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Alexander Langer - Biografia

28.3.2020, Archivio Langer

Nato a Sterzing/Vipiteno nel Tirolo del Sud il 22.2.1946. Il padre Artur (1900-1974), medico, nato e cresciuto a Vienna prima di trasferirsi a Bolzano nel 1914. La madre, Elisabeth Kofler (1909-1983), tirolese di Sterzing, farmacista. Due fratelli minori: Martin e Peter. Frequenta scuole elementari in lingua tedesca a Vipiteno e, dal 1956/57, alla media e al ginnasio privato dei padri Francescani di Bolzano.

 

Dopo la maturità, nel 1963/64, studia a Firenze dove frequenta i nascenti movimenti del dissenso cattolico. Lí incontra Valeria Malcontenti che sposa nel 1985. Tiene stretti contatti con la realtà sudtirolese, in un periodo di complicazione terroristica del conflitto etnico. Si laurea con Paolo Barile il 18.7.68, 110 L/110, in Giurisprudenza all’Università di Firenze, con una tesi sull’”Autonomia provinciale di Bolzano nel quadro dell’autonomia regionale del Trentino Alto Adige e sue prospettive di riforma”. E il 5.7.72, 110/110, in Sociologia a Trento con una tesi scritta assieme a Bruno Lovera “Analisi delle classi e delle contraddizioni sociali nel Sudtirolo. Fonda nel 1967, con altri giovani intellettuali sudtirolesi il mensile "Die Brucke", che verrà pubblicato fino alla primavera del 1969. Insegna a Bolzano e Merano dal febbraio 68 al giugno 72.

 

Dal giugno 72 al settembre 73 fa il servizio militare come artigliere di montagna. Quindi borsista in Germania federale dove lavora tra gli immigrati e studia i nascenti movimenti di pace e di solidarietà internazionale. Collabora al quotidiano Lotta Continua e ne diventa per un breve periodo direttore responsabile. Dal 1975/76 al 77/78 insegna storia e filosofia al XXIII Liceo scientifico di Roma.

 

Ritorna in Sudtirolo ed eletto, il 18.11.1978, consigliere regionale della Neue Linke/Nuova Sinistra, in una lista appoggiata dal Partito Radicale. Rifiuta la schedatura etnica nominativa al censimento 1981 assieme a migliaia di obiettori. Perde con questo il posto d’insegnante che gli viene restituito più tardo da una sentenza della Corte Costituzionale. Si dimette per rotazione il 17.12.1981, riprende l'attività di traduttore, viene comandato all'Università di Trento, con collaborazioni anche ad Urbino e Klagenfurt. Nel novembre del 1983 viene rieletto consigliere regionale nella Lista alternativa per l'altro Sudtirolo/Das andere Südtirol, sostenuta dallo scalatore Reinhold Messner, e poi, nell'1988, nella Grüne alternative Liste/Lista Verde Alternativa.

 

Negli anni '80 è tra i promotori del movimento politico dei Verdi in Italia e in Europa, come forza innovativa e trasversale. Partecipa ad un intenso dialogo di ricerca con la cultura della sinistra, dell'area radicale, dell'impegno cristiano e religioso, delle nuove spiritualità, di aree non conformiste ed originali che emergono anche tra conservatori e a destra, o da movimenti non compresi nell'arco canonico della politica.
Nel 1984 viene incaricato di tenere la relazione introduttiva alla prima assemblea nazionale delle liste verdi a Firenze nel dicembre 84. Assolve al ruolo di garante per le elezioni parlamentari del 1987 ma risulta minoritaria la sua proposta di "sciogliere le liste verdi" dopo il voto e di non ghettizzare un promettente movimento in un piccolo partito autoreferenziale.

 

Riprende allora a tessere nuovi fili di rapporto con l'arcipelago delle iniziative civiche e associazioni: nei movimenti transfrontalieri come "SOS-Transit", "Pro vita alpina", "Arge-Alp", "Alpe Adria"; con associazioni e movimenti per la conversione ecologica della società e dell'economia come la "Fiera delle utopie concrete di Città di Castello", il "GAB - Gruppo di attenzione alle biotecnologie", i "Colloqui di Dobbiaco" e l'"Eco-istituto del Sudtirolo",, la rete "Alleanza per il clima", "S.O.S Dolomites", "Greenpeace", "WWF", "Legambiente", "Italia Nostra", il "Comitato promotore di un Tribunale internazionale per l'ambiente", la nuova rete internazionale di "sindacalisti ecosensibili".

 

Eletto deputato al Parlamento europeo nel 1989 nella circoscrizione Nord-Est, diventa primo presidente del neo-costituito Gruppo Verde europeo. Cerca di far fruttare creativamente i forti privilegi economici legati al mandato e, nel pieno di "tangentopoli", decide di rendere periodicamente pubblici i rendiconti delle sue entrate e uscite.

 

Collabora e scrive per diversi quotidiani e riviste ed interviene a numerosi incontri e dibattiti, evitando le parate e privilegiando i piccoli gruppi di ricerca e con forte impegno etico.

