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2.2. La conversione ecologica

L'idea di conversione rimanda al concetto di cambiamento, cambiamento concernerete in primo luogo lo stile di vita. Presuppone il pentimento, da cui nasce la necessità di un'educazione a nuovi valori basati su pace ed equilibrio, che rendono possibile un rapporto sano con la natura: espansione e crescita perdono la loro valenza quantitativa a favore di una dimensione qualitativa.
Il discorso ecologico trova una risposta positiva in un territorio caratterizzato ad minoranze, dove ci si prefigge <<la salvaguardia e la valorizzazione delle diversità invece che l'omologazione e la standardizzazione di tutto e di tutti>>1. A questo propositi troviamo la significativa metafora "società quadrettata" ("kleinkariert": a piccoli quadretti, tutti uguali).
Evidentemente la critica all'omologazione è mutuata dai sociologi della "scuola critica" come anche da Pier Paolo Pasolini. Mentre Pasolini e gli altri pensatori si muovono su un orizzonte ampio e potenzialmente universale - rimanendo sostanzialmente dei puri teorici - Langer, invece, non trascura mai di partire dall'esperienza concreta di una determinata realtà etnico-culturale. Perciò rimane al di fuori dell'utopia - almeno come viene comunemente intesa.
Questa concrezione ecologica è importante non solo in senso spirituale, ma anche produttivo ed economico. "Abbiamo creato falsa ricchezza per combattere false povertà. Re Mida patrono del nostro tempo"2.
Se da una parte abbiamo raggiunto successi in tutti i campi, dall'altra non godiamo degli elementi essenziali della nostra stessa sussistenza. La via verso la conversione, oggetto di una democratica politica ecologica richiede, quindi, un lavoro enorme e paziente. La società dovrà essere educata secondo nuovi parametri, lentius, profundius, suavius al posto di citius, altius, fortius.


Ecco perché una politica ecologica potrà aversi solo sulla base di nuove (forse antiche) convinzioni culturali e civili, elaborate - come è ovvio - in larga misura al di fuori della politica, fondate piuttosto su basi religiose, etiche, sociali, estetiche, tradizionali, forse persino etniche (radicate, cioè, nella storia e nell'identità dei popoli)3.

La critica al progresso è chiara. C'è da chiedersi se il progresso - come lo si intende oggi - sia un vero "andare avanti" o se non sia piuttosto un regresso: un allontanamento dalla natura. e quindi dall'uomo, porta al deterioramento e alla distruzione dell'uomo che aliena, infine, se stesso.
In questo senso non possiamo dimenticare l'origine radicata e profondamente sentita dell'idea di conversione nel senso paolino: la metànoia di San Paolo (dal greco mutamento di parere; nella terminologia cristiana: pentimento che porta alla salvezza) è non solo conversione, ma trasformazione profonda della persona e, quindi, anche della società.
<<I vantaggi non devono essere molto lontani>>.
Da questa asserzione si evince la fusione dell'aspetto pragmatico con quello etico: una profonda conoscenza dell'essere umano, con i suoi bisogni e le sue debolezze.
Vanno recuperati e consolidati quei valori ontologici, che esistono in quanto esiste l'uomo.
La migliore educazione è - come in questo caso - l'autoeducazione, che si può definire maturata consapevolezza del singolo, aperto al sociale e sensibile nei confronti della collettività.
La conversione ecologica rimanda a sua volta al concetto di cultura agita dall'uomo, che diventa egli steso protagonista degli eventi e, di conseguenza, amico dell'ambiente. L'uomo che non deve <<"essere riempito" di cultura>>, ma egli stesso deve - sulla base di conoscenze dirette - <<"fare" cultura>>.
La cultura passa da un ruolo passivo ad uno attivo, diventando vero patrimonio dell'individuo.
anche in questo campo è valida la distinzione frommiana fra l'essere e l'avere, fra l'essenziale e il superfluo. Langer contrappone l'essenziale, cioè il concreto - inteso proprio nell'accezione letterale (con-crescere) - al superfluo, all'ideologia, dove per ideologia intendiamo una "falsa coscienza": quest'ultima viene imposta dall'alto, anche per mezzo della persuasione occulta ("soft persusion", Vance Packard), mentre la dimensione concreta si radica sempre in bisogni sociali, ma anche morali e spirituali provenienti dal basso.
Ritiene la cultura, <<al pari della maturità, un necessario completamento della personalità, senza la quale responsabilità individuale e democrazia non sarebbero nemmeno pensabili. Cultura è in ultima analisi capacità autonoma di valutare, comprensione di sé e del presente, senso delle cose e della storia, creatività umana, coraggio delle proprie idee, accettazione dei propri limiti>>4.
Langer sottolinea il significato della "differenza", dove "altro" diventa portatore di un "nuovo progresso":

Coloro tradizionale", poterebbero divenire i primi sulla via di un "altro" sviluppo. L'attuale passiva sottomissione a una condizione imposta potrebbe suscitare una "critica del progresso" di tipo creativo. che sono gli ultimi sulla via dello sviluppo "

In particolare riguardo alla valorizzazione delle minoranze:

La sapienza che contraddistingue coloro che - come le minoranze etniche - vivono l'esperienza del "essere e voler rimanere altro", può rappresentare un considerevole arricchimento anche per altre persone ed altri gruppi, e per le stesse "maggioranze". Un patrimonio prezioso per chi sappia e voglia porre in discussione le relazioni correnti e dominanti tra centro e periferia, sviluppo e sottosviluppo, valore di scambio e valore d'uso, mercato e sussistenza, omologazione e molteplicità, quantità e qualità, maschile e femminile.

Le etnie minoritarie possono cogliere una opportunità singolare e fungere in maniera consapevole e programmata quali ostacoli a certe forme di progresso (che accrescono ad es. la dipendenza e l'alienazione) e quale impulso allo sviluppo di certe "altre" forme di "progresso".5


Ha inoltre capito la necessità di un debito nell'uso delle risorse e l'obbligo di scegliere, fin d'ora, un modello di vita personale basato sul rifiuto della violenza consumistica.


1 A. Langer, Quanto sono verdi i conservatori, quanto conservatori i verdi. <<Alfabeta>>, ottobre 1985; Oggi in Il viaggiatore leggero, cit., p.121.
2 Langer, La conversione ecologica potrà affermarsi solo se apparirà socialmente desiderabile (Intervento ai colloqui di Dobbiaco '94 su "benessere ecologico", 8-10 settembre 1994), op. cit., p.142
3 Op. cit., p.146
4 Langer, Segni dei tempi, <<die brücke>>, November 1967 - tr. d. Trevisan, in Il viaggiatore leggero, cit., p.41
5 Langer, "gruppi etnici e minoranze: ostacolo al progresso o impulso allo sviluppo?", in VIE DI PACE/ FRIEDEN SCHLIEßEN, Trento, Ed. Arcobaleno, 1992, pp.29,30,31.
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