Khalida Toumi, Alexander Langer e le donne algerine
Nel primo anniversario della morte di Alexander Langer, il 3 luglio 1996, fu un gruppo di parlamentari europei, appartenenti a diversi gruppi a proporci l'istituzione di un Premio alla sua memoria e si offrirono di finanziarne la dotazione di 20 milioni di lire, cosa che avvenne fino al termine della legislatura del 1999.
A gestirlo fu incaricata la piccola associazione promossa da Langer stesso nel 1994, con il nome provocatorio “Pro Europa” (prima di tutto in casa propria nei confronti del gruppo Verde, che presiedeva, allora attestato su posizioni quasi antieuropeiste, inaccettabile per lui che fin da ragazzo aveva fatto dell'Europa una possibilità di ombrello protettivo contro i sempre risorgenti nazionalismi.
Venne creato un Comitato Scientifico che fu presieduto fino alla sua morte nel 2005 da Renzo Imbeni, che scelse nel 1997 di destinare il primo Premio alla femminista algerina Khalida Messaudi, poi divenuta ministra della cultura, costretta a vivere in clandestinità per una fatwa emessa dal Fronte islamico di salvezza.
Venimmo a sapere più tardi che l'ultimo intervento di Langer al PE era l'illustrazione, il 29.6.1995, di una mozione in favore delle donne algerine in cerca di asilo:
“E in questo le donne in Algeria, organizzate o no che siano, le donne che oggi rivendicano i loro diritti spesso contro un forte pregiudizio, in cui l'essere donna diventa motivo di persecuzione, essere donna e rivendicare diritti politici diventa oggetto di ulteriori discriminazioni, aprendo noi le nostre porte a loro riconoscendole come perseguitate politiche, riconoscendo in loro delle titolari di diritto all'asilo, noi compiamo appunto un investimento democratico, un investimento di ripacificazione verso la società algerina, perché sappiamo bene che la società algerina avrà bisogno proprio di queste risorse per potersi evolvere in senso democratico. Quindi apriamo le nostre porte.”
(Edi Rabini)