Giorgio Mezzalira: Hofer o Gaismair, l'identità dell'eroe
Nell’ambito delle molte iniziative dedicate al bicentenario hoferiano si inserisce anche l’appuntamento odierno in programma alle ore 19.30 presso la Vinoteque Malojer di via Weggenstein a Bolzano, organizzato dalla Fondazione Alexander Langer Stiftung, e che porta come titolo “Chi è l’eroe nazionale tirolese?”. La domanda costituiva l’incipit di un articolo scritto da Langer nel 1982 per il 450° anniversario dalla morte di Michael Gaismair, il più importante capo politico-militare della rivolta contadina del ‘500 in Europa dopo Thomas Müntzer, fatto uscire dalle nebbie della storia e riabilitato come pioniere delle lotte per l’uguaglianza e la giustizia. Accanto a lui, a capo di un’altra rivolta, di segno vandeano, si opponeva Andreas Hofer, l’eroe celebrato in molti monumenti e diventato parte integrante della memoria storica collettiva e della storiografia tirolese. Due esponenti di riguardo della galleria dei grandi personaggi storici del Tirolo; entrambi simboli non solo di una rivolta, ma anche di una sconfitta: dell’utopia di un repubblicanesimo popolare, il primo, delle ragioni della piccola patria contro le ragioni di Stato, il secondo.
Delle considerazioni di Langer su questi due personaggi, non rimane solo l’intuizione che la nascita di un movimento per l’altro Sudtirolo avesse bisogno anche di un “altro” eroe, che incarnasse l’idea di un’opposizione all’autorità costituita e della lotta a fianco dei deboli per una riforma sociale. E il rivoluzionario Gaismair, scrivano e segretario vescovile, nato in un maso vicino a Vipiteno, si prestava certo come il migliore e più calzante esempio. L’attenzione a leggere dentro ai significati attribuiti alle celebrazioni hoferiane e al valore culturale e politico del persistere del culto dell’eroe della val Passiria, insieme al meccanismo del recupero selettivo della memoria sudtirolese, prospettano ancora oggi una serie di riflessioni, capaci di porre questioni e domande più sul presente che sul passato. Nella serata organizzata dalla fondazione ne saranno affrontate alcune, a partire da ciò che Langer definiva come l’infausta costante della storia tirolese, ovvero la constatazione che le innovazioni, le aperture, le riforme, non scaturivano dalla forza propria del popolo tirolese, ma provenivano da fuori, magari portate dalle baionette. Sarà anche l’occasione per discutere del destino avverso di tutti gli eroi, condannati a essere “dei nostri” o “dei vostri”, a vedersi tramutato il coraggio in tradimento, a testimoniare della difficoltà, almeno in Sudtirolo, di essere un eroe dei due mondi, con buona pace di Garibaldi e delle sue imprese.
La presidentessa della fondazione Christine Stufferin, nel presentare l’appuntamento, precisa che non si tratta dell'ennesima celebrazione che arriva in coda a molte altre: “Il nostro vuole essere piuttosto un contributo critico, ma non necessariamente di critica, un'esegesi langeriana del mito hoferiano. Gli storici Hans Heiss e Giorgio Mezzalira hanno analizzato i vari testi, in cui Alexander Langer si è occupato di Michael Gaismair, di Andreas Hofer e di identità tirolese. Per Langer il vero rivoluzionario è stato Gaismair e non Hofer che invece ha spesso assunto posizioni conservatrici”.
Alle parole dei due storici, si accompagnerà una lettura scenica, in cui l’attore Martin Abram insieme ad altri lettori-interpreti riproporranno alcuni estratti dalla pièce "Tyrol 1525 - Szenen aus dem Bauernkrieg” (scene dalla rivolta dei contadini), rappresentata in molti centri dell’Alto Adige nel 1976. L’atmosfera conviviale sarà garantita da un piccolo banchetto. Il tutto si svolgerà nella cornice allusiva di una cantina enoteca, in un singolare omaggio al famoso oste della val Passiria.