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5.3. Motivazioni didattiche e prassi educativa

5.3. Motivazioni didattiche e prassi educativa durante l'esperienza di docente

Del docente è stato possibile ottenere purtroppo una sola relazione finale relativa all'anno scolastico 1970/1971.
Nonostante la fonte limitata, emergono tuttavia gli elementi essenziali della sua azione educativa, che si fonda in primo luogo sull'osservazione della realtà nella dimensione temporale e spaziale.
Ove registra scarso rendimento, ne imputa le cause anche a fattori esterni agli alunni, per es.: poca attenzione a causa del programma e/o scarsa partecipazione per la disposizione infelice dei banchi.
(Strutture rigide, come programma e insegnamento frontale fanno parte dell'autoritarismo didattico).
Per quanto concerne lo svolgimento del programma e suo coordinamento con quello delle altre materie fa presente che, anche dove il programma non è stato svolto per intero, non si è tuttavia trascurata - su richiesta degli alunni - l'educazione civica, integrata da apposite letture, mirate a una visione complessiva. inoltre, fatta eccezione per la classe della maturità, il coordinamento con l'insegnamento degli altri colleghi non ha avuto luogo, di norma, sia per l'esistenza di programmi non adeguatamente coordinati sia per la mancanza di regolari incontri all'interno del consiglio di classe.
Nella trattazione dei vari temi fa, regolarmente, continui riferimenti anche ad altri settori del sapere.
(Ciò costituisce una considerevole fonte di arricchimento culturale).
Nei suoi allievi riscontra progressi, anche se lievi, soprattutto per quanto concerne il passaggio da un sapere frazionato a una visione globale. Inoltre, in una classe rileva spiccato interesse per l'attualità, caratterizzato da un pensare concreto.
Attribuisce grande importanza alla biblioteca di classe o scolastica: per l'approfondimento delle varie tematiche vengono presi a prestito e letti molti testi.
Prende in dovuta considerazione il punto inerente alle gite scolastiche d'istruzione, della cui scarsità gli studenti si lamentano.
Sottolinea l'importanza di questo aspetto per una strutturazione più viva ed efficace di gran parte dell'insegnamento. (esse rappresentano, inoltre, momenti di socializzazione al di fuori della classe).
Memore delle "polemiche milaniane", ciò che non lo soddisfa affatto sono i libri di testo. Propone di lasciarne aperta la scelta.
Come alternativa suggerisce di lavorare senza libri di testo ufficiali, ricorrendo allo studio diretto delle fonti di letteratura primaria e secondaria.
("Lavorare sul testo invece che col testo", richiede capacità di montaggio e smontaggio del testo stesso, tuttora nella scuola italiana il libro di testo è una specie di "Bibbia scolastica": un documento essenziale come il registro per cui, pur potendone fare a meno, non lo si può eliminare - bisogno di pseudo sicurezza, interesse di case editrici, ecc. ecc.)
Anche il rapporto scuola/famiglia è ritenuto insoddisfacente: limitato alle sole ore di udienza, non permette un adeguato approfondimento.
L'ultimo punto, concernente "osservazioni varie", è per un'indagine di questo tipo il più interessante.
Esso riguarda la partecipazione degli studenti agli avvenimento socio-politico-culturali - non escludendo le eventuali posizioni polemiche, da valutarsi comunque in modo positivo - anche se ai docenti risulta ancora difficile confrontarsi criticamente con questa nuova realtà.
Il tema dell'attualità, in una società chiusa e tradizionalista come può essere quella sudtirolese, è vissuto come elemento disturbante in una minoranza, resa fragile, dalla sua stessa condizione. Di nuovo intimorisce: meglio concentrarsi sul passato in sé e per sé.
La relazione finale, atto burocratico obbligatorio, ha tuttavia una sua funzione e potrebbe essere una risorsa preziosa per un capo di istituto, che voglia veramente rendersi conto di come funzioni la scuola in generale, e la sua in particolare.
L'apparato burocratico della scuola italiana, piramidale, non è granitico in partenza, ma lo può diventare se lo sono coloro che lo gestiscono, a partire dagli stessi insegnanti.
Lo stesso documento, redatto dall'autore in lingua tedesca, è privo delle firma - per presa visione - del preside: segno evidente che esso, pur giacente agli atti, risulta ignorato.
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