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alexander langer (22) Cassar-Simma: Abbi cura - Trag Sorge - Take Care (11)

1.2. Il messaggio attraverso metafore, parabole, paradigmi.

L'elemento dinamico, innovatore e trasformatore, che contraddistingue Langer, è presente nella varietà di scrittura, dove i messaggi - ricchi di metafore, parabole, paradigmi - scaturiscono dalla profonda conoscenza dei problemi e dal fermo proposito della loro divulgazione (come nota Marie -Louise Friquegnon : "Conoscere significa usare la metafora"1).
Il suo stile si serve di un particolare artificio retorico di rinforzo, cioè della metafora, nata per essere facilmente condivisa. Le valenze sono particolarmente pregnanti, in quanto rimandano alla necessità del lettore "fruitore" di decodificare e interpretare a seconda della sensibilità e cultura.
Ricorre alla metafora il pendolo sudtirolese3 per delineare la situazione in Sudtirolo(complessa e unica nel suo genere) che presenta una dinamica a pendolo4.La sua oscillazione - una volta da una parte e una volta dall'altra - si basa su un rapporto di forza, tanto più se lo Stato è incapace di aprirsi ad una dialettica democratica, dimostrandosi di conseguenza forte con i deboli e debole con i forti. Questo pendolo è quindi simbolo di contrapposizione etnica. Il concetto di gabbie etniche, etichettato da lui nel 1981 in occasione della Legge del censimento, mette in evidenza una politica basata sulla divisione netta dei gruppi linguistici, come se si trattasse di un catasto etnico, caratterizzato da muri e steccati.
Nei dieci punti per la convivenza interetnica-etnica leggiamo :

Evitare ogni forma legale per "targare" le persone da un punto di vista etnico (o confessionale ecc.) fa parte delle necessarie misure preventive del conflitto, della xenofobia, del razzismo6.

Ed ecco come evidenzia il conflitto etnico :

il richiamo di solidarietà, l'appello e la capacità di mobilitazione, il potere esplosivo insito in un conflitto etnico per la forte carica emotiva, per la facile ed immediata comunicazione che genera, per l'evocazione simbolica che contiene - dobbiamo ammetterlo realisticamente - fanno dei conflitti etnici, per dirla senza fronzoli, una enorme polveriera (corsivo nostro)7.


Nomina il suddetto censimento le opzione del 1981, in riferimento al triste periodo storico delle opzioni del 1939, per segnalare la gravità di questa schedatura etnica. Mentre le opzioni del '39 (promosse dal fascismo) riguardano il solo gruppo linguistico tedesco, le cosiddette opzioni del 1981 (volute dal partito di raccolta e condivise da quasi tutti i partiti democratici del gruppo linguistico italiano) si riferiscono a tutti e tre i gruppi linguistici.
A tale proposito è da evidenziare la citazione dello storico Leopols Steurer "Wer die Geschichte kennt, weiß auch um ihre Rache und Dialektik". Chi conosce la storia, ne conosce anche la vendetta e la dialettica).
La soluzione voluta dalla "Volkspartei" viene definita per mezzo di un enunciato simbolico e metaforico : <<"divide et impera", ad ognuno il suo recinto etnico con i relativi capi>>8.

In contrasto a ciò si costruiscono ponti, che hanno invece la funzione di unire e che, come le difficoltà, esistono per essere superati, anche se con grande fatica.
Chiama etnoburocrati l'intero apparato impiegatizio che la riforma dell'autonomia, il cosiddetto "pacchetto" ha ingigantito. Definisce quest'ultimo un concordato9, in quanto deciso al vertice del potere. L'assunzione del pubblico impiego viene regolata dalla proporzionale etnica (secondo il principio dell'appartenenza al gruppo linguistico). Nasce così l'espressione langeriana "Proporziostan" (dal tedesco "Proporz"), formulazione ironica dell'applicazione forsennata della proporzionale etnica, che crea una specie di staterelli divisi e ghettizzati" ( in analogia a "Bantustan" in Sudafrica). Paragona il potere politico sudtirolese ad un gigante da affrontare con la fionda di Davide10.

Fa presente che:

Il mosaico delle particolarità etniche, delle identità etniche che spesso presentiamo come gemme in qualche modo preziose e anche difficili da difendere (corsivo nostro), questo mosaico spesso risale, andando indietro di qualche secolo alle migrazioni11.


