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3.3 - "Schedatura etnica? No, grazie"

Abbiamo più volte fatto riferimento al cosiddetto "censimento etnico" che si svolge in Sudtirolo dal 1981. Abbiamo detto che rappresenta in un certo senso il fulcro dell'attività istituzionale, ma anche politico-sociale, del Langer impegnato nelle istituzioni altoatesine, nel senso che tale attività si concentrerà soprattutto sull'analisi e sulla critica di tale strumento e degli eccessi della "proporzionale" nella vita quotidiana sudtirolese. Per Langer il censimento etnico del 1981 rappresenta da un lato la definitiva istituzionalizzazione dell'ideologia segregazionista che caratterizza la Svp, e che è fin troppo ben sintetizzata dalla più volte citata frase di Zelger "più ci separeremo, meglio ci conosceremo", dall'altro una sorta di "pietra tombale" su quella che egli stesso aveva chiamato la primavera sudtirolese e sulle prospettive di pacifica e costruttiva convivenza che questa portava con sé.
Il censimento etnico comunque, al di fuori di ogni forma di rassegnazione, rappresenta l'occasione per una nuova e intensa battaglia che connoterà l'identità politica di Langer negli anni successivi. Nulla sarà più come prima e l'impegno per la convivenza andrà concretizzandosi sempre più come impegno culturale, sociale e ambientale. (65)
Prima di entrare nello specifico delle critiche di |Langer, quindi, è opportuno vedere quali siano le caratteristiche che rendono così particolare, in Sudtirolo, un normale strumento di rilevazione statistica come dovrebbe essere il censimento, rischiando anche di cadere nella giurisprudenza più di quanto non sembri necessario in un lavoro biografico e politico-sociale come questo si presenta.
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