 

Langer crede poco nell'ecologia dei filtri e dei valori-limite (senza trascurare, tuttavia, la battaglia per gli uni e per gli altri) e si considera impegnato in favore di una conversione ecologica della società, con preferenza per l'auto-limitazione cosciente, la valorizzazione della dimensione locale e comunitaria, la convivialità.

 

Si impegna e sostiene movimenti ed iniziative di solidarietà internazionale come la "Campagna Nord-Sud" e numerose ONG come il CRIC, Terra Nuova, Crocevia, la "Campagna per la restituzione delle terre agli indios Xavantes", "Kairos Europa", "Quart Monde", "Terre des hommes", la rete nascente delle banche etiche, consumo critico, Botteghe del Mondo. Il Parlamento Europeo approva una sua relazione e risoluzione sul commercio equo e solidale.

 

Dal Sudtirolo o da Bruxelles è difficile interloquire con la politica italiana. Scrive su numerosi quotidiani e riviste sempre su questioni specifiche o di attualità. Tiene ininterrottamente per undici anni, dal 1984 al 1995, un osservatorio mensile, "Brief aus Italien - Lettera dall'Italia" per la rivista di Francoforte "Kommune".

 

Si candida al senato, in un collegio di Bolzano, nelle elezioni del 92. Non viene eletto. Rifiuta un seggio "sicuro" a Firenze per il cartello progressista e, dopo molti dubbi, accetta di concorrere nuovamente alle europee del giugno 94. Viene eletto con 42000 preferenze nella circoscrizione Nord-Est, di cui 18.800 nel solo Sudtirolo, con una percentuale vicina al 9%.

 

Dal gennaio 91 è presidente della delegazione del Parlamento europeo per i rapporti con l'Albania, la Bulgaria e la Romania. Autore di diversi rapporti e risoluzioni approvate dal Parlamento: apertura all'Albania, riconversione civile della base missilistica di Comiso, accordo di transito con l'Austria e di cooperazione con la Slovenia, relazioni tra Unione europea e l'Albania. Promuove il "Comitato di solidarietà con l'Albania" nel periodo di più grave crisi del paese. Compie diverse missioni ufficiali per il P.E., p.es. a Sarajevo, Conferenza Helsinki II, Conferenza per la stabilità in Europa, poi in Israele, Georgia, Egitto, Russia, Brasile, Argentina, Libano,Cipro, Malta.

 

Dopo la caduta del muto di Berlino aumenta via via il suo impegno nel contrastare i crescenti nazionalismi, sostenendo le forze di conciliazione interetnica nei territori dell’ex-Jugoslavia. Il Parlamento Europeo approva una sua relazione e proposta per l' istituzione di un Tribunale internazionale per i crimini contro l'umanità nell'ex-Jugoslavia ed una sulle "relazioni Est-Ovest e politica di sicurezza". E' membro dell'"European Action Council for Peace in the Balkans" e co-fondatore, con la parlamentare austriaca Marijana Grandits, del "Verona Forum,per la pace e la riconciliazione nell'ex-Jugoslavia" che offrirà un tavolo di dialogo a centinaia di militanti della convivenza che si riuniscono a Verona, Vienna, Parigi, Tuzla, Zagabria, Skopje. Collabora con questa priorità a gruppi impegnati per la pace, i diritti umani e le etnie minoritarie, come la "CONFEMILI", la "Gesellschaft für Bedrohte Volker - Associazione popoli minacciati", la "Helsinki Citizens' Assembly", "Amnesty international", i "Beati costruttori di pace", il movimento delle "Donne in nero", l' "Associazione per la pace", il "Movimento nonviolento", "Pax Christi", la "F.E.R.L - federazione europea delle radio libere".
Sostiene all'inizio della guerra il "Centro campagna anti-guerra" di Zagabria, il "Centro per la nonviolenza di Lujbljana
, il "Centro antiguerra" di Belgrado. Partecipa alle due Carovane di pace verso il Kosovo e nei territori dell'ex-Jugoslavia nel 1991. Dal gennaio 1992 è membro supplente della delegazione del PE per le relazioni con le Repubbliche dell'ex-Jugoslavia.Il 26 giugno si reca a Cannes con altri parlamentari per portare ai capi di stato e di governo un drammatico appello: "L'Europa muore o rinasce a Sarajevo".

 


Al censimento del 1981 e 1991 Alexander Langer, che si era sempre dichiarato di madre lingua tedesca, rifiuta di aderire alla schedatura nominativa che rafforza la politica di divisione etnica. Con questo pretesto nel maggio '95 viene escluso, senza troppo scandalo, dalla candidatura a Sindaco di Bolzano, la sua città.

 

Decide di interrompere la vita il 3 luglio 1995, all'età di 49 anni. Riposa nel piccolo cimitero di Telves/Telfes (BZ), accanto ai suoi genitori. (er)

 

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