In Il risveglio delle etnia intitola un paragrafo : "I "portoghesi" del risveglio etnico.
E' evidente un'anticipazione di successivi andamenti di tipo "leghista":

Per dirla in breve : all'ombra di un interessante e giustificato "revival" etno-nazionale avanzano anche rivendicazioni e movimenti pseudo-etnici che trovano la loro origine in genere nel tentativo di sottrarsi a qualche solidarietà ritenuta troppo ampia e onerosa. Nella crisi diffusa dei valori e delle ragioni generali, e di fronte all'imporsi di apparati complessi e impenetrabili ad ogni richiesta proveniente dal basso, diventa più facile che guadagni consensi la vita della ricerca di privilegi corporativi, di ordinamenti e diritti particolari, di autonomie speciali, del "si salvi chi può", visto che non si ritiene di poter operare per salvare il tutto e tutti. (...) Succede, dunque, che una serie di "portoghesi" cerchino di imbarcarsi sulla rotta delle istanze etnico-nazionali (...) (corsivo nostro)12

Langer parte sempre dall'esperienza, attingendo spesso il suo insegnamento - secondo la tradizione ebraica - dal libro più esaustivo della vita, la Bibbia, il cui metodo Umberto Eco13 definisce "poetico" e quindi creativo : ricco di "storie, parabole, metafore" - al di là del tempo e dello spazio - accessibili all'umanità di ogni luogo e di ogni tempo, e in rapporto al codice naturale di ognuno. Dall'ebraismo eredita anche il desiderio e la necessità di studiare a fondo la genealogia dei nomi.
I suoi messaggi, senza voler essere retorici, non mancano mia di originalità. esprimono pensieri profondi e inducono alla riflessione, venendo rielaborati e fatti propri dagli stessi destinatari, che maturano la capacità critica di fronte ai diversi avvenimenti.

La metafora, "efficace ausilio del pensiero", "costringe a sentire e vedere più intensamente e più completamente ciò che si deve comprendere"14.
Essa "non è un transfert di parola", ma - come dice G. Esnault - "una intuizione che si trasferisce"15, essendo - secondo Perelman e Olbrechts - "per eccellenza, lo strumento della creazione poetica e filosofica"16.
I.A. Richard e K. Bühler mettono tra l'altro in evidenza "il carattere vivo delle relazioni, l'esperienza concreta che dà vita alla metafora"17.
<<...e lo steso G. Esnault scrive : "la metafora è un paragone condensato...">>18.

Rievoca speso figure bibliche per dare un significato all'idea politica di divisione e collocazione in un ordine stabilito.

Bibbia

Questa è la scrittura che è stata tracciata: Mené, Techel e Prasin.
Ed ecco la spiegazione delle parole, Menè: Dio ha misurato il tuo regno e vi ha posto fine. Techel: sei stato pesato sulla bilancia e il tuo peso si trova scarso. Parsin: il tuo regno è stato diviso e dato ai Medi ed ai persiani (Daniele, Antico Testamento, cap. V)19. I segni di fuoco a Babilonia, presso il re Baldassare.

Contati, pesati, divisi, mené, techel, parsin.
Avvenuto da noi nell'autunno dell'anno 1981, con l'applauso di tutti i grandi del popolo.
Contare, pesare, dividere, mi continuano a venire in mente ricordi biblici.
Adamo, che domina tutti gli esseri viventi dopo aver dato loro un nome.
Il popolo di Israele, che nell'attraversata del deserto, oltre a ricevere i Dieci Comandamenti e numerose disposizioni, viene suddiviso in stirpi e tribù, così che un libro intero (chiamato "Numeri") deve occuparsi di questa numerazione e classificazione20.

Al di là di questo aspetto caratterizzato da regole, egli ne individua il pericolo che genera metaforicamente il disordine, sconvolgendo - di conseguenza - l'immagine del Sudtirolo: "isola felice - così decantata dagli altri politici - ma da lui, a ragione, messa in discussione. La bellezza armonica del paesaggio nasconde dei fermenti speso tragici che rimandano anche a fatti di cronaca nera, profondamente inquietanti.
Inoltre, la sua stessa fine tragica "appesa all'albero di un albicocco" è una metafora resa evidente dal suo esplicto messaggio finale: "Seid nicht traurig, macht weiter was gut war". ("Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto.") Non si tratta della fine ma di una continuazione, come ci insegna il grande libro aperto della natura.
"Un albicocco per risvegliarci" è il titolo di un articolo di Lidia Menapace <<l'albicocco nelle vicinanze della villa di Spadolino è troppo simbolico, per non essere stato voluto da uno così, preciso, severo, come era Alex>>21.
"Venite a me voi che siete stanchi e oberati" si riferisce alla citazione del Vangelo : "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò." (Nt. 11, 28).
La decisione di morire, anche se in contraddizione alla sua Lebensanchauung, risulta quanto mai simbolica e densa di significato: il carico preso su di sé (insostenibile tanto da abbattere ogni speranza) e la sopravvenuta impotenza (a realizzare fino in fondo il proprio ideale) alla fine prevalgono.
Langer rappresenta il segno del nostro tempo, dove l'identità negata è causa di alienazione.
La sua fine, segnata dalla disperazione, simboleggia l'ansia che assale chi si trova a combattere da solo una causa comune. Viene paragonato ad un puro cristallo: trasparente, durissimo, fragile.
A differenza degli altri partiti politici, quelli da lui fondati ("nuova sinistra/neue Linke" e "l'altro Sudtirolo/Das andere Südtirol") non sono, volutamente, contraddistinti da simboli e ideologie. essi rimandano al cambiamento ed alla figura di Davide contro Golia, cioè della fionda che, pur non ferendo, riesce ugualmente a vincere il più forte.
L'altro Sudtirolo rimanda all'altra Germania ("das andere Deutschland"), la Germania non nazista: termine usato nella storiografia del dopoguerra.
Da tutto ciò si può cogliere un momento pedagogico-didattico molto significativo del valore della cultura, capace di collegare il passato con il presente. Viene sottolineata l'importanza della storia nella sua accezione più ampia, come ausilio per la comprensione dell'uomo e dei popoli in genere.
E' da auspicare inoltre lo studio approfondito della Bibbia (ammessa al di fuori della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II) per una migliore comprensione - non solo dal punto di vista cognitivo - di diversi aspetti culturali (antropologia culturale, storia dell'arte ecc.).
Per contestualizzare problemi attuali Langer menziona frequentemente avvenimenti remoti. Questo modo può essere una interessante chiave di lettura della concezione di scuola: luogo vivo di acquisizione del sapere.
Inoltre, la sua scrittura, nella capacità e rapidità di tradurre linguisticamente mutamenti socio-politici, prelude ad un vero e proprio spirito innovativo.


