Candidatura Premio Langer 2017, Ong Angalia' - Lesbo
La candidatura viene presentata insieme da Umberto Cini, traduttore e interprete alla Camera dei Deputati che ha conosciuto di persona i suoi volontari, e da Sara Ballardini del Gruppo di monitoraggio “Antenne – Migranti” di Rovereto, che ha svolto a Lesbo un perodo di volontariato e ha mantenuto lì contatti sia con l'associazione http://www.lesvossolidarity.org/index.php/en/ (sostenuta anche da Borderline Europe), che con l'ONG Pipka https://www.theguardian.com/global-development-professionals-network/2016/sep/06/lesbos-refugees-efi-latsoudi-unhcr-nansen-award-humanitarian.
Motivazione:
L'associazione Angalià ha saputo accogliere e organizzare dal 2015 una mobilitazione di volontariato giovanile europeo con pochi precedenti, che rappresenta un patrimonio di esperienze da far conoscere e valorizzare
Per far conoscere il lavoro svolto da Angalià, segnaliamo e raccomandiamo di leggere alcuni documenti che sono depositato sul link della Fondazione http://www.alexanderlanger.org/it/956 :
- un racconto del cruciale anno 2015, pubblicato dalla rivista Una città nel novembre dello stesso anno, scrtto da tre dei quattro fondatori;
- il rapporto sull'attività svolta da Angalià nel 2016;
- l'intervento video x Premio Wallemberg di 10.000 Euro assegnato loro dal Consiglio di Europa
- l'intervento a Sofia 2016
- si segnala inoltre la recente partecipazione ad un convegno a London 2017, http://ansitorylives.net/events-2/dissemination-workshop-london-programme/
Angalià” (in greco "abbraccio”) è stata fondata nel paese di Kallonì, situato nella p arte centrale dell’isola di Lesbo , da un prete del posto, Papa-Stratìs (che potremmo tradurre come "don Eustràtio”), nel 2007. Concentratasi inizialmente nell’assistenza alle vittime locali della crisi economica, Angalià ha preso a occuparsi anche dei profughi, che prima alla spicciolata, poi sempre più in massa, hanno cominciato a sbarcare a Lesbo. Papa-Stratìs è morto di cancro ai polmoni all’inizio del settembre 2015, in piena crisi migratoria.
Un' associazione piccola, con grandi motivazioni, che si lascia coinