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Roma, 7 luglio - Audizione di Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace, alla Commissione Diritti umani del Senato. Allegato resoconto e rassegna stampa

7.7.2009, segreteria

Legislatura 16º - Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani - Resoconto sommario n. 22 del 07/07/2009
  COMMISSIONE STRAORDINARIA PER LA TUTELA E LA PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI 
 
MARTEDÌ 7 LUGLIO 2009
22ª Seduta 
 
Presidenza del Presidente
MARCENARO 
 


            Interviene, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace.    La seduta inizia alle ore 14,05.
  
 
Il PRESIDENTE comunica che è stata avanzata, ai sensi dell'articolo 33, comma 4, del Regolamento, la richiesta di attivare l'impianto audiovisivo in modo da consentire la speciale forma di pubblicità della seduta ivi prevista. Avverte che, ove la Commissione convenga sull'utilizzazione di tale forma di pubblicità, il Presidente del Senato ha già preannunciato il proprio assenso.
            Non facendosi osservazioni, la forma di pubblicità di cui all'articolo 33, comma 4, del Regolamento, viene adottata per il prosieguo dei lavori.
 
PROCEDURE INFORMATIVE 
Seguito dell'indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti umani, vigenti in Italia e nella realtà internazionale: audizione della premio Nobel per la pace Shirin Ebadi.   
 
Prosegue l'indagine conoscitiva in titolo, sospesa nella seduta del 1° luglio scorso.
 
Il presidente MARCENARO sottolinea l'importanza della seduta odierna ringraziando per la sua disponibilità a parteciparvi l'illustre ospite iraniana, prima donna musulmana ad essere insignita del Premio Nobel. Shirin Ebadi è a Roma per il Premio Alex Langer, che ritirerà nel pomeriggio alla Camera dei deputati per conto di Narges Mohammed, sua vice, il cui marito è stato recentemente arrestato e incarcerato.
 
Shirin EBADI nel prendere la parola mette in evidenza come le informazioni sul movimento popolare in Iran successivo alle recenti elezioni presidenziali giungano in occidente parziali e inesatte. Le elezioni in Iran non sono libere; come è noto, non tutti hanno diritto a candidarsi e nelle ultime elezioni presidenziali, a fronte di circa 430 candidature, il Consiglio degli Anziani ne ha ammesse solo quattro. Le manifestazioni di piazza, che coinvolgono ormai cittadini iraniani di tutte le etnie e in molte città del Paese, sono iniziate a seguito dell'annuncio di vittoria da parte di  Ahmadinejad a urne ancora aperte. Centinaia di migliaia, in seguito fino a un milione di persone, hanno manifestato pacificamente, ma ciò nonostante la repressione del regime ha colpito indiscriminatamente causando, come tutti hanno potuto vedere, numerose vittime. La repressione è iniziata subito, con gli spari sulla folla da un ufficio governativo ed è proseguita sin dalla notte successiva al primo giorno di manifestazioni con l'attacco alla casa dello studente che ha causato cinque morti, fra cui due ragazze. Le donne in Iran, che nell'area vantano il grado di istruzione tra i più alti, sono protagoniste della protesta, discriminate come sono da leggi profondamente ingiuste. Dopo i primi atti repressivi del governo la protesta ha cambiato metodo. La sera dalle case si urlava "Dio è grande", ma anche questa forma estremamente civile di protesta è dispiaciuta alle autorità che sono intervenute in quelle case procedendo a pestaggi e arresti arbitrari. Le madri dei giovani arrestati hanno fondato il Comitato delle madri in lutto e tutti i sabati alle sette di sera si incontrano in silenzio vestite a lutto. Secondo Reporter senza frontiere il numero di prigionieri politici in Iran è tra i più alti al mondo. In questo senso occorre una forte mobilitazione della Comunità internazionale. Nei giorni scorsi si è recata a Firenze e da parte della città, così come della Regione Toscana, ha ricevuto manifestazioni molto concrete di solidarietà. Bisognerebbe attuare sanzioni non economiche, che finiscono per penalizzare solo la popolazione civile, già colpita da una durissima crisi economica - nonostante tutte le ricchezze dell'Iran - ma piuttosto sanzioni politiche, come abbassare il livello delle relazioni diplomatiche con l'Iran, richiamando ad esempio l'ambasciatore per limitarsi a svolgere solo funzioni consolari. Altre iniziative potrebbero rivelarsi importanti ma meno efficaci. Ad esempio, il Parlamento europeo ha inteso impegnarsi concretamente anche attraverso l'invio di una delegazione, ma le autorità non ne hanno permesso l'ingresso in Iran con la motivazione che avrebbe interferito in una questione interna del paese.
 