1 in A. Fonzi/E. Sancipriano, La magia delle parole : alla scoperta della metafora, Torino, Einaudi, 1975
2 L'importanza della metafora, retaggio classicheggiante, viene evidenziata da Aristotele : << la cosa di gran lunga più importante è essere padroni della metafora. E' l'unica cosa che non si possa imparare dagli altri. E' l'impronta del genio>>. Op. cit, p.102
3 Langer, Il pendolo sudtirolese, <<Antigone>, febbraio 1985.
4 Definizione del Ministro degli Esteri austriaco Leopolod Gratz poco prima del 12 maggio 1985 (elezioni comunali a Bolzano).
5 Cfr. Langer, Ottobre 1985: in una gabbia, per sempre, <<Lotta continua>>, 18 aprile 1980 ; Minima personalia (opzione 1981: le gabbie etniche), in "La scelta della convivenza", p.27.
6 "Dieci punti per la convivenza inter-etnica": Definire e delimitare nel modo meno rigido possibile l'appartenenza, non escludere appartenenze ed interferenze plurime, in "La scelta della convivenza", cit. p.37.
7 Langer, Il richiamo dell'identità etnica, "I quaderni della Porta/65", Fondazione Serughetti La Porta, Bergamo I edizione : gennaio 1996.
Langer, Dal Sudtirolo all'Europa (Convegno del 18 giugno 1990 presso la fondazione Serughetti La Porta di Bergamo: "Autonomie dei popoli ed autorità sovranazionali"), cit. p.15.
8 Minima Personalia(opzione 1981: le gabbie etniche), op. cit., p.28.
9 Cfr.Langer, Das Paket: Konkordat in Krise?, Tandem, September/Oktober 1984.
10 Cfr.Langer, Mit einer Schleuder gegen Goliah antreten?, (Con la fionda contro Golia?), Südtiroler Volkszeitung, 8.september 1978.
11 Langer, "Fenomeni migratori: una costante della storia umana", in La scelta della convivenza, cit. p. 54.
12 Langer, Cultura della convivenza: cartina di tornasole per i movimenti etnico-nazionali, "Quaderni piacentini" n. 10, 1983.
13 U. Eco, Come si fa una tesi di laurea, Milano, Bompiani, III edizione, novembre 1995, cit., p.151.
14 In A. Henry, Metonimia e metafora, Torino, Ed. Einaudi 1975, citazione di A. Camoy, p. 69. (Titolo originale: Métonomye et metaphore, Paris 1971, Ediutions Klincksieck).
15 Op. cit., p.66
16 Op. cit., p.67
17 Op. cit., p.66
18 Op. cit., p.63
19 Langer, Mane, Thekel, Phares, Bibel, Option, Bischof, <<Sturzflüge>>, April 1982, ora in Langer, Die Mehrheit der Minderheiten, Berlin, Wagenbach, 1996, cit. p. 23, v. La Bibbia concordata, tradotta da testi originali:
cfr.nt.pp.1306ss.(25-28): La lettura e l'interpretazione si basa su un gioco di parole che fa leva sul valore etimologico dei termini scritti. Indicano questi: <<contato>>, <<pesato>>, <<diviso>>. L'ultima parola (Parsin) può anche significare per assonanza il popolo dei Persiani, che ebbe la vittoria sui Caldei".
20 Traduzione nostra.
21 Lidia Menapace, Un albicocco per risvegliarci, <<Il Manifesto>>, 06.07.1995, p.20: <<Quando Spadolini, allora Presidente del Consiglio, pensò che sarebbe passato alla storia come il risolutore della questione sudtirolese, se avesse introdotto - come da richiesta SVP malcontrastata - nel censimento la dichiarazione di appartenenza etnica, non anonima e numerica, da riportare all'anagrafe, Langer rifiutò, perdendo quasi la cittadinanza (non poté più insegnare al liceo tedesco di Bolzano, né poté mai candidarsi alle elezioni locali)>>.

Il suo grande sogno sarebbe stato quello di diventare sindaco della città di Bolzano, che considerava "modello europeo di multiculturalità".
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