da Pescara a Srebrenica: Considerazioni sulla Settimana della memoria
Siamo da poco tornati, il 2 settembre 2018 , dalla “ Settimana” organizzata da Adopt Srebrenica nella città del “genocidio” bosniaco . Progetto che da anni vuole accompagnare le donne e le madri nella richiesta di avere giustizia almeno nella ricerca dei corpi dispersi dei propri cari e nell’impedire la dimenticanza di quanto accaduto in quella terra. Che è tutta europea, e che appartiene al futuro dell’Europa.
Siamo tornati stanchissimi, ma molto contenti.
Quest’anno, d uest’anno a Pescara siamo andati in 4 , due “vecchi” frequentatori e due per la prima volta. Oltre a Edvige Ricci e Massimo Luciani, a nome delle associazioni che sostengono il progetto, sono arrivati in Bosnia Gina Vespucci,di Pescara, medica psichiatra e Laura Domaća Di Marco giovane laureata in serbo-croato all’Università di Pescara, nel corso della prof.ssa Rita Leto. Da Farindola, Laura è diventata così non solo un ponte preziosissimo fra noi, la Bosnia e le tante persone incontrate, ma si è anche appassionata a quella terra di dolore, alle donne e ai giovani come lei con cui abbiamo vissuto il programma di Adopt.
Perché rientriamo contentissimi, in questo settembre 2018?
Non per Srebrenica in quanto tale , che ancora viene tenuta sotto scacco dalla repubblica SRPSKA di Bosnia, ma perché ADOPT SREBRENICA, che negli anni abbiamo esteso nelle adesioni italiane, è diventata finalmente bosniaca! Le figlie e i figli , allora bambini, oggi cresciuti, di quelle donne musulmane ma anche pacificamente serbe, dopo anni di collaborazione, viaggi e formazione con noi, hanno preso in mano l’Associazione , ne sono i responsabili e ci hanno accolti in una SETTIMANA di iniziative, culturalmente altissima e coinvolgente.
Pienamente europei, con memorie e radici solide nella propria storia e nel dolore di essa, ma capaci di guardare avanti, pur continuando a cercare, insieme alle madri, i corpi dei padri, fidando però sulla convivenza e nella rinascita corale della città. Che per ora è ancora sotto tallone, pur se basterebbe la riattivazione delle terme, ed il futuro sarebbe già pronto.
Hanno la determinazione giusta a lavorare per la conciliazione che porti a superare la rappresentanza politica e sociale etnica, che è il prodotto della guerra.
E soprattutto hanno chiaro il compito di contrastare la migrazione giovanile che è il rischio più grave per la Bosnia, e sanno che lo si può fare solo impegnandosi insieme per la propria terra, volendole bene.
Oltre i dibattiti, le visite guidate, le occasioni di festa, l’Associazione Adopt di Srebrenica ha anche organizzato la presentazione di un libro fotografico per confronto fra i luoghi di ieri e di oggi, realizzato con contributo della Provincia di Bolzano, testi in bosniaco ed inglese. Per chi volesse, abbiamo copie.
E cosi Bekir Halilović , Valentina Gagić Lazić, Amra Nalic, Borko Dragicevic, Muhamed Avdic … e ancora tanti altri insieme a loro, oggi responsabili di Adopt Srebrenica, diventano i nostri interlocutori attuali insieme ai quali continueremo a lavorare per il futuro di Srebrenica, per il “ loro” riscatto e per quello della “nostra” comune Europa.
Con loro discuteremo quindi di come continuare i “ponti” tra Pescara e Bosnia con i progetti agricoli e di artigianato proposti da Donne in campo, di come rafforzare le nostre relazioni europee, di come intensificare le relazioni con la nostra città e l’Abruzzo, con i giovani e meno giovani.
In tanti, negli anni, siamo andati da Pescara, citta’ ormai molto conosciuta a Srebrenica, insieme a molti arrivati da Trieste, Venezia, Treviso, Bologna etc. Seguivamo l’ invito della Fondazione Langer di Bolzano, in nome delle idee europeiste e di pace fra gli umani e con la natura che Alex ci ha consegnate. Alla Fondazione lo aveva chiesto , espressamente, Irfanka Pasagic, psichiatra che dovette precipitosamente fuggire da Srebrenica e, dopo la guerra, necessitata a sostenere anche professionalmente i bambini negli orfanotrofi e le donne abusate e straziate. Ci disse che alle donne di Srebrenica bastava solo che andassimo a “vedere”, a far loro capire che sapevamo che esse esistevano. Creammo quindi “Adopt Srebrenica” e andammo. Da Pescara siamo partiti , negli anni, in tanti, e per tutti è stata un’esperienza esistenziale importantissima e indimenticabile.
E adesso, avanti a noi, un diverso, ma altrettanto stimolante percorso da riavviare.
Rete di Adopt :
Mila donnambiente , Aiccre Abruzzo, Olis, Donne in campo, Baobab, Scienza U18, Ass.Donne Vestine, Emporio PrimoVere
Patrocinio Comune Pescara