato ai serbi persino i civili che avevano cercato rifugio nel loro campo, e la Nato non reagì in alcun modo. Una richiesta di intervento aereo presentata dal comandante locale delle forze ONU non venne accettata perché redatta su un formulario sbagliato.

Il delitto di Srebrenica è stato solo l’ultimo di una serie di massacri avvenuti in Bosnia che per anni il mondo musulmano, da Lagos a Kuala Lumpur, osservò quotidianamente sugli schermi dei propri televisori. Le divisioni serbe venivano benedette da sacerdoti cristiani, ortodossi, mentre i politici europei – dunque, agli occhi dei musulmani, cristiani – facevano a gara nelle loro ipocrite dichiarazioni di cordoglio. Per tre anni l’Europa cristiana non ha fatto pressoché nulla per mettere termine a uno sterminio in cui sarebbero morti 200.000 mussulmani bosniaci, dichiarando allo stesso tempo che l’islam ha ovviamente diritto di cittadinanza in Europa, a patto di diventare europeo. Ma è difficile immaginare musulmani più europei dei bosniaci, popolazione slava laica e assimilata fino alla punta dei capelli.

Il Rais-ulema Mustafa Ceric, guida spirituale dei musulmani di Bosnia, nei suoi sermoni del venerdì sera nella moschea di Sarajevo, sosteneva che questa guerra è l’ultima crociata dell’Europa cristiana. Quando gli dissi che non mi sembrava un paragone esatto mi rispose: "E allora immaginiamo che la guerra abbia avuto un corso diverso e che sia l’esercito musulmano bosniaco che assedia Belgrado da tre anni, incendia le chiese, bombarda i musei, violenta le donne e uccide i bambini. Credo davvero che in una situazione del genere l’Europa cristiana se ne starebbe a sedere con le mani in mano?". E’ una domanda a cui possiamo rispondere da soli. E poi pensiamo cosa dovevano sentire milioni di mussulmani mentre davanti ai loro oggi si svolgeva questo massacro quotidiano, a oltre alle notizie dalla Bosnia gli arrivavano quelle dalla Cecenia, o da Israele.

No, i sostenitori della teoria della guerra di civiltà non hanno ragione. La guerra decisiva avviene dentro ognuno di loro: fra i sostenitori e gli oppositori della guerra santa contro gli stranieri. In questa guerra Oriana Fallaci è un’alleata, e non una nemica di bin Laden, entrambi infatti sanno rifornirsi meravigliosamente di motivazioni. I mussulmani nel loro complesso non hanno motivo di sostenere i terroristi: sono loro, in Iraq, in Algeria, a morire più numerosi a causa del terrore. Ma è difficile stupirsi del fatto che non riescano a fidarsi dell’Europa cristiana. Mentre noi spesso preferiamo riconoscere “il vero volto dell’Islam” nel viso deformato dall’odio di bin Laden piuttosto che in quello ad esempio di Mustafa Ceric, che da anni lavora instancabile per il dialogo fra le religioni, attività per la quale ha ricevuto un riconoscimento dal Consiglio Europeo dei Cristiani e degli Ebrei.

Dopo Londra, le fobie antislamiche degli europei sono giustificate così come le fobie antieuropee dei mussulmani dopo Srebrenica. Accordando a noi stessi il diritto al pregiudizio, non possiamo certo rifiutarlo ad altri. E andiamo creando una profezia che potrebbe autorealizzarsi.

(Traduzione di Laura Mincer)

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