Fondazione Fondazione Mezzalira Giorgio Info

Statuto C.d.A. (Consiglio d'Amministrazione) & Revisori Comitato Scientifico-Garanzia Staff Programma attività Relazioni finali bilanci consuntivi Elenco contributi pubblici Ich trete bei - mi associo Quaderni della Fondazione bacheca 2005 bacheca 2006 bacheca 2007 bacheca 2008 bacheca 2009 bacheca 2010 bacheca 2011 bacheca 2012 bacheca 2013 bacheca 2014 bacheca 2015 bacheca 2016 bacheca 2017 bacheca 2018 bacheca 2019 bacheca 2020 bacheca 2021 bacheca 2022 Bergamaschi Paolo-info Mezzalira Giorgio Info
memoria adelaide aglietta andreina emeri anna segre anna bravo lisa foa renzo imbeni marino vocci giuseppina ciuffreda José Ramos Regidor clemente manenti simone sechi Irfanka Pasagic findbuch - archivio Comunicati Stampa LAVORA CON NOI Elenco contributi pubblici
RE 2009-giardino dell'Arca (18) Spazio all'integrazione! (12)

Giorgio Mezzalira: Un’eredità più aperta

19.2.2015, Corriere dell'Alto Adige - editoriale

Non c’è luogo, non c’è persona o gruppo di persone più o meno organizzate che possano considerarsi i legittimi depositari dell’eredità di Langer. Lo sanno bene tutti coloro i quali, dopo la morte di Alex, si sono sentiti impegnati a raccogliere quel suo ultimo messaggio: “continuate in ciò che era giusto”.

Ciò che Alex aveva lasciato da continuare, era immediatamente apparso come un lavoro ed un impegno improbi, per la molteplicità delle questioni trattate, per i contatti e le relazioni personali che vi si intrecciavano, per le diverse latitudini di pensiero che coinvolgevano.

Il primo vero problema pertanto non è stato quello di continuare, semmai ancor prima quello di riuscire a conservare ciò che Alex aveva avviato, tenerlo insieme, non disperdendo la ricchezza di un pensiero e di un’esperienza di impegno, che avevano saputo essere un riferimento per molti e diversi.

La rete di persone, esperienze e contatti, ma soprattutto l’effetto moltiplicatore che ne scaturiva, erano il frutto del paziente lavoro di tessitura di cui Alex era capace. I fili di questa trama partivano da lui e a lui tornavano, pronti per disporsi a nuove orditure. Da qui anche la difficoltà di colmare il vuoto che la scomparsa di Alex creava. Chi, credibilmente, avrebbe potuto raccogliere la sua eredità? Chi, credibilmente, avrebbe potuto riprendere in mano i fili della sua rete? E quel credibilmente, aveva ed ha il valore del riconoscimento dovuto agli interlocutori, che si ritengono tali non per clausola testamentaria o per professate ascendenze politiche comuni.

L’eredità di Alex, ovvero l’eredità del suo pensiero, è pubblica ed appartiene a tutti coloro che entrino in sintonia con le sue idee. Oggi, quella sua rete di persone, esperienze e contatti, è diventata un telaio la cui orditura forse sfugge ad un disegno organico, capace di condensarsi in un pensiero che ne contenga molti e li sappia armonizzare, ma non per questo si assottiglia; semmai, si arricchisce.

Su questo telaio tutti coloro i quali decidono di avvicinarsi al pensiero e all’opera di Alex, annodano la propria esperienza con la sua, sia che decidano di contribuire ad allargarne la trama aggiungendo il proprio liccio, sia che ne seguano l’orditura per qualche tratto.

L’archivio di Alexander Langer è una parte consistente di questo telaio; è uno dei luoghi in cui le tracce documentarie del suo pensiero e della sua opera costituiscono un deposito culturale e politico di primaria importanza a cui attingere, per conoscere, approfondire e valorizzare. Un’eredità che deve diventare sempre più pubblica e più aperta.

pro dialog