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1.7 - "Ritorno in Sudtirolo"

Nell'estate del 1978, Langer comincia a pensare di tornare in Sudtirolo, dove vede la necessità di impegnarsi nuovamente per la convivenza tra i gruppi etnici.
Il nuovo Statuto di autonomia della Regione Trentino - Alto Adige è entrato in vigore nel gennaio del 1972, e prevede per le due Provincie di Trento e di Bolzano una più ampia autonomia ordinamentale e amministrativa, indebolendo fortemente il vincolo regionale. Per il Sudtirolo potrebbero aprirsi nuove e positive prospettive di sviluppo e di tutela delle minoranze etniche e della loro convivenza.
Gli anni Settanta hanno visto un dissenso crescente, specialmente tra i giovani tedeschi, nei confronti del partito dominante della Svp e un forte impegno culturale per il superamento delle barriere. E' un periodo che da Langer verrà etichettato più volte come primavera sudtirolese.
Le forze del dissenso altoatesino si riuniscono nel Südtiroler Kulturzentrum; comincia a svilupparsi l'idea di una sinistra sudtirolese "mista"; nel giugno del 1978 si inizia la pubblicazione di un giornale, la Südtiroler Volkszeitung, che possa rompere il monopolio del Dolomiten e dare voce a quello che si comincia a chiamare l'altro Sudtirolo. Accanto a questo - che comincia gradatamente ad ospitare articoli in lingua italiana e che si trasformerà nel 1981 in Tandem, settimanale interamente bilingue - vi sono altre due voci libere: Radio Popolare a Bolzano - che a sua volta diventerà Radio Tandem nel 1981 - e Radio Alpha a Merano. Nella sinistra sindacale la collaborazione interetnica è all'ordine del giorno. La Südtiroler Hochscülerschaft, consolida la propria collocazione a sinistra ed il proprio ruolo di "incubazione" del dissenso etnico. Un'area vasta e radicata, quindi, ma ancora esclusa dalla rappresentanza istituzionale, divisa, isolata e priva di una reale incidenza. Esistono inoltre due piccoli partiti progressisti di lingua tedesca: la Sozialdemokratische Partei Südtirols (Sps) e la Soziale Fortschrittspartei (Sfp).
I motivi di preoccupazione, del resto, non mancano. L'eccessiva rigidità nell'interpretazione dello Statuto da parte della Svp e in particolare di quelle norme che a tutela delle minoranze spingono ad una sostanziale divisione dei gruppi, producono forte insoddisfazione nel gruppo italiano. La filosofia della Svp è chiaramente espressa da Anton Zelger, assessore provinciale all'istruzione: "Tanto più ci separeremo, tanto meglio ci comprenderemo".
Con il passare degli anni, gli Italiani cominciano a sentirsi discriminati, in particolare per effetto della cosiddetta "proporzionale", che dovrebbe tendere ad un sostanziale riequilibrio etnico degli occupati nel settore pubblico statale, ma che viene vista come un intollerabile sopraffazione delle proprie prerogative occupazionali. (42) L'insofferenza cresce fino al parossismo e alla paranoia, mentre da parte tedesca sembra a volte prevalere una sorta di spirito di rivalsa per i torti subiti in passato: e in ogni caso non ci si sente ancora sicuri.
Le parti, in ogni modo, si sono praticamente invertite, ed è oggi il gruppo italiano a temere l'assimilazione e la scomparsa. Se prima gli Italiani si sentivano "padroni" del Sudtirolo in quanto rappresentanti dello Stato, oggi si sentono in sostanza abbandonati a se stessi e quanto mai degli ospiti indesiderati. La reazione va ovviamente nella direzione di una crescente ostilità verso l'autonomia e verso ogni cosa che provenga dai "gialli", (43) con uno spostamento a destra dell'elettorato italiano che inizia a vedere nel Msi un garante dell'italianità dell'Alto Adige e un supplente allo Stato "traditore".
Strumento della politica di separazione, nonché della rigorosa applicazione della proporzionale, sarà il censimento del 1981. Le regole per il censimento in Sudtirolo prevedono che i cittadini facciano una dichiarazione nominale di appartenenza etnica, in modo da creare, secondo la colorita definizione di Langer, una sorta di "catasto etnico" sulla base del quale ricevere l'erogazione dei servizi e, più in generale, dei diritti civili.
Langer, dunque, decide di tornare in Sudtirolo, per combattere da un lato le tendenze alla separazione etnica - e in particolare il censimento che, secondo lui, provocherebbe un insanabile solco - e dall'altra per cercare di coltivare i piccoli fiori della primavera sudtirolese.
L'occasione gli viene dal funerale di un amico, il poeta Norbert Conrad Kaser, che a metà degli anni Sessanta aveva rappresentato un simbolo del dissenso al potere della Svp e che aveva pubblicato i propri versi su die Brücke e i suoi commenti settimanali sulla pagina tedesca dell'Alto Adige. Kaser era morto in solitudine, dopo un lungo esilio volontario. Al funerale, però, si ritrovano tanti vecchi amici che sul finire degli anni Sessanta si erano battuti insieme per la convivenza. Alexander vi vede l'isolamento e l'impotenza di una generazione:

