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3.2. Il mondo valoriale

Una personalità come Langer, che intende la politica come servizio a favore del cittadino, ossia del prossimo, presenta interessanti spunti di riflessione pedagogica, dove ciò che conta è l'esempio.
Tutti gli obiettivi di rinnovamento e miglioramento della società sono prima sperimentati sulla sua stessa persona: apertura all'altro per una migliore convivenza, tolleranza per rendere possibile un clima di pace, lotta per un mondo "ecologico" - sia in senso fisico che spirituale - e come impegno per le generazioni future, consapevolezza della forza democratica per la risoluzione dei conflitti, uso dell'informazione corretta per una educazione al nonconformismo, saper vedere oltre il proprio guscio superando il limite dell'egoismo e del "hic et nunc".
Dal "hic et nunc" necessita dunque partire, ricavandone per induzione una "Weltanschauung" che include pace, libertà e solidarietà e soprattutto con gli "ultimi" ma almeno potenzialmente con "tutti".
se l'ideologia è una concezione rigida della realtà, uno schema che la ingabbia, allora Langer ne è completamente al di fuori: egli rifiuta un'ideologia come "falsa coscienza"1. Nel senso marxiano o della sociologia sviluppatasi nel 1900. Langer si muove, invece, in una dimensione aperta che privilegia il dialogo, il confronto e, quindi, l'incontro: al centro sta l'uomo secondo una pedagogia che parte dalla natura umana considerandola come centrale e libera da ideologie che inibiscono la creatività. tale pedagogia dell'incontro/confronto costituisce l'oggetto di ricerca principale, in cui si muove il mondo valoriale nella sua complessità e molteplicità.
Adriano Sofri lo definisce "il viaggiatore leggero", con una piccola valigia, sempre pronto a partire e disponibile all'incontro: i suoi viaggi non hanno solo una dimensione spaziale ma anche, e soprattutto, mentale.

vorrei continuare ad apprezzare gli altri ed esserne apprezzato senza secondi fini. Forse anche per questo converrà tenersi lontani da ogni esercizio di potere2.

In "Minima personalia":

(..) mi inquieta molto il fatto che mio padre non vada mai in chiesa. Più tardi mia madre mi spiega che mio padre è di origine ebraica e che non conta tanto in che cosa si crede, ma come si vive3.

da ciò si evince che la sua prima educazione è basata non tanto sull'aspetto formale quanto sostanziale, non sull'apparire ma sull'essere.
Langer cerca di impegnarsi in senso universale per il superamento di tutte le barriere all'insegna dell'ideale cristiano:

E' bello sentirsi parte di una comunità universale in cui non si distingue "né giudeo né greco"4.

La formazione religiosa, prima presso i padri francescani e poi da autodidatta, lo accompagnerà per tutta la vita.

1 <<...il conflitto etnico veniva un po' ideologicamente interpretato da noi - eravamo, ovviamente, anche noi figli di quegli anni - come una forma di falsa coscienza generalizzata.>>
Dal Sudtirolo all'Europa, cit., pp.13-14.
2 Langer, Minima personalia, in La scelta della Convivenza, cit., p.21.
3 Minima personalia, "Perché papà non va masi in chiesa?", op. cit., p.11.
4 Minima personalia, "né giudeo né greco", op. cit.. p.14.
pro dialog