Prendono quindi la parola con domande e osservazioni il presidente MARCENARO, nonché i senatori PERDUCA(PD), CARLONI(PD), LIVI BACCI(PD) e SOLIANI(PD).
 
A tutti risponde la premio Nobel Shirin EBADI.
 
Il PRESIDENTE , chiude la seduta ringraziando Shirin Ebadi e i senatori per la presenza e la partecipazione al dibattito.
 

La seduta termina alle ore 15,15.
 


PREMIO LANGER, CERIMONIA CON FINI E PREMIO NOBEL EBADI

(9Colonne) Roma, 7 lug - Il presidente della Camera Gianfranco Fini, il
sottosegretario al Welfare Eugenia  Roccella e il Nobel per la Pace 2003
Shirin Ebadi parteciperanno oggi, alle 16, presso la Sala della Lupa a
Montecitorio, al Premio internazionale Alexander Langer dedicato alla pace,
alla convivenza tra i popoli, alla difesa dei diritti umani nel mondo e che
viene conferito a Narges Mohammadi, iraniana, giornalista, vicepresidente del
Centro dei difensori dei diritti umani, che non potrà prendere parte alla
cerimonia. L'iniziativa che sarà trasmessa in diretta sul sito della Camera e
che si celebra annualmente dal 1996, è organizzata dalle deputate dell'ufficio
di Presidenza della Camera, la vicepresidente Rosy Bindi ed Emilia De Biasi,
Lorena Milanato e Silvana Mura. La cerimonia intende tener vivo il ricordo del
parlamentare europeo Alexander Langer, scomparso nel 1995, presentando il
lavoro di persone e di associazioni non conosciute al grande pubblico e che si
sono distinte per le loro scelte coraggiose, per l'indipendenza di pensiero e
il profondo impegno civile e sociale.  

070957 LUG 09
DIRITTI UMANI: PREMIO NOBEL EBADI, NON DIMENTICATE L'IRAN

   (ANSA) - ROMA, 7 LUG - ''Chiediamo ai Paesi occidentali di
ritirare i propri ambasciatori dall'Iran, di abbassare il
livello dei rapporti'', pur senza rompere le relazioni
diplomatiche: la dissidente iraniana Nobel per la Pace Shirin
Ebadi lancia un appello dalla Sala Caduti Nassiriya del Senato
perche' l'Iran non compaia dalle cronache e, soprattutto in
Europa si continui a lottare per la difesa dei diritti umani.
   Nei giorni della violenta repressione da parte delle
autorita' cinesi della minoranza uighura, il Premio Nobel
iraniano ci tiene a ricordare che l'emergenza, anche in Iran,
non e' finita e che ''i diritti umani sono universali''. Quindi
- sostiene la Ebadi - ''si deve interferire nelle vicende che
riguardano i diritti umani in Iran nello stesso modo in cui
Teheran si permette di parlare di violazioni in Afghanistan o in
Libano''.
   Sottolineando che ''non c'e' una soluzione miracolosa e
miracolistica per il problema dei diritti umani'', il
vicepresidente del Senato, Emma Bonino, ha citato un altro Nobel
per la Pace, la birmana Aung San Suu Kyi: ''Usate la vostra
liberta' per promuovere la nostra''.
   Alla Sala Caduti Nassiriya del Senato l'Osservatorio per la
protezione dei difensori dei diritti dell'uomo ha presentato
oggi il suo rapporto per il 2009. Un appuntamento caduto proprio
alla vigilia del G8 dell'Aquila nel quale i difensori dei
diritti umani non hanno molta fiducia, come ha sottolineato Anne
Laurence Lacroix, segretario generale aggiunto dell'
Organizzazione mondiale contro la tortura, parlando chiaramente
di ''ipocrisia degli Stati nei confronti della questione dei
diritti umani''. (ANSA).

