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Corinna Sabbadini: Non ero pronta a vedere quello che ho visto
7.7.2020, pagina facebook
Ci sono dei luoghi che sembrano attenderti. Sembrano in attesa del tuo arrivo.
15 anni fa arrivavo a Srebrenica per la prima volta.
Ero una studentessa, frequentavo la Summer School Euromediterranea organizzata dalla Fondazione Alexander Langer Stiftung.
Non ero pronta a vedere quello che ho visto, ma sentivo che dovevo essere lì. Sentivo che non sarei potuta essere in nessun altro luogo.
Di quel giorno, ricordo il mio quasi totale silenzio.
Ricordo che spesso avevo lo sguardo perso, sbarrato, quasi una forma di difesa verso me stessa. Era come se la mia mente volesse proteggermi da quel dolore. Un dolore inevitabile. Incalcolabile.
Ricordo che la natura mi spaventava. Guardavo i verdi boschi solenni che avvolgono Srebrenica e pensavo alla Drina, che scorre a pochi chilometri dal paese: era una natura rigogliosa che per me era un controsenso in quella valle di morte.
Ricordo il cielo grigio.
Il sole provava ancora vergogna.
Ricordo l'arrivo dei camion.
Qualche mese più tardi, disegnai quel giorno nero su bianco con queste parole.