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4.3. Educazione civico-politica in prospettiva europea

L'educazione civico-politica, riguardando l'uomo in quanto soggetto della vita pubblica (nel rapporto con gli altri cittadini e lo Stato), è basilare in una società democratica, dove la convivenza di diverse etnie diventa sempre più frequente.
I destinatari della scuola (così come si può affermare dalle agenzie educative), oltre ad essere sempre più numerosi, sono sempre più diversificati. In questa situazione la scuola fa da filtro, diventando vero laboratorio di osservazione.
La decentralizzazione è un fenomeno moderno, che tende a fare della scuola una realtà pragmatica. Per una migliore comprensione dell'altro è sempre più necessario conoscere a fondo ciò che ci circonda, anche perché il lontano, pur verificabile, diventa sempre più complesso. (Più conoscenza significa meno pregiudizio). Si può giungere a una concezione universale, solo partendo dal particolare (si pensi al paradigma socratico).
Per diventare cittadini europei prima e cittadini del mondo dopo, bisogna anzi tutto essere in senso pieno cittadini del proprio paese (della propria Heimat).
Come afferma Aldo Capitini:<<...un'educazione civica - rettamente e largamente intesa - apre all'internazionalismo ed è altresì chiaro che un internazionalismo non generico o retorico consente e promuove un approfondimento di motivi e di temi anche sul piano dell'educazione civica, che invece il nazionalismo nega>>2.
Langer intravede in un territorio plurietnico e pluriculturale come il Sudtirolo l'ambiente ideale per comprendere la dimensione europea, e cioè il passaggio dagli stati-nazione all'Europa in un processo di valorizzazione delle singole peculiarità locali. Gli stati-nazione sono destinati a modificare sempre più struttura funzione per effetto del pluralismo, caratteristica di una società dinamica e progressista.
Langer attua lo slogan del movimento verde "agire localmente, pensare globalmente", per cui riesce a cogliere il particolare (legato al territorio) e l'universale (legato alla persona umana), trasformando il concetto "spirituale" di patria i una dimensione più ampia.
Il rispetto verso la persona e l'ambiente, la ricerca del dialogo per una migliore convivenza, il rifiuto della guerra e della violenza sono tutti obbiettivi da perseguire in loco, dove gli stessi sono più manifesti e i risultati più evidente.
Langer, che in una società democratica si è dato molto da fare per l'educazione del cittadino alla vita pubblica - nella sua attività sia di pedagogo sia di politico ha avuto una vita non facile, particolarmente nel Sudtirolo dove la voce "politico" ha una valenza negativa, rappresentando qualcosa di estraneo, da cui doversi costantemente difendere (Tiroler Fremdkörperabwehr": "Difesa tirolese dai corpi estranei").
Nell'introduzione di "Die Mehrheit der Minderheiten", Piter Kammerer riporta:<<La chiave della patria apre anche il mondo>>, che equivale a <<Chi conosce il Sudtirolo, conosce il mondo. Un motivo per non rimanere soltanto a casa>>3.

Com già nella prescrizione socratica e in genere conoscitivo, chi conosce se stesso conosce anche l'altro, il diverso da se, essendo l'individuo unico e nello steso tempo uguale: chi conosce il proprio luogo, conosce il modo, e conoscendo il mondo , conosce meglio il proprio luogo.
Il concetto di Europa non è visto oggi come unione di stati-nazione, ma come garanzia di tutela dei diritti dei singoli e delle loro libertà fondamentali, secondo quanto affermato nel 1992 dal Trattato di Maastricht.
Langer vede l'Europa in una forma allargata, che comprende anche i paesi dell'area non comunista. Ne studia attentamente le cause dei confitti (negli aspetti generali e non solo peculiari del luogo) e si rende conto di come la convivenza pacifica costituisca effettivamente l'obiettivo primario.
Uno dei luoghi canonici di formazione del cittadino europeo è la scuola.
Langer auspica, tra l'altro, la creazione di una università come luogo del sapere universale e della libertà di pensiero, oltre a luogo ideale di confronto e di tolleranza, e di risosa preziosa r la cultura della convivenza.

1 Cfr. O.Bombardelli , Educazione civico-politica nella suola di una civiltà democratica, Brescia, La Scuola, 1993.
2 In A. Capitini, "L'educazione civica nella scuola e nella vita sociale", cit., p. 16. UNESCO, Educare alla comprensione internazionale.
3 Langer, Die Mehrheit der Minderheiten (a cura di Piter Kammerer), cit., p. 8 :<<Der Schlüssel zur Heimat öffnet auch die Welt. Oder überspitzt: Wer Südtirol kennt, kennt die Welt. Ein Grund, um nicht nur zu Hause zu bleiben>>.
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