      IRAN: EBADI, A TEHERAN VIOLAZIONE DIRITTI ANCHE PRIMA DELLE ELEZIONI    =
PREMIO NOBEL ATTACCA, DURANTE PROTESTE ARRESTI SUPERIORI A QUELLI
DICHIARATI DA REGIME

Roma, 7 lug. - (Aki) - "Non c'entrano solo le elezioni. In Iran si registrano
violazioni dei diritti umani ormai da molto tempo". E' quanto ha denunciato
l'iraniana Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace nel 2003, nel corso del suo
intervento alla presentazione del rapporto 2009 dell''Osservatorio dei
difensori diritti dell'uomo' tenutosi al Senato a Roma.
"In Iran durante le
proteste dopo le elezioni ci sono state violenze e uccisioni - ha affermato -
lo stesso regime ammette di aver arrestato 1.200 persone, ma secondo noi sono
molte di più. Il governo ha espulso i giornalisti stranieri e c'è una forte
censura. Queste violazioni non ci sono state però solo nel periodo delle
elezioni, perché avvengono ormai da molto tempo. Per esempio all'inizio di
gennaio, hanno chiuso il centro della difesa dei diritti umani di Teheran".
Ebadi ha dunque spiegato che "centinaia di Basiji, hanno attaccato il mio
palazzo e hanno sequestrato tutte le pratiche che stavo seguendo. La mia
segretaria è stata imprigionata e ancora oggi sono in carcere due miei
colleghi e collaboratori".
Secondo Mario Lana, presidente del'Unione forense
per la tutela dei diritti dell'uomo, tra i promotori dell'iniziativa, "nel
2008 si è registrato un significativo aumento delle violazioni dei diritti,
in particolare per quanto riguarda la criminalizzazione della protesta
sociale: il caso della repressione in Iran è solo l'esempio più eclatante, ma
purtroppo non l'unico".

IRAN. EBADI: G8 CHIEDA LIBERAZIONE DETENUTI O RITIRO AMBASCIATORI
IL PREMIO NOBEL PER LA PACE RACCONTA INCONTRI 'MADRI IN LUTTO'

(DIRE) Roma, 7 lug. - Dal G8 e' necessario che arrivi "una
condanna per l'uccisione di tante persone innocenti e la
richiesta all'Iran del rilascio delle persone arrestate dopo le
elezioni. E questo deve avvenire senza condizioni". Il premio
Nobel per la pace, Shirin Ebadi, parla della situazione nel suo
Paese intervenendo alla presentazione al Senato del "Rapporto
2009 dell'Osservatorio per la protezione e tutela dei diritti
umani", al quale partecipano la vicepresidente del Senato, Emma
Bonino, il presidente dell'Unione forense per la tutela dei
diritti dell'Uomo, Mario Lana. E poi Souayr Belhassen e Anne
Laurence Lacroix, segretario generale aggiunto dell'Organizzazone
mondiale contro la tortura.
   Per Ebadi, "se l'Iran continuera' nella violazione dei diritti
umani allora bisogna che i Paesi Occidentali ritirino tutti gli
ambasciatori da Teheran. Non chiudere le ambasciate o rompere i
rapporti, ma semplicemnte ritirare i loro ambasciatori. Aiutateci
ad arrivare alla democrazia".
   Il premio Nobel ringrazia i giornalisti, "senza di voi la voce
dei difensori dei diritti umani non arriva", per questo "parlate
di cio' che accade in Iran". Ebadi ricorda che nel corso delle
manifestazioni "hanno sparato su gente pacifica. Alle 3 di notte
e' stato attaccato il dormitorio dell'universita' di Teheran dove
sono state uccise 5 persone, molte sono state ferite e altre
arrestate". In tutto, aggiunge, "il regime dice che sono 1200 gli
arrestati, ma secondo nostre informazioni sono molte di piu'".
(SEGUE)

