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2.1 Pace e nonviolenza

Tutti i temi cari a Langer ruotano attorno alla sfera della apce, considerata la base per risolvere i conflitti, umani e sociali, come si evince dalla considerazione di Giuliano Pontara : <<la ricerca sulla pace non può che essere multidisciplinare e interdisciplinare>>1.
Il suo lavoro sulla pace - detta positiva - consiste effettivamente nel "costruire relazioni ed interazioni positive di cooperazione armoniosa"2.
un impegno in tal senso è già un messaggio contro la violenza e, allo stesso tempo, rinvia al ruolo pedagogico della chiesa cristiana, dove il concetto di uguaglianza non annulla quello delle differenze.
L'importanza della capacità di comunicare viene espressa dai ragazzi di Barbiana :

(...) il priore dice che non potremo far nulla per il prossimo, in nessun campo, finché non sapremo comunicare.
Perciò qui le lingue sono, come numero di ore, la materia principale.
Prima l'italiano perché sennò non si riesce ad imparare nemmeno le lingue straniere.
Poi più lingue possibile, perché al mondo non ci siamo soltanto noi. Vorremmo che tutti i poveri del mondo studiassero lingue per potersi intendere e organizzare fra loro. Così non ci sarebbero più oppressori, né patrie, né guerre.

L'appello di Don Milani deve essere inteso prevalentemente da un punto di vista provocatorio: vuole essere un invito ad appropriarsi da parte di tutti, e in particolare dei più deboli, della parola, veicolo prioritario della comunicazione. La maggior parte dei conflitti, sia a livello privato sia mondiale, nasce quasi sempre da difetto di comunicazione - anche quando si tratta della propria lingua. La conoscenza di più lingue facilita senz'altro la comprensione e la comunicazione fra i popoli.
Questo invito, se può sembrare utopico, per i tempi di allora (riferito al mondo non elitario, di don Milani), è quanto mai attuale.
L'obiettivo principale di Langer è sempre quello della pace. Parte dall'esperienza del Sudtirolo, dove i problemi possono essere risolti solo sulla base di una buona convivenza, che rende possibile una migliore conoscenza, mediata dalla comunicazione.
Langer fa presente <<che oggi tutti i valori, dai più grandi ai più piccoli, dipendono dalla pace e sono quindi più a rischio di quanto non siano mai stati in passato>>4.
Il suo messaggio di pace attraversa l'Europa (come europarlamentare) per raggiungere una dimensione mondiale. L'energia, alimentata da questo ideale, verrà meno di fronte ai massacri nella ex-Jugoslavia, per cui possiamo concludere: l'ideale di pace, che lo ha sorretto, lo ha infine anche distrutto.
Langer si è identificato tra questa attesa di pace e non condivisione di pace, rievocando la figura del Mahatma Gandhi e di Martin Luther King. La posizione langeriana presuppone, anche quando non citata espressamente, la teoria gandhiana: espressa dalla rivoluzione culturale delle tre H: Hand, heart, head (mano, cuore, testa) - triade pestalozziana - in contrapposizione all'istruzione tradizionale elementare basata sulle tre R: reading, writing, reckoning (leggere, scrivere, far di conto), che punta solo allo sviluppo delle facoltà intellettuali.
Obiettivo principale dell'educazione è educare l'uomo nella sua globalità, tenendo conto delle sue capacità ed esigenze sul piano fisico, affettivo ed intellettivo.
E' la pace e la nonviolenza di un grande rivoluzionario che - come Gandhi - "non rifiuta il conflitto bensì soltanto la violenza come mezzo di conduzione e risoluzione dei conflitti"5.
Come sostiene Aldo Capitini, "la non violenza è lotta continua contro le situazioni circostanti, le leggi esistenti, le abitudini altrui e proprie, contro il proprio animo e il subcosciente, contro i propri sogni, che sono pieni, insieme, di paura e di violenza disperata"6.
L'aspetto dinamico della nonviolenza presuppone un lavoro su se stessi di disciplina ed autoeducazione, che richiede energia ed impegno, qualità emblematiche di Langer, proteso verso la trasformazione della realtà umana e sociale.
La nonviolenza è un valore, è qualcosa di indefinibile, che Capitini paragona alla musica e alla poesia : <<(...)e si può sempre fare nuova musica, nuova poesia ; e la vecchia musica, la vecchia poesia, possono essere vissuti più profondamente>>7.
In questo senso possiamo dire che egli non è un vinto, dato che il suo messaggio di vita di pensiero e di azione) influenza la memoria collettiva e ritorna in vari testi, oltre che in discussioni e riflessioni quotidiane, agendo come segno - anche se talora contraddittorio - di speranza.

1 In R. Farné: La scuola di "Irene" - Pace e guerra in educazione -, Firenze, La Nuova Italia, 1989, cit., p.3: Giuliano Pontara, "La ricerca interdisciplinare e multidisciplinare sulla pace", in F. Fornari (a cura di), Dissacrazione della guerra, dal pacifismo alla scienza dei conflitti, Milano, Feltrinelli, 1969, p.144.
2 In op. cit., p.142: J. Galtung, Visione di un mondo di pace, cit, p.23
3 Scuola di Barbiana, Epistolario, "Lettera agli scolari di Mario Lodi" (11 novembre 1963), Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1967.
4 Langer, Il viaggiatore leggero, "Segni dei tempi", cit., p 42.
5 A. Capitini, Teoria e pratica della nonviolenza (a cura con un saggio introduttivo di Giuliano Pontara), Torino, Einaudi, 1973, introduzione, p.XXVI.
6 A. Capitini, Teoria della nonviolenza, Perugia, 1971, (Opuscolo - acura del "Movimento nonviolento") cit., p.6.
7 Op. Cit., p.24
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