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...per l'adesione dei paesi dell'Europa centrale ed orientale

30.3.1995, pe - B4-0623/95
PROPOSTA DI RISOLUZIONE a conclusione della discussione sulla dichiarazione della Commissione presentata a norma dell'articolo 37, paragrafo 2 del regolamento dagli onn. Langer, Roth, Schroedter e Graefe zu Baringdorf a nome del gruppo Verde al Parlamento europeo sulla strategia dell'Unione europea per preparare l'adesione dei paesi dell'Europa centrale ed orientale


B4-0623/95 IT

Il Parlamento europeo,

- viste le sue precedenti risoluzioni, e in particolare la risoluzione del 30 novembre 1994 sulla strategia dell'Unione europea per preparare l'adesione dei paesi dell'Europa centrale ed orientale, in vista del Consiglio europeo di Essen (9 e 10 dicembre 1994) (),

A. ritenendo oggi più che mai necessari la pacifica crescita comune dell'Europa nonché la democratizzazione, lo sviluppo e l'estensione dell'Unione europea in una casa comune di tutti i cittadini europei,

B. considerando le elevate aspettative riposte dai popoli dell'Europa centrale ed orientale nel processo di unificazione europea, dei quali essi si considerano a giusto titolo un elemento naturale ed essenziale,

C. considerando con preoccupazione il rallentamento della democratizzazione, l'aumento delle tensioni sociali ed etniche e i preoccupanti processi di disgregazione sociale nei paesi dell'Europa centrale ed orientale,

D. accogliendo favorevolmente le visite di presidenti di vari parlamenti di Stati dell'Europa centrale ed orientale,

1. invita il Consiglio e la Commissione a sviluppare un nuovo slancio e quella visione integrativa che oggi molti cittadini europei, dentro e fuori l'Unione, si attendono, per unire l'Europa in un processo pacifico e solidale ed elevare il contributo europeo alla giustizia nel mondo all'altezza delle sue possibilità, inclusa l'adesione dei paesi dell'Europa centrale ed orientale ancora nel corso di questo secolo;

2. chiede che venga conferita priorità all'integrazione politica europea rispetto alla creazione di un mercato unico comune, per cui l'adesione dei paesi dell'Europa centrale ed orientale non dovrà essere subordinata in prima linea alla loro compatibilità sul piano della politica economica (piuttosto, occorre ampliare l'accesso per i loro prodotti a prezzi ragionevoli sul mercato dell'UE); ritiene che l'ampliamento dell'UE debba essere sfruttato per portare i paesi dell'Europa centrale ed orientale ad una riforma socio-ecologica della politica economica orientata unicamente sulla logica della crescita quantitativa, e che ciò sia applicato in particolare alle politiche strutturali agricola e regionale;

3. chiede che l'adesione dei paesi dell'Europa centrale ed orientale all'Unione venga tempestivamente avviata anche mediante il risanamento dei loro catastrofici danni ambientali e evitando il ripetersi degli errori occidentali e le conseguenze devastanti di una crescita sconsiderata (costruzioni stradali, motorizzazione, produzione di rifiuti, sprechi energetici, consumismo, ecc.);

4. ravvede nelle Euroregioni (programmi INTERREG e PHARE) possibilità positive per l'eliminazione dei confini e lo sviluppo regionale comune, e invita pertanto la Commissione e i governi dei paesi candidati all'adesione a dedicarsi maggiormente a questo obiettivo e ad eliminare gli ostacoli burocratici;

5. ravvede nel sostegno ai gruppi attivi nel campo dei diritti umani e delle iniziative ambientali nei paesi dell'Europa centrale ed orientale un importante presupposto per un ulteriore sviluppo della loro società civile e per la promozione di una crescita comune europea;

6. chiede che, contemporaneamente e parallelamente all'ampliamento verso Est, siano elaborati anche una politica di apertura dell'UE nel bacino Mediterraneo e un processo complementare di integrazione euro-araba, che dovrà trovare gli impulsi necessari in particolare nella programmata Conferenza dei paesi mediterranei di Barcellona;

7. considera una politica estera e della sicurezza comune dell'Unione innanzi tutto come contributo ad una politica della pace e della democratizzazione sulla via di un ordinamento pacifico pan-europeo, che in primo luogo necessita un rapido rafforzamento degli strumenti civili della politica internazionale, oggi carenti o assenti, e che i paesi dell'Europa centrale ed orientale dovrebbero partecipare sin d'ora alla sua elaborazione e attuazione;

8. auspica in tal senso la costituzione di un corpo di pace civile europeo (osservatori, mediatori, ecc.), l'attuazione di misure di prevenzione e conciliazione dei conflitti nonché aiuti economici e finanziari per la promozione della pace e un operato comune dell'Unione presso gli organismi internazionali quali l'ONU e l'OSCE, ambedue bisognosi di una riforma e di una migliore dotazione;

9. si attende che gli Stati interessati all'adesione cooperino e procedano armoniosamente con l'Unione europea per l'estendere e consolidare un ordinamento pacifico europeo, soprattutto nel quadro dell'OSCE;

10. ribadisce il suo netto rifiuto di qualsiasi piano di spartizione del territorio della Repubblica riconosciuta dal diritto internazionale di Bosnia-Erzegovina, e chiede che l'Unione europea, previ colloqui con i governi legittimi di tutte le regioni della Bosnia-Erzegovina, proponga una forma speciale di associazione o di amministrazione fiduciaria che permetta la convivenza tra tutti i gruppi etnici e il ritorno indisputato dei profughi;

11. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione al Consiglio e ai governi e parlamenti di tutti gli Stati con i quali esistono accordi d'associazione, europei o di cooperazione.
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