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5. LA VOCAZIONE EDUCATIVA

Langer matura la vocazione all'insegnamento durante il periodo liceale quando, già allora veloce e geniale, aiuta i ragazzi del ginnasio, in difficoltà soprattutto con il greco il latino.
Prosegue questa attività di volontariato nel periodo universitario sotto l'influenza di don Lorenzo Milani il quale, provocatoriamente, invita ad abbandonare l'università:

Dovete abbandonare l'Università. Voi non fate altro che aumentare la distanza che c'è tra voi e la grande massa non istruita. Fate piuttosto qualcosa per colmare quella distanza. Potrete gli altri al livello in cui voi vi trovate oggi, poi tutti insieme si farà un passo avanti, e poi un altro ancora, e così via. Ma se voi continuate a correre, gli altri non vi raggiungeranno mai (...) (Non lasciammo l'Università. Ma demmo inizio ad un doposcuola a Vingone presso Scandicci, basato sul volontariato di parecchi universitari, e frequentato prevalentemente da figli di immigrati meridionali)1.

Rimane molto colpito da questo invito, di cui coglie l'elemento essenziale: colmare l distanza.
Dopo la laurea in giurisprudenza, l'esame di procuratore e una prima difesa in tribunale, decide di darsi all'insegnamento. Sceglie storia e filosofia, discipline che, considerndo maestre di vita, ritiene più adatte alla formazione.
Introduce il doposcuola, che dà la possibilità agli allievi di incontrarsi a scuola nelle ore pomeridiane per studiare con l'aiuto dell'insegnante.
Considera la scuola il primo luogo di socializzazione, ove ha luogo l'educazione della persona in funzione del futuro cittadino.
Negli anni '70 incontra Ivan Illich (già interlocutore di don Milani) che diventerà in seguito il suo grande maestro, cui attingerà per la costruzione (sempre e ovunque) di "ponti".

Da Minima personalia:

L'insegnamento. Svolgo con grande impegno e passione il compito di insegnante. In due periodi (1969-72, 1975-78) la scuola mi assorbe con particolare intensità. Insegno filosofia e storia, nei licei classici i lingua tedesca a Bolzano e Merano, in un liceo scientifico della periferia di Roma (XXIII liceo scientifico statale). (...) Assai diversa la situazione nel Sudtirolo e a Roma. Mentre a Bolzano e Merano la scuola è un luogo reale di acquisizione di sapere, decisivo nella formazione intellettuale degli studenti (che in maggior parte provengono dalle campagne, abitano in collegio e prendono la scuola molto sul serio), Roma si vive tra collettivi, cortei, assemblee e occupazioni. Ma anche lì un passaggio decisivo nella socializzazione degli alunni si compie scuola.
Credo - immodestamente2 - che la maggior parte dei miei studenti con me abbia imparato qualcosa di interessante e di importante, e ne serbi un buon ricordo. Con molti di loro il rapporto è ancora vivo.

Nel 1981 (dimessosi dal mandato di consigliere regionale per rotazione) rinuncia in via definitiva all'insegnamento, dedicandosi completamente alla politica.
Continua, tuttavia, la vocazione formativa in senso più ampio: al di fuori delle classi e delle scuole, al di là dell'ambiente locale e nazionale, per un respiro ed una risonanza più ampi.
Dalla sua costante e assidua azione politica si evince una valenza prevalentemente educativa che lo porterà <<dal personale al politico, dal particolare all'universale, dalla sua storia alla storia>>3.

1 In Il viaggiatore leggero (don Lorenzo Milani ci disse: dovete abbandonare l'università), cit. p.71
2 Langer "immodestamente" in senso serio. Nel constatare i notevoli progressi dei suoi allievi, evita ogni falsa modestia (cfr. l'italiano "modestamente"). Il suddetto avverbio non ha pertanto alcuna valenza ironica o retorica, ma è una presa d'atto.
3 In Dal Sudtirolo all'Europa, presentazione di Rocco Artifoni, cit. pg.4
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