IRAN. EBADI: G8 CHIEDA LIBERAZIONE DETENUTI O RITIRO... -2-

(DIRE) Roma, 7 lug. - E' un quadro drammatico, quello fatto da
Ebadi, con "espulsione di giornalisti stranieri e una forte
censura nel Paese". Ma, avverte, "il regime iraniano viola i
diritti umani da prima delle manifestazioni di protesta". Ad
esempio, dice, "il centro di difesa dei diritti umani che io
presiedo a Teheran e' stato chiuso da tempo. Il mio studio e'
stato attaccato da agenti del regime che hanno portato via
computer e pratiche. Hanno anche imbrattato i muri del palazzo e
una segretaria del centro e' stata in galera per 55 giorni, ma ci
sono ancora due nostri colleghi in prigione: un avvocato e un
giornalista".
   Il premio Noberl plaude anche all'iniziativa della Regione
Toscana che "ha approvato una mozione che chiede all'Italia di
non riconoscere il governo di Ahmadinejad", auspicando che altri
consigli regionali seguano questa strada perche' "la solidarieta'
del popolo italiano per noi e' di grande valore".
   Ebadi ricorda anche che "durante le violenze del regime anche
alcuni esponenti del clero hanno protestato".
   In ogni caso, aggiunge, "per fortuna le proteste del popolo
continuano ad essere pacifiche", anche se "dopo che il governo ha
mostrato la sua ferocia contro il popolo, la gente non ha piu' il
coraggio di manifestare in strada". Spiega che pero' ora "la sera
la gente urla il proprio dissenso dalle finestre". Eppure, dice,
"neanche questa forma pacifica viene accettata. Gli agenti
segnano le case e il giorno dopo le attaccano e se trovano
giovani o studenti,li arrestano". Ma la "protesta prosegue".
  Infine Ebadi racconta della nascita di una sorta di
associazione delle "Madri in lutto". E cioe', "quelle madri che
hanno perso figli nel corso delle proteste si radunano ogni
sabato sera alle 19 in un parco. Sono vestite di nero, si
guardano e non dicono una parola". Eppure, "gia' dalla prima
riunione il regime ha attaccato questa forma pacifica di protesta
picchiando le donne e arrestandone una ventina. Ma loro
continuano".
   Per ultimo un appello: "Sono due anni che e' stato arrestato
il presidente del sindacato degli autisti. E' molto malato, ha il
diabete e in carcere ha perso un occhio. Mi raccomando- conclude
il premio Nobel- scrivete di lui perche' deve essere liberato.
Sta molto male".


DIRITTI UMANI. LANA (UFTDU): RESPINGIMENTI? BRUTTA IMPRESSIONE
IN CORSO DENUNCIA A CORTE EUROPEA DIRITTI UOMO STRASBURGO

(DIRE) Roma, 7 lug. - Sull'azione di respingimento da parte
dell'Italia nei confronti dei migranti "abbiamo una brutta
impressione e devo dire che come Unione forense abbiamo reagito
come questo provvedimento meritava. E' infatti in corso di
presentazione alla Corte europea dei diritti dell'Uomo di
Strasburgo un ricorso per 24 di questi respinti di cui abbiamo
raccolto le procure in Libia a Tripoli, nei campi di detenzione.
Perche' diciamolo brutalmente quei campi di accoglienza sono dei
veri e propri campi di detenzione". A dirlo e' Mario Lana,
presidente dell'Unione forense per la tutela dei diritti umani,
che parla a margine della presentazione del rapporto 2009 da
parte dell'Osservatorio per la protezione dei difensori dei
diritti dell'uomo, nella sala Caduti di Nassiriya al Senato.
Presentazione a cui partecipano la vicepresidente del Senato Emma
Bonino, la dissidente iraniana e premio Nobel per la pace Shirin
Ebadi, Anne Laurence Lacroix, segretario generale aggiunto dell'
Organizzazione mondiale contro la tortura.
   Lana spiega che "queste 24 persone provengono dalla Somalia e
dall'Eritrea, territori indiscutibilmente di grave crisi non solo
economica, ma politica ed umana".
   Piu' in generale, aggiunge, "dal rapporto dell'Osservatorio
emerge che la situazione dei difensori dei diritti umani nel
mondo non e' affatto migliorata, ma anzi e' peggiorata".

