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CAPITOLO I - COSTRUENDO PONTI (1)
(Ivo Andric)
Autunno 1980, ponte Talvera a Bolzano. Alexander Langer, in compagnia di alcuni amici, ferma tutti i passanti chiedendo loro, anche un po' bruscamente, "Italiano o Tedesco?" Secondo la risposta che riceve, li fa a passare da una parte o dall'altra del ponte, rigorosamente separati. (2)
Questa piccola manifestazione, organizzata da Langer per protestare contro quel censimento etnico che lui chiamava le opzioni del 1981, (3) è sintomatica della vita intera del politico sudtirolese. Langer aveva infatti passato tutta la vita a svolgere una funzione di "ponte", inconsciamente prima, come esplicita scelta politica poi: tra culture, tra lingue, tra schieramenti politici (senza per questo rinunciare a scelte nette). Oggi sceglieva un ponte diviso, segnato dalla separazione etnica, per denunciare l'ennesima, forse la definitiva follia, della politica sudtirolese.
La battaglia contro il censimento etnico del 1981, che solo in parte si ripeterà 10 anni dopo, rappresenta un punto di svolta nella vita politica di Langer.
Da poco tornato, dopo oltre un lustro passato tra la Germania e Roma, alla politica sudtirolese - era stato eletto in consiglio regionale con un eccezionale risultato personale nella lista Nuova sinistra - Neue Linke nel novembre del 1978 - e angosciato dalle prospettive segregazioniste che scorge nell'estremizzazione del confronto etnico della sua Heimat, si impegna come pochi nel cercare, pragmaticamente, di ottenere delle modifiche che rendano almeno meno pericolosa una scelta che, in ogni modo, non andava fatta. Con altri 13000 "cittadini sudtirolesi", rifiuterà poi di dichiarasi appartenente ad un gruppo, perdendo buona parte dei suoi diritti civili.