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Enzo Nicolodi: dicembre 1990 Buenos Aires , con Ramos Regidor e Alexander Langer al 2°ENCUENTRO LATINOAMERICANO DE CULTURA, ETICA Y RELIGION FRENTE AL DESAFIO ECOLOGICO

6.10.2020, Enzo Nicolodi, Lana (Bz), breve racconto

A pochi passi da Plaza de Majo, dentro un palazzo, tra colonne e corridoi di marmo , ci infiliamo in una vecchia aula. Panche e tavoli di legno antico e lucido, una specie di parlamento con gli scranni davanti, in alto, di faccia al pubblico.

Le parole si perdono nell’universo di questo luogo mentre dagli scranni spunta, in mezzo ad altri, la faccia occhialuta di Alex.

Fuori le strade di Buenos Aires accecate dal sole . Dentro noi nella penombra, squarciata a tratti, da fasci di luce polverosa, che da una vetrata cadono sulle nostre teste .

Lo ascoltiamo in silenzio .Mi lascio cullare dalle sue parole come fosse la prima volta. La sua arte era saper spiegare con semplicità anche i ragionamenti più complessi.

Inconfondibile la sua voce ,ll ritmo incalzante ed esplicativo dei suoi ragionamenti. I suoi gesti consueti come sistemare con l’indice gli occhiali sul naso.

Lo avevano accolto a Buenos Aires come lo conoscessero da sempre, gli citavano i suoi scritti e lui si scherniva con modestia,personaggi noti della teologia della liberazione come Enrique Dussel, lo abbracciavano felici di poter dialogare con lui dal vivo. La stima che lo circondava anche in Sudamerica era intensa, vera e vivace.

Lo osservavo discutere con tutti, rispondere alle loro domande, porne di nuove, raccoglieva idee e indirizzi, sorrisi ed attenzioni. Penso cosa avrebbe potuto fare oggi con Internet, quale potenziale avrebbe potuto esprimere e diffondere! Avrebbe costruito sicuramente un parlamento mondiale dei diseredati.

La campagna iniziata con Josè Ramos Regidor ed altri sul debito dei paesi del mondo lo aveva preceduto ed ora era riconosciuto come uno dei pensatori ed attivisti di livello mondiale.

Ancora adesso Daniel Cassano avvocato a BA e Angelika Kees di Resistencia mi citano quei pochi giorni per loro indimenticabil


Come quella sera in cui le madri di Plaza de Majo marciavano da ore attorno all’obelisco per chiedere giustizia per i figli e parenti desaparecidos. La piazza era animata ,bancarelle di libri e donne con i foulards bianchi in testa, al collo cartelli con le foto dei desaparecidos. Molti giovani, qualche vecchio militante e li in mezzo anche noi. Alex ascoltava una madre che gli raccontava il bisogno di giustizia che manifestavano ogni settimana il giovedì davanti alla Casa Rosada sede del Presidente. Mi chiese con molto rispetto e delicatezza se pensassi che potesse essere utile annunciare la sua solidarietà alle madri della Plaza. Timoroso, non voleva apparire ma si rese subito conto che il suo ruolo poteva fare solo bene alle manifestanti così ci avvicinammo ad un microfono e annunciammo la sua presenza. La presenza e la solidarietà di un parlamentare della vecchia europa. Alexander Langer.

Mite ma coraggioso!

Gli incontri si accavallano e proprio durante una seduta del convegno un annuncio allarmante “Estamos in estado de sitio” in stato di allarme, alcuni reparti militari si sono ribellati, hanno arrestato un generale ed occupato un ministero. Tra qualche giorno viene in visita Bush. Ci annunciano che le libertà costituzionali sono di fatto limitate. Non sospendiamo il convegno.

Riesco appena a cambiare 100 dollari che i primi effetti del tentato golpe si fanno sentire. Accompagno Alex alla frenetica ricerca di qualche ufficio di cambio aperto. Nulla. Alex vuole chiamare o telegrafare a Edi la situazione ma la posta è chiusa, riesce brevemente da un telefono a prendere la linea per qualche minuto

Parla con Edi concitatamente ma poi cala il silenzio. Chiuse le comunicazioni con l’estero, chiuso l’aeroporto. Vedo Alex preoccupato, rischia di non poter partire. Un impegno importante su delega del parlamento europeo lo chiamava ad andare in Albania. Ed ora era bloccato a Buenos Aires.

La sparatoria tra militari ribelli e l’esercito regolare si era protratta per tutta la giornata intorno alla sede del ministero occupato .Dal taxi dico ad Alex che ho intenzione di andare a vedere che succede, a fare qualche fotografia. Vorrebbe venire anche lui, subito pronto a gettarsi nelle situazioni anche più rischiose per capire, mediare aiutare a trovare soluzioni pacifiche. Mi resta fissa nella mente quella foto pubblicata da un quotidiano con Alex che ha tra le braccia il corpo di un ragazzo morente colpito durante gli scontri con la polizia a Roma. Quasi “Una pietà” degli anni settanta. Ma al convegno lo aspettano tutti per una relazione così ci lasciamo, gli prometto di fare attenzione e di raccontargli tutto al mio rientro. Così feci qualche ora più tardi.

Intanto la situazione si risolse nella notte. Banche ed aeroporto riaprirono sportelli e voli. Concludemmo la tre giorni di Buenos Aires andando alla grande festa in mezzo a migliaia di persone nella larghissima Avenida 9 de Julio. Ci intrattenemmo fino a notte fonda Non tornai in Hotel quella notte, non avvisai nessuno ed Alex il giorno dopo mi confidò la sua preoccupazione sapendomi in giro per le strade della metropoli sudamericana. Era fatto così! Ripartì per l’Europa qualche ora dopo che ci eravamo rivisti, Josè Ramos Regidor ed io proseguimmo per Montevideo dove ci attendeva una conferenza sui 500 anni dalla “conquista” dell’America.

Enzo Nicolodi



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