DIRITTI UMANI, LANA (UFTDU): SITUAZIONE STA PEGGIORANDO

(9Colonne) Roma, 7 lug - Presentato in Senato, il Rapporto 2009
dell'Osservatorio per la protezione dei difensori dei diritti umani, presenti,
tra gli altri la dissidente iraniana e premio Nobel per la pace Shirin Ebadi.
"Dal Rapporto dell'Osservatorio - spiega il presidente dell'UFTDU, l'Unione
forense per la tutela dei diritti umani, Mario Lana - emerge che la situazione
dei difensori dei diritti umani nel mondo non è affatto migliorata, ma anzi è
peggiorata". E quanto alla situazione italiana, in particolari sui
respingimenti dei migranti, "abbiamo una brutta impressione - risponde Lana ai
giornalisti -  e devo dire che come Unione forense abbiamo reagito come questo
provvedimento meritava. E' infatti in corso di presentazione alla Corte
europea dei diritti dell'Uomo di Strasburgo un ricorso per 24 di questi
respinti di cui abbiamo raccolto le procure in Libia a Tripoli, nei campi di
detenzione. Perché, diciamolo brutalmente, quei campi di accoglienza sono dei
veri e propri campi di detenzione". "Queste 24 persone - fa notare ancora Lana
-  provengono dalla Somalia e dall'Eritrea, territori indiscutibilmente di
grave crisi non solo economica, ma politica ed umana". La senatrice radicale
Emma Bonino ha sottolineato come le moderne tecnologie permettano la stesura
di rapporti sempre più accurati, avvertendo però che la strada per il
riconoscimento dei diritti umani "è ancora lunga e tortuosa".
(Epa)

071554 LUG 09
      IRAN: DIECI PREMI NOBEL CHIEDONO A ONU PRESSIONI PER RILASCIO PRIGIONIERI POLITICI =

Teheran, 7 lug. - (Aki) - Dieci Premi Nobel hanno inviato una lettera al
Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, per chiedere di "fare
pressioni" sul governo iraniano affinché rilasci tutti i prigionieri politici
arrestati nei giorni scorsi durante i tumulti post-elettorali. Lo riferisce
oggi il sito web dell'emittente 'Cnn', secondo la quale tra i firmatari della
missiva ci sono il vescovo sudafricano Desmond Tutu e l'ex presidente della
Corea del Sud, Kim Dae-jung.
Nella lettera i Nobel esprimono la loro
preoccupazione per le sorti dell'avvocato iraniano Shirin Ebadi, a sua volta
vincitrice del premio nel 2003 per il suo impegno a favore della democrazia e
dei diritti delle donne e dei bambini iraniani. Negli ultimi giorni, infatti,
alcune organizzazioni filo-governative hanno chiesto alla magistratura
iraniana un'indagine che valuti se la Ebadi con la sua attività abbia violato
la legge islamica.
"Queste accuse sono infondate - scrivono i Nobel nella
lettera - Invitiamo (il Segretario generale Ban Ki-moon, ndr) a mettere in
guardia le autorità iraniane che un'eventuale arresto della dottoressa Ebadi
a causa della sua attività di garante dei diritti umani è una diretta
violazione della dichiarazione della Nazioni Unite". I dieci premi Nobel
chiedono, infine, al Segretario Generale di inviare un rappresentante
speciale delle Nazioni Unite per indagare su quanto sta accadendo in Iran.
      (Spi/AKI)
07-LUG-09 16:34

NNNN
IRAN; FINI, E' LA PEGGIOR TEOCRAZIA DEI TEMPI CONTEMPORANEI (2)

   (ANSA) - ROMA, 7 LUG - ''Al gridi di un popolo che chiede
liberta' - ha sostenuto Fini - ,le democrazie europee ed
occidentali devono rispondere facendo sentire con forza la
propria vicinanza e condannando con fermezza ogni forma di
repressione. Il mio auspicio - ha aggiunto il presidente della
Camera - e' che il tema dei diritti umani si imponga con sempre
maggiore decisione nelle relazioni internazionali. La politica
deve avere tra i suoi obiettivi principali quello di promuovere
con coerenza e convinzione la dignita' e la liberta' della
persona. Nessuna convenienza di 'realpolitik' e' tale da far
chiudere gli occhi di fronte a questo totalitarismo''.
   Al posto della Mohammadi, il premio Langer viene ritirato a
Montecitorio da Shirin Ebadi, la giurista iraniana premio Nobel
per la Pace 2003. (ANSA).

