Tredici anni dopo Dayton: Cooperazione Italiana allo Sviluppo su Srebrenica
Si è svolto a Bolzano, il 17 maggio scorso il convegno internazionale “Tredici anni dopo Dayton: Quale futuro per Srebrenica e Bosnia Herzegovina?”, organizzato dalla Fondazione Alexander Langer, in cooperazione con Europe Direct, EURAC, e il Master “Mediatori dei Conflitti” dell’Universita’ di Bologna. Hanno partecipato all’evento numerose ONG, associazioni ed enti locali italiani e bosniaci. Per la Cooperazione Italiana a Sarajevo, sono intervenuti il Direttore, dott. Aldo Sicignano, e rappresentanti dell’Ufficio di coordinamento ONG istituito presso l’UTL, nelle persone di Chiara Trevisani e Marica Garzon.
L’obiettivo del convegno era quello di confrontarsi sul futuro della Bosnia Erzegovina e di analizzare i passi avanti compiuti dopo gli accordi di Pace di Dayton. Un altro importante scopo dell’incontro è stato, inoltre, quello di promuovere il dialogo e la collaborazione fra i diversi attori italiani che operano a Srebrenica.
Durante la mattinata, si è tenuta una tavola rotonda per realizzare un coordinamento sui progetti in corso e futuri, in modo da creare collegamenti fra le organizzazioni che operano nella zona. Questa sessione è stata di grande importanza per il futuro di Srebrenica visto il momento politico delicato della cittadina bosniaco-erzegovese che si prepara alle elezioni municipali di ottobre. L’incontro della mattina ha anche posto le basi per un futuro appuntamento durante la Settimana Internazionale di Srebrenica che si svolgerà dal 24 al 29 agosto. Nel corso della tavola rotonda, Aldo Sicignano, direttore della Cooperazione Italiana allo Sviluppo in BiH, ha enfatizzato la disponibilità e volontà dell’Ufficio di Sarajevo a stabilire collaborazioni con altre organizzazioni, non per imporre direzioni, ma per lavorare apertamente insieme. “Nella cooperazione internazionale sono fondamentali - ha aggiunto Sicignano – la trasparenza e lo scambio d’informazioni per aiutare cause importanti e per non rischiare di ricreare quel che è già stato fatto”. Sicignano ha inoltre ricordato che la Cooperazione Italiana ha in fase di approvazione presso il Ministero degli Esteri dei progetti importanti: uno sulla rivitalizzazione culturale e comunicazione sociale allo sviluppo, un altro che riguarda lo sviluppo agricolo e un terzo per una parziale ristrutturazione della Dom Kulture. Per seguire questi progetti Cooperazione Italiana aprirà un ufficio a Srebrenica che potrà svolgere una funzione di supporto anche per tutte le altre ONG italiane che lavorano sul campo.
La seconda parte del convegno, che si è tenuta nel pomeriggio, ha dato via all’analisi e alla critica su ciò che la Bosnia Erzegovinaè diventata dopo Dayton. Durante l’incontro sono stati approfonditi gli effetti negativi di uno Stato costruito dalle istituzioni internazionali che hanno pensato più alla necessità di creare istituzioni piuttosto che supportare lo Stato. Nella sessione pomeridiana sì è parlato, inoltre, del percorso che la Bosnia Erzegovina sta compiendo verso l’integrazione europea: un compito difficile che per il momento non porta vantaggi visibili per i cittadini. Jens Woelk, dell’Accademia Europea di Bolzano e dell’Universita’ di Trento, ha parlato del “Paradosso Europeo”, per cui la BiH che è stata creata dagli Europei non rispecchia i desideri dei cittadini. La riforma costituzionale è un punto focale per entrare nella UE. Tuttavia, la BiH in questo momento si trova in una fase transitoria, divisa al suo interno e disillusa rispetto alla prospettiva.
Al convegno internazionale “Tredici anni dopo Dayton: Quale futuro per Srebrenica e Bosnia Erzegovina?”, che ha visto la partecipazione di eminenti studiosi e personalità, erano presenti tra gli altri: Cric – Owpsee; ACS; Educaid; UCODEP; Emmaus Arezzo, Agronomi Forestali Senza Frontiere (Padova); l’associazione Nema Frontiera (Torino), la Provincia di Gorizia; Babelia&Co.; AICCRE – Regione Abruzzo; Associazione “Orlando - Molte Donne un Pianeta”; Associazione MILA (Pescara); Tuzlanska Amica/Fondazione Langer; la scrittrice Elvira Mujc, l’arteterapeuta Hannah Scaramella, il Sindaco di Srebrenica Abdurahman Malkic ed un folto pubblico.
Tratto dal sito dell'UTL di Sarajevo