Diario da Srebrenica - Bresciani in visita - di Maja Huseijc (2)
Per due giorni, tra il 9 e il 10 aprile Srebrenica ha avuto 50 abitanti in più, un’allegra squadra di giovani e adulti , prevalentemente studenti ed ex studenti delle superiori, membri del CISP Brescia – Cremona e dell’Associazione Ambasciata della Democrazia Locale di Zavidovici, arrivati qui dopo la visita a Vukovar ed in procinto di partire per Zavidovici per l’edizione 2009 della manifestazione podistica Vivicittà.
Il ricevimento di benvenuto è stato organizzato presso la Kuća Povjerenja - Casa della Fiducia - dove un buffet abbondante di specialità bosniache ed ingredienti freschi ha ristorato gli ospiti; sono poi state brevemente presentate le attività della Casa, e tutto il resto del tempo è stato dedicato all’informalità delle conoscenze reciproche. Alla cena sono stati presenti i ragazzi del gruppo locale Adopt Srebrenica, alcune delle donne che avrebbero ospitato i giovani, lo staff K. Povjerenja, Michele Biava che è stato davvero eccezionale nel darmi una mano, e incuriositi dall’affollamento due poliziotti, ai quali mi sono subito avvicinata per spiegare la situazione e i quali mi han risposto che erano sì in servizio ma più che altro attirati dal profumo del cibo… ed infatti si sono trattenuti con noi! E’ seguita poi una redistribuzione dei giovani nelle famiglie, e degli adulti in albergo, con l’appuntamento per le 8.30 per la colazione collettiva presso un ristorantino del centro.
La giornata di venerdì è stata intensa, con il primo incontro svoltosi presso la Sala della Biblioteca all’interno del Dom Kulture dove al gruppo sono state presentate le attività dell’Adopt Srebrenica da parte di alcuni ragazzi del gruppo e da parte mia, il Progetto pilota sulla Comunicazione dell’Utl da parte di Michele , brevi cenni di storia della città da parte del giornalista Sadik Salimovic’.
In seguito siamo andati a visitare il Centro Memoriale a Potocari.
Abbiamo pranzato a Bratunac, dove abbiamo visitato l’associazione di donne “Priroda” - Natura che hanno un laboratorio di oggetti manuali. In seguito siamo andati a visitare Odisej, accompagnati da Miljan; appena giunti nella loro sede alcuni ragazzi sono andati a curiosare dietro la porta che separa l’Odisej dalla palestra dove si stava allenando la squadra giovanile della pallavolo femminile. Così è successo che le ragazze della squadra di pallavolo bresciana guidata da Angelo Benassa improvvisasse un’amichevole che ha reso l’atmosfera davvero piacevole. Lo sport si è dimostrato un ottimo collante capace di superare la barriera linguistica. Soltanto alle 18.00 siamo tornati a Srebrenica dove si è fatta la cena collettiva da Dule, l’unico in grado di ospitare così tante persone tutte insieme , e poi è proseguita la serata libera, con la partenza del giorno dopo decisa per le 6 in punto.
E’ stata un’esperienza intensa, stretta nella morsa del poco tempo che abbiamo avuto a disposizione che ha comunque permesso spunti di riflessione ed uno sguardo sui molteplici aspetti della realtà del posto, il confronto con la sua (e di tutti noi ) tragica storia recente; un’esperienza costruttiva soprattutto per la ricettività che la parte giovane del gruppo ha dimostrato e per la capacità dei loro accompagnatori adulti di averli preparati e formati prima del viaggio ad un’esperienza di questo tipo.
Quello che è stato più volte loro augurato da parte di molti qui di Srebrenica, è di ritornare a trovarci, magari per più giorni, magari con più calma, ed io non posso che associarmi all’invito.