Apc-*Iran/ Fini: E' la peggiore teocrazia dei nostri tempi
Realpolitik non può far chiudere occhi di fronte a totalitarismo

Roma, 7 lug. (Apcom) - L'Iran è "la peggior teocrazia che i tempi
contemporanei abbiano mai pensato di vivere". E' l'opinione del
presidente della Camera, Gianfranco Fini, che oggi nella sala
della Lupa di Montecitorio ha conferito il premio internazionale
Alexander Langer a Narges Mohammadi, cittadina iraniana,
giornalista, vicepresidente e portavoce del Circolo dei difensori
dei diritti umani. "Purtroppo - ha informato Fini - Narges
Mohammadi non può essere qui con noi oggi: pochi giorni fa la
polizia l'ha privata senza un motivo del suo passaporto e ha
nuovamente arrestato sempre senza alcuna motivazione ufficiale
suo marito Taghi Rahmani", intellettuale "noto e stimato anche
all'estero che per i suoi scritti ha passato un terzo della vita
in prigione".

In rappresentanza della vincitrice del premio era oggi presente a
Montecitorio la giurista iraniana Shirin Ebadi, premio Nobel per
la Pace nel 2003 "oggi - ha ricordato Fini - attivamente
impegnata nel diffondere la voce dei riformisti e dei democratici
iraniani nel mondo. Con la sua forza e la sua passione civile si
è fatta portavoce nell'opinione pubblica mondiale di un movimento
pacifico di libertà, animato soprattutto da giovani e da donne,
che oggi ha l'innocenza e la limpidezza dello sguardo di Neda
agha Soltan, uccisa perché chiedeva che fosse rispettato nel suo
paese il più elementare dei diritti democratici: quello di
scegliere con libere elezioni i propri governanti".

"Al grido di un popolo che chiede libertà - ha sottolineato la
terza carica dello Stato - le democrazie europee e occidentali
devono rispondere facendo sentire con forza la propria vicinanza
e condannando con fermezza ogni forma di repressione. Il mio
auspicio è che il tema dei diritti umani si imponga con sempre
maggiore decisione nelle relazioni internazionali. La politica
deve avere tra i suoi obiettivi principali quello di promuovere
con coerenza e con convinzione la libertà e la dignità della
persona. Nessuna convenienza di realpolitik è tale da far
chiudere gli occhi di fronte al totalitarismo".

Fini ha sottolineato che la Camera e tutto il popolo italiano
sono "convintamente dalla parte di Shirin Ebadi, dalla parte di
chi, cioè, come Narges Mohammadi e Taghi Rahmani, si batte per la
democrazia facendo leva sulla forza della pace, della persuasione
e dell'esempio" in un paese come l'Iran, dove c'è "la peggior
teocrazia che i tempi contemporanei abbiano mai pensato di
vivere".

IRAN. FINI: LA PEGGIOR TEOCRAZIA DEI TEMPI CONTEMPORANEI

(DIRE) Roma, 7 lug. - "A Shirin Ebadi mi preme sottolineare che
la Camera e tutto il popolo italiano e' convintamente dalla sua
parte, dalla parte di chi si batte per la democrazia facendo leva
sulla forza della pace, della persuasione e dell'esempio", in una
realta' come quella dell'Iran che e' "la peggior teocrazia che i
tempi contemporanei abbiano mai pensato di vivere". Lo afferma il
presidente della Camera, Gianfranco Fini, in occasione del
conferimento del premio internazionale 'Alexander Langer' alla
giornalista iraniana.
   "Al grido di un popolo che chiede liberta'- osserva Fini- le
democrazie europee e occidentali devono rispondere facendo
sentire con forza la propria vicinanza e condannando con fermezza
ogni forma di repressione". Di qui l'auspicio che "il tema dei
diritti umani si imponga con sempre maggiore decisione nelle
relazioni internazionali". La politica infatti deve avere tra i
suoi obiettivi principali "quello di promuovere con coerenza e
convinzione la liberta' e la dignita' della persona" di fronte a
cui "nessuna convenienza di realpolitik puo' far chiudere gli
occhi".

