Lettera aperta alle istituzioni: Accoglienza senza fissa dimora a Bolzano durante la cd. Emergenza CoVid-19
L'eccezionale rischio sanitario che interessa l'intero territorio nazionale ha imposto l'adozione, con DPCM 9.3.2020 e DPCM 11.3.2020, di misure a carattere straordinario, comportanti deroghe anche a diritti costituzionalmente sanciti come la libertà di circolazione.
Il principio fondamentale presupposto alle misure adottate è la necessità di ridurre gli spostamenti sul territorio delle persone, favorendo, e in alcuni casi imponendo la permanenza presso il proprio domicilio. La libera circolazione è autorizzata solo per: a) l’esercizio dell’attività lavorativa; b) motivi di carattere sanitario non differibili; c) motivazioni urgenti ed essenziali (ad es.: acquisto di generi alimentari o di prima necessità). Gli spostamenti devono essere dichiarati alle autorità di pubblica sicurezza tramite autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000.
L'eccezionalità della situazione dovrebbe imporre l'adozione di misure, atti e comportamenti che non violino sanitarie prescrizioni e le precauzioni delle attinenti alle misure straordinarie adottate.
Nella città di Bolzano il numero di persone senza dimora o in situazione di grave disagio abitativo è stimato in 200 persone.
Da riscontri formali e informali ricevuti dalle associazioni firmatarie, che nel corso delle loro attività si rapportano frequentemente sia con le persone in condizione di vulnerabilità sia con gli enti che gestiscono il sistema di accoglienza per senza dimora e il sistema di accoglienza per migranti fragili, gli inserimenti nei suddetti circuiti di accoglienza risultano sospesi fino a nuove indicazioni. Tale situazione rappresenterebbe una grave violazione dei principi e delle finalità sottese alle misure straordinarie adottate poiché una persona senza dimora rischia di essere maggiormente esposta a di contagio e, a sua volta, di contagiare altri soggetti. La mancata adozione di misure idonee a impedire il permanere di tale situazione, nell'attuale situazione emergenziale, rischia di divenire causa di aggravamento del contagio in atto.
Inoltre, data l’assenza di un alloggio idoneo, le persone senza dimora rintracciate dall’autorità di pubblica sicurezza nello svolgimento dei necessari controlli rischiano di subire le sanzioni previste dall’art. 650 c.p. (inosservanza dei provvedimenti delle Autorità) per chi trasgredisce i divieti e le limitazioni imposte: pena pecuniaria fino a € 206,00 o pena detentiva fino a tre mesi. Nel caso in cui tali soggetti siano anche affetti da sintomi influenzali o altre manifestazioni potenzialmente riconducibili al CoVid-19, rischiano una pena detentiva più severa ai sensi dell’art. 452 c.p. (delitti colposi contro la salute pubblica) fino, in ipotesi estremamente gravi, alle sanzioni previste in materia di lesioni personali o omicidio doloso. E' evidente per le persone senza dimora l'impossibilità ad ottemperare all'obbligo di "rimanere a casa" e che le stesse andrebbero esonerate da tali sanzioni per non infierire su situazione già precarie e difficilissime.
Riteniamo che nel bilanciamento tra diritti ed interessi in gioco pare evidente che dovrebbe prevalere quello teso alla tutela della salute ed incolumità pubblica, ivi comprese le tutele per chi versa in condizione di vulnerabilità.
Tutto ciò premesso, in considerazione delle rispettive competenze,
si chiede che vengano messe in atto tutte le misure utili e necessarie all'accoglienza dei senza dimora, nel superiore interesse della tutela della salute dei medesimi e della collettività, tramite inserimento per quanto possibile nel circuito di accoglienza comunale per senza dimora e nel sistema di accoglienza per richiedenti protezione internazionale ove si tratti di richiedenti protezione internazionale senza dimora cosiddetti "fuori quota";
si chiede la predisposizione e l'allestimento di ulteriori strutture in grado di assicurare assistenza a quanti ne abbiano bisogno, inclusi dei luoghi separati dai centri di accoglienza e dai dormitori per le persone che presentano sintomi o sono positivi al tampone dove poter trascorrere il periodo di quarantena;
riguardo ai cittadini beneficiari di protezione (internazionale o per motivi umanitari), si chiede di sospendere le fuoriuscite dai centri per quanti hanno concluso il loro progetto di accoglienza e di accelerare il trasferimento nelle strutture SIPROIMI per quanti ne abbiano diritto e siano in attesa di accedervi.
Bolzano, 16.03.2020
Adesioni
Antenne Migranti
Associazione Donne Nissà Frauen
Bozen Solidale
Campagna LasciateCIEntrare
Collettivo Mamadou
Comitato territoriale GrIS Alto Adige/Südtirol
Consulta Immigrate/i di Bolzano
Fondazione Alexander Langer Stiftung
Forum per cambiare l'ordine delle cose Bolzano
HRI - Human Rights International
Legal Team Italia
MeltingPot
Porte Aperte
Refugees Welcome - Bolzano
Rete dei Diritti dei Senzavoce
Team Vinzibus
Schützhütte B1 Rifugio
Scioglilingua
Sos Bozen
Spazio Autogestito 77
Südtiroler Vinzenzverein
Winterhaus 1. via Carducci
Winterhaus 2. mazo Zeiler
Arge Kunst
Adesioni individuali
Dr. Maximilian Benedikter, ambulatorio STP
Angelika Burtscher, associazione Lungomare
Roberto Gigliotti, associazione Lungomare
Gerda Gius
Daniele Lupo, associazione Lungomare
Lisa Mazza, associazione Lungomare
Alidad Shiri
Rachele Sordi, Vispa Teresa
Hilary Solly
Franco Tagnin
Susanne Waiz
Gentiana Minga
Wally Rungger
ALTRE ADESIONI POSSONO ESSERE COMUNICATE
ENTRO LE ORE 12 DEL 23 MARZO A:
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