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3.4 - Minoranze

Essendo Langer un esponente di una minoranza etnica, per altro sottomessa negli anni della sua formazione personale, ed essendosi occupato per tutta la vita di convivenza tra gruppi etnici diversi e di diritti delle minoranze, non si limita naturalmente alle minoranze che lo "riguardano" direttamente, cioè quelle insediate in Sudtirolo. Il momento più conosciuto di questo impegno, ancora una volta, è quello legato alla guerra in Bosnia ed al conflitto etnico che la ha caratterizzata. Langer, e con lui tutti coloro che avevano visto nella ex-Jugoslavia un modello di convivenza tra etnie diverse, (98) rimane particolarmente colpito dalla tragedia bosniaca e si impegna particolarmente negli ultimi anni della sua vita a prendere contatti, costruire ponti tra realtà etniche diverse, tessere reti tra i "traditori" dei rispettivi fronti etnici in modo da creare le basi per la ricostruzione del tessuto sociale e politico del dopoguerra. L'interesse particolare dedicato alla Bosnia si può far risalire alle caratteristiche stesse della situazione interetnica e pluri-culturale della regione, che a Langer sembra tanto simile a quella del Sudtirolo. Naturalmente, la conflittualità sudtirolese è ridotta grazie alla prosperità e alla stabilità economica, (99) alla comunanza religiosa (in Sudtirolo sono praticamente tutti cattolici), a un regime democratico, se pur viziato dalla sua forma etno-corporativa, al "capello europeo" nel quale è in qualche modo inserita l'autonomia sudtirolese. (100) Langer, anzi, si compiace del fatto che:

Anche le vicende della guerra nell'ex-Jugoslavia ci insegnano ed ammoniscono. Quando in Jugoslavia soffiava il vento dell'autodeterminazione (soprattutto slovena, all'inizio), anche nel Sudtirolo vi sono state spinte in quella direzione. "se l'autodeterminazione vale per gli sloveni rispetto alla Jugoslavia, perchè allora non anche per noi rispetto all'Italia?" Ma poi, quando si sono viste le drammatiche conseguenze di guerra e di violenza, l'opinione pubblica si è spontaneamente orientata piuttosto verso obiettivi ed ideali di stabilizzazione pacifica e di convivenza pluri-etnica. C'è stata, inoltre, una vasta espressione di solidarietà verso tutte le vittime di questa guerra, anche se nei primi tempi (come nella vicina Austria) si era privilegiato l'aiuto a sloveni croati: è come se si capisse più a fondo che in uno scontro inter-etnico la ragione ed il torto non stanno mai da una sola parte. (101)

Abbiamo già parlato dell'impegno pacifista di Langer e di come questo si colleghi al più generale impegno per la convivenza tra "diversi", e abbiamo anche già fatto riferimento a come la battaglia ambientalista si saldi con i valori della convivenza, la tutela dei diritti umani individuali e di gruppo, la valorizzazione delle diversità e l'emancipazione dei popoli oppressi dei paesi del sud del mondo, (102) in un'ottica tipica di tutta un'area culturale alternativa che fa riferimento a Galtung, Illich ed altri. Qui vogliamo solo passare in rassegna il materiale a nostra disposizione in cui Langer si occupa delle "altre minoranze", in modo da poter introdurre il paragrafo conclusivo nel quale ci sforzeremo di identificare se esista una sua teoria della convivenza ed eventualmente quali caratteristiche essa assuma.
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