IRAN: FINI, PEGGIOR TEOCRAZIA DEI TEMPI CONTEMPORANEI (2)=
(AGI) - Roma, 7 lug. - "Al grido di un popolo che chiede
liberta' - ha aggiunto Fini dopo aver ricordato Nada Agha
Soltan, la ragazza uccisa nelle scorse settimane in Iran - le
democrazie europee ed occidentali devono rispondere facendo
sentire con forza la propria vicinanza e condannando con
fermezza ogni forma di repressione. Il mio auspicio - ha
aggiunto - e' che il tema dei diritti umani si imponga con
sempre maggiore decisione nelle relazioni internazionali. La
politica deve avere tra i suoi obiettivi principali quello di
promuovere con coerenza e convinzione la dignita' e la liberta'
della persona. Nessuna convenienza di 'realpolitik' e' tale da
far chiudere gli occhi di fronte a questo totalitarismo".
    Fini ha premesso che il premio Langer "ha privilegiato
costantemente l'individuazione di personalita' che, grazie ad
un lavoro prezioso ma spesso oscuro, sanno dare senso concreto
alla dignita' umana" e ha sottolineato che "la cerimonia di
quest'anno ha un valore particolare perche', con una scelta che
sento di condividere profondamente" si e' deciso di attribuire
il premio a Narges Mohammadi, cittadina irananiana, giornalista
vicepresidente e portavoce del Circolo dei difensori dei
diritti umani".
    Il presidente della Camera ha ricordato che Narges
Mohammadi e' una "giornalista indipendente che da anni lotta
per garantire a tutti, in Iran, senza distinzione di sesso,
opinione e fede religiosa, le piu' elementari liberta' civili"
e ha aggiunto che la donna "non puo' essere qui oggi perche'
pochi giorni fa la polizia l'ha privata, senza un motivo, del
suo passaporto e ha nuovamente arrestato, senza alcuna
motivazione, suo marito". Al posto della Mohammadi, il premio
Langer e' stato consegnato a Montecitorio a Shirin Ebadi, la
giurista iraniana premio Nobel per la Pace 2003, "oggi
attivamente impegnata nel diffondere la voce dei riformisti e
dei democratici iraniani nel mondo".
    "A Shirin Ebadi - ha concluso Fini - mi preme sottolineare
che la Camera e tutto il popolo italiano e' convintamente dalla
sua parte, dalla parte di chi si batte per la democrazia
facendo leva sulla forza della pace, della persuasione e
dell'esempio". (AGI)  

      IRAN: FINI, REALPOLITIK NON CHIUDA OCCHI DI FRONTE A PEGGIOR TEOCRAZIA (3) =

      (Adnkronos) - Il premio internazionale 'Alexander Langer',
dedicato alla pace, alla convivenza tra i popoli, alla difesa dei
diritti umani nel mondo, si celebra annualmente dal 1996, ed intende
tener vivo il ricordo del parlamentare europeo scomparso nel 1995,
presentando il lavoro di persone e di associazioni non conosciute al
grande pubblico e che si sono distinte per le loro scelte coraggiose,
per l'indipendenza di pensiero e il profondo impegno civile e sociale.
La manifestazione di quest'anno e' stata organizzata dalle deputate
dell'Ufficio di presidenza della Camera Rosy Bindi, vicepresidnete;
Emilia De Biasi, Lorena Milanato e Silvana Mura. Presente alla
cerimonia il premio Nobel per la Pace 2003, Shirin Ebadi, "o

A cura____________________________________________________________
Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani
Maurizio Gressi
telefono 06.6706.5986 - mobile 338.2478680
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