Alexander Langer -Suditolo ABC - Südtirol ABC. Traduzione Gabriele Di Luca
Ogni traduzione di un testo di Alexander Langer da una delle sue due lingue nell’altra lingua (lingua che dunque definiamo “altra” non per lui) pone sulle spalle di qualsiasi traduttore un peso in più. Non ci s’immaginainfatti solo che egli l’avrebbe fatto meglio, è del tutto evidente che sia così, ma si percepisce anche distintamente la mancanza incolmabile di una versione pensata magari in modo diverso (quindi mai semplicemente “traducibile”) e proprio per questo del tutto “fedele”all’originale.
Del resto, a rendere la cosa ancora più difficile e delicata, occorre poi
citare la particolare responsabilità nel dover tradurre le parole di un
“traduttore”, cioè di una persona da sempre (e per sempre) calata all’interno
di un’attitudine non solo estemporanea o casuale nei confronti
di questo “mestiere” (e s’intenda qui la parola “mestiere” al
modo di Cesare Pavese, cioè in un senso profondamente esistenziale,
come se nel caso di Langer, insomma, il “mestiere di tradurre” fosse
tutt’uno con il “mestiere di vivere”): “Ho avuto la fortuna di svolgere,
nel corso del tempo, attività e mestieri abbastanza diversi, e di non identificarmi
con alcuni di essi al punto da assumere il ruolo e di dover pensare
di continuarlo per sempre. E sono contento di possedere una carta
di riserva che già varie volte mi è tornata utile anche per campare: traduco
(volentieri), il che non è altro che un aspetto di quell’attività di ponte
tra mondo tedesco e italiano cui non potrò più sfuggire”1. Sono parole
di grande speranza e fiducia, queste. Parole che potremmo e anzi dovremmo
sempre contrapporre a quelle di Robert Musil, scritte in un
articolo pubblicato col titolo Heilige Zeit nella Soldaten-Zeitung del 31
dicembre 1916: “La diversità delle lingue è il muro alto e massiccio attraverso
il quale solo pochi varchi portano da popolo a popolo. Gli uni
non vedono ciò che succede dall’altra parte, e se in tempi normali non
sospettano subito il peggio, in un momento di emozione si lasciano facilmente
convincere che di là si mangiano i bambini”2. Chi, più di Langer,
ha contribuito ad aprire e riaprire varchi tra popolo e popolo anche
nei momenti di più alta emozione conflittuale? Chi, più di lui, ha cercato
di permettere a chi si trovava confinato al di qua o al di là di quel
muro alto e massiccio di vedere quello che accadeva dall’altra parte?
Tesa come un ponte tra mondo tedesco e italiano (quindi tra il “proprio”
e l’“estraneo” di una relazione irriducibile a una di queste due
“sponde”) l’attività del Langer “traduttore” esemplifica così con un
gesto molto più largo la sua disposizione a farsi inesausto animatore
di un colloquio (Zwiesprache) che, con le parole di Walter Benjamin,
“steht (…) mitten zwischen Dichtung und Lehre”, sta a metà fra poesia
e dottrina3. Senza ovviamente tralasciare la quotidianità di un Tun, cioè
di un fare, di un operare all’interno di un concreto spazio d’incontro.
Imprescindibile e riassuntiva, a questo proposito, l’immagine del San
Cristoforo, il patrono dei traghettatori, da Langer forse anche visto
come colui che invita a tradurre noi stessi (übersetzen, nella duplicità
di questo movimento, a seconda che l’accento cada sul prefisso “über”
o sul verbo “setzen”) in una nuova e plurale dimensione di senso4.
* * *
Il testo tedesco di Südtirol ABC è comparso per la prima volta in versione
integrale nel volume antologico di Alexander Langer, a cura di
Siegfried Baur e Riccardo Dello Sbarba, intitolato Aufsätze zu Südtirol/
Scritti sul Sudtirolo 1978-1995 (Edizioni alphabeta, Merano 1996,
pp. 305-355). I curatori lo presentarono così: “Cominciato come una
bozza di capitolo da inserire nel libro sulle opzioni del 1939 di Reinhold
Messner (uscito poi presso la Piper Verlag sotto il titolo “Option 1939”),
questo Südtirol ABC è rimasto fino ad oggi un frammento mai pubblicato.
Alexander Langer ci ha lavorato intensamente fino all’agosto del
1988, poi lo ha più volte ripreso e rimaneggiato, ma mai terminato”.
Delle 134 voci progettate, la stesura conclusiva ne presenta 43. Alcune
evidenziano una trattazione più articolata, altre possono essere considerate
come un semplice abbozzo, anche se la forma non è mai approssimativa.
Ogni voce è poi seguita da un rinnovato elenco di termini
chiave che il testo precedente ha contribuito ad evidenziare in vista
dell’elaborazione successiva. Possiamo perciò dire che Südtirol ABC
sia stato concepito alla maniera di un ipertesto, vale a dire come una
rete orientata all’approfondimento di nodi tematici sempre ulteriori.
Il suo carattere di opera “non finita” è programmatico, la sua incompiutezza
“voluta”. Non è forse un caso allora che l’ultima voce scritta
da Langer sia Jugend (giovani). A loro, come a qualcuno destinato ancora
a crescere e mutare, sembrano rivolte in particolare queste poche
ma preziose pagine.
La presente traduzione costituisce la prima versione completa di questo
“frammento” (altrimenti definito come Offenes Werk, Opera
Aperta) in lingua italiana. Nel congedarla ringrazio di cuore Valentino
Liberto, autore anche delle note esplicative in margine al testo, e Gianluca
Trotta per gli indispensabili suggerimenti che mi hanno dato durante
il “colloquio” che ha accompagnato la sua stesura.
Gabriele Di Luca
Bressanone-Livorno, 6 luglio 2011
note
1 LANGER, Alexander, Minima personalia, 1986. Su Langer “traduttore” si veda
anche il capitolo Übersetzen nel volume di Florian KRONBICHLER, Was gut war. Ein
Alexander-Langer-Abc, Raetia, Bolzano 2005, pp. 121-126.
2 MUSIL, Robert, La guerra parallela, Nicolodi, Rovereto-Trento 2003, pp. 74-75.
182 Alexander Langer: Fare ancora | Weitermachen
3 BENJAMIN, Walter, Die Aufgabe des Übersetzers, ora in: BENJAMIN, Walter, Gesammelte
Schriften, Band IV, Suhrkamp, Frankfurt/M. 1972, p. 17. Sul tema del tradurre
come particolare problema filosofico e sulla rilevanza del termine “Zwiesprache”
per lo statuto della traduzione, cfr.: GIOMETTI, Gino, Martin Heidegger. Filosofia della
traduzione, Quodlibet, Macerata 1995.
4 Ho cercato di esplicitare l’immagine del San Cristoforo langeriano in relazione
all’attività della traduzione in un intervento pubblico tenuto a Bolzano il 2 luglio 2011
nell’ambito della manifestazione “Sulle orme di Ulisse” organizzata dal Teatro Cristallo.
Cfr.: http://sentierinterrotti.wordpress.com/2011/07/01/san-cristoforo-cometraduttore/.
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