Per chi era "di sinistra", il funerale di Norbert era anche l'occasione per rivedersi tra compagni spesso rimasti dispersi dal 1969 in poi. Amici e compagni, molti dei quali partiti insieme negli anni '60 ed arrivati, nel frattempo, a mete diverse per strade diverse, spesso frustrati dall'enorme e vischiosa difficoltà di cambiare qualcosa in una società così monolitica e chiusa, nella perversione della nobile causa di difesa di una minoranza etnica, nella comune contraddizione di essere figli di una terra al tempo stesso assai provinciale ed assai ricca di stimoli, combattuti tra la tentazione di voltare semplicemente le spalle, lasciando cuocere nel loro brodo gli insignificanti e dispotici padrini locali e la gente che li sopporta e li appoggia, e quella di unire le nostre forze per riprovare ancora, per riprendere un discorso lasciato in sospeso, da ognuno di noi, anni addietro. Con il continuo rischio di finire anche noi nella grettezza disperata del provincialismo e della sua meschina routine ("kleinkariert": a piccoli quadretti, tutti uguali) o, viceversa, di ripetere localmente astratti modelli di progresso, di rivoluzione, di critica, di trasformazione che finivano per consolidare e rafforzare, insieme all'isolamento delle "avanguardie", il ferreo dominio di chi tutto comanda e controlla.
Fu al funerale di Norbert che decisi di tornare nel Sudtirolo, che non ci volevano altri morti, che bisognava fare qualcosa. [Corsivo nostro, n.d.a.] (44)

Comincia, per Alexander, quel lungo processo di riflessione che lo porterà, con l'inizio degli anni Ottanta, al superamento di ogni ideologia e a quella che chiamerà una conversione. (45) Nell'immediato, Langer comincia subito a muoversi: pensa ad una lista per le elezioni provinciali che si terranno in novembre. Vorrebbe dar vita ad una proposta interetnica, che possa finalmente riunire e dare voce istituzionale al variegato mondo alternativo sudtirolese. Langer non pensa di impegnarsi personalmente con una candidatura, ma quando vede che lo scetticismo e la paura del fallimento minano alla radice il pur ampio interesse suscitato dalla sua proposta, decide di mettersi in gioco. L'idea, grosso modo, è quella di mettere in campo un gruppo di persone che, come Davide contro Golia, sfidino il gigante Svp sul campo dell'autonomia e della tutela delle minoranze.

Pochi giorni dopo [il funerale di Kaser, n.d.a.] pubblico sulla Südtiroler Volkszeitung una proposta: riunire il dissenso sudtirolese, attraversando i gruppi linguistici e i residui dei gruppi politici organizzati, e affrontare - anche in occasione delle prossime elezioni regionali e provinciali - il gigante del regime sudtirolese con la fionda di David, senza dogmatismo e senza settarismo.
La proposta di formare una lista variopinta con queste caratteristiche inizialmente incontra soprattutto diffidenze e riserve. Evidentemente è più facile piangere insieme un amico comune che intraprendere una strada comune per il futuro. (46)

