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1.2 - L'adolescenza: un'identità oltre i muri

Langer si affaccia agli anni Sessanta con questa sensazione di fastidio nei confronti di ciò che vede intorno a sé.
Nel 1959 la Svp abbandona la Giunta regionale lamentando l'eccessivo peso di Trento e dell'Ente regionale nella definizione delle politiche sudtirolesi e sostenendo che lo Statuto non solo tutela poco la minoranza di lingua tedesca, ma che sia viceversa uno strumento di italianizzazione strisciante. E' il primo passo concreto del Loss von Trient lanciato pochi anni prima, il 17 novembre 1957 a Castelfirmiano, dal nuovo leader del partito Silvius Magnago. Inizia un periodo di altissima tensione tra il gruppo tedesco, rappresentato compattamente dalla Svp, e lo Stato. Spesso lo scontro degenera in attentati terroristici contro obbiettivi individuati come simbolici dell'italianità in Sudtirolo: tralicci dell'alta tensione, monumenti, caserme dell'esercito e dei carabinieri. La Svp non ne è responsabile, ma non condanna mai apertamente. La tensione e lo scontro tra i gruppi etnici, naturalmente, raggiungono picchi preoccupanti, con la maggioranza della popolazione italiana schierata contro la concessione di un'ulteriore autonomia.
In Alexander, l'educazione alla tolleranza e allo scambio ha ormai preso il sopravvento sullo spirito di compattazione etnica. Langer non rinnegherà mai la propria origine di sudtirolese di lingua tedesca, tuttavia comincia a capire ed a valorizzare i vantaggi di una situazione di multiculturalità: la potenzialità di essere nato in una terra di confine, di incontro tra culture, di ponte tra grandi tradizioni culturali. L'impressione, che può essere negativa, di essere "senza patria" si confonde con quella di avere molte patrie. La sensazione di appartenenza alla propria Heimat, tipica di ogni Sudtirolese, si mischia ad un senso di sradicamento e contemporaneamente di cosmopolitismo, e si presenta ad Alexander con tutto il suo potenziale fascino. La famiglia, con la sua cultura mitteleuropea e aperta, favorisce questa crescita. I numerosi viaggi permettono gli incontri e gli scambi culturali.

Mi piace molto girare il mondo, e per fortuna i miei genitori me lo permettono, anche se vado molto da solo. A piedi, in montagna, nei dintorni di Sterzing; in bicicletta, con un raggio d'azione che arriva fino al lago di Garda, all'Engadina, nel Nordtirolo; poi con un ciclomotore che mi regalano: scopro la pianura padana, la Lombardia, la Toscana, l'Umbria, i monumenti studiati nella storia dell'arte, i luoghi di cui ho letto nei libri. Più tardi l'Europa. Mi piace dormire negli ostelli, conoscere giovani di altri paesi. E' sempre complicato spiegare da dove vengo. "Ma allora sei Italiano o Tedesco?"
Nessuna delle bandiere che spesso svettano davanti a ostelli o campeggi è la mia. Non ne sento la mancanza. In compenso riesco, con il tedesco e l'italiano, a parlare ed a capire nell'arco che va dalla Danimarca alla Sicilia. (14)

L'approccio culturale e l'apertura mentale con cui il quindicenne Alexander Langer inizia ad avvicinarsi all'impegno civile e politico nel suo Sudtirolo, cominciano ad essere definiti. Nell'autunno del 1961 fonda, con alcuni compagni di scuola riuniti nella Marianische Kongregation, Offenes Wort (Parola Aperta), rivista studentesca di ispirazione cattolica. Il primo ideale universale che lo convince e lo coinvolge è quello cristiano. I genitori non ne sono entusiasti, ma non lo reprimono. Alexander vede nell'impegno religioso uno strumento di superamento delle barriere. Di tutte le barriere:

"Mi impegno", sentendo questo impegno come cosa molto seria. Cerco di lavorare in senso ecumenico, come in quel tempo si dice: per il superamento della concorrenza tra associazioni cattoliche; per un dialogo e conoscenza reciproca con i (pochi) protestanti di Bolzano; per momenti comuni tra cattolici italiani e tedeschi. Ognuno di questi gradini presenta delle difficoltà in più rispetto a quello precedente.
Sono gli anni del Concilio. Molte le aperture e le speranze. E' bello sentirsi parte di una comunità universale in cui non si distingue "né giudeo né greco". (15)

Alexander organizza un servizio per portare legna agli indigenti, dà lezioni gratuite ai poveri e cerca di esprimere concretamente il proprio "essere cristiano".
Offenes Wort, sul quale scriverà fino all'autunno del 1966 anche con lo pseudonimo di Miles, è una rivista aperta che cerca di occuparsi di giustizia, di questioni sociali, dei "problemi dei poveri". Gli procurerà non pochi problemi, a scuola dai francescani, un'intervista al segretario della federazione giovanile comunista Anselmo Gouthier, con la quale Alexander cerca di "sapere (e far sapere) come sono i comunisti." (16) Nelle elezioni del 1968, in mancanza del Psiup, Alexander voterà per il candidato di lingua tedesca nella lista del Pci ("E' il mio primo voto, dato in mancanza di meglio" (17)), ma al momento dell'intervista a Gouthier il risultato non lo soddisfa molto, se è vero che venticinque anni dopo ricorda:

Per essere un'intervista che a scuola e presso i francescani mi costa caro, mi sembra molto magra e deludente. Forse se mi avesse spiegato in termini semplici che il mondo non si divide solo in Italiani e Tedeschi, credenti e non credenti, buoni e cattivi, come magari io lo vedevo, ma anche in classi, e questo lo si poteva riscontrare anche nella realtà sudtirolese, chissà Così invece mi appariva più concreta la San Vincenzo. E solo molti anni dopo ho saputo che a Bruneck (Brunico) in quegli anni qualcuno aveva fatto del marxismo uno strumento critico per capire meglio la situazione in cui agiva. Ma era stato a studiare fuori. (18)
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