Ciò che, a causa dello scetticismo generalizzato, si riesce a mettere insieme, è in realtà ancora lontano da quanto Langer avrebbe sperato; tuttavia alle elezioni si presenta una lista denominata Neue Linke - Nuova sinistra, della quale Alex è il capolista. I radicali, con i quali Langer aveva cominciato ad avere rapporti come direttore di Lotta Continua in occasione della campagna referendaria del 1977, decidono di appoggiare l'esperimento della lista interetnica, non avendo la possibilità di presentare una propria lista con degli esterni (Pannella). L'abbraccio radicale è talvolta un po' soffocante, ma il rapporto è fondato sulla reciproca autonomia e si dimostra molto proficuo. Il 19 novembre, la lista di Neue Linke raccoglie quasi 10.000 voti, diventando di colpo la quarta forza politica del Sudtirolo e superando ampiamente forze politiche di più lungo insediamento e altri nuovi partiti della sinistra italiana e tedesca (Dp, la Sps e la Sfp). Langer è eletto consigliere.
Il nuovo consigliere provinciale non tarda a creare scandalo: in occasione dell'insediamento del Consiglio, coerentemente con la scelta di rappresentare il Sudtirolo alternativo e multietnico, Alexander inizia il proprio intervento in tedesco e lo conclude in italiano. Oggi è una pratica del tutto normale, ma allora Magnago e i dirigenti Svp sono shockati: per loro la lingua è l'espressione dell'appartenenza etnica e non rispettarne l'uso significa la perdita dell'identità.
Langer diventa da subito uno dei politici più amati e, allo stesso tempo, odiati del panorama sudtirolese. Amato da tutti coloro che ritengono necessario il superamento delle barriere etniche e vedono in Alex una nuova speranza, odiato dal gruppo dirigente tedesco che lo considera un Walsh, (47) e comunque un traditore, ma neppure amato dagli Italiani, che in ogni caso non si fidano di un Tedesco.

Per me è una decisione difficile accettare la candidatura e cambiare vita.
In una situazione così particolare, così circoscritta e così segnata dalla specifica problematica del conflitto etnico, mi pare giustificato impegnarmi con lo strumento del parlamentarismo. Ben consapevole di quanto esso rischi di trasformare le persone che lo usano. Problemi di coalizioni o di maggioranze non si pongono. Accanto ai 33 colleghi del parlamentino sudtirolese si può solo testimoniare l'alterità del Sudtirolo di cui si è portavoce e per il quale si lavora. Ma c'è anche un profondo limite in questo uso esclusivamente come "tribuna" di un'assemblea, ed è un limite che mi sta sempre più stretto. (48)

Rincuorato dall'inaspettato successo elettorale, il movimento multietnico si rinforza e si diffonde. Un anno dopo le elezioni, nell'autunno del 1979, un gruppo di giovani di lingua sia tedesca sia italiana, occupano un vecchio stabile dei monopoli di Stato, con l'intenzione di trasformarlo in un centro sociale autogestito e interetnico. Cominciano a lavorare ad una rappresentazione completamente bilingue della commedia "Teste tonde e teste a punta" di Brecht, che sarà poi rappresentata anche a Vienna. Il palazzo sarà presto demolito dalle ruspe del Comune, impedendo così la nascita del centro sociale, ma l'esperienza rimane nella memoria sudtirolese come una delle più rilevanti dell'altro Sudtirolo.
Anton Zelger deve intervenire personalmente per vietare un progetto di scambio tra classi, organizzato dagli studenti dei licei scientifici italiano e tedesco di Merano. Pochi mesi dopo, in tutti gli istituti italiani della provincia, si sviluppa un movimento favorevole al bilinguismo precoce, che chiede l'introduzione del tedesco nelle scuole materne ed in prima elementare.
Mentre Langer in Consiglio provinciale "osa" affermare che anche agli Italiani spetta il diritto di considerarsi Sudtirolesi; mentre sostiene gli scambi tra classi e propone che i giovani italiani abbiano le stesse facilitazioni economiche che hanno i loro coetanei tedeschi per studiare nelle università austriache: anche il movimento più specificatamente politico di Nuova sinistra comincia a diffondersi in tutta la provincia. Nelle elezioni comunali del giugno 1980, si presentano numerose liste ispirate alla cultura multietnica di Neue Linke, e con loro entrano nel dibattito politico-amministrativo anche le prime tematiche ambientaliste provenienti dalla Germania.
Quello alla fine degli anni Settanta è dunque, per l'altro Sudtirolo, un periodo proficuo di crescita e di radicamento. Langer si adopera perché cresca nei cittadini una nuova coscienza di "Sudtirolesi indivisi" in un "Sudtirolo indiviso".
Ci si sta tuttavia avvicinando a quello che molti Sudtirolesi del dissenso considerano il momento più nefasto della storia dell'autonomia, la fine della primavera sudtirolese: il censimento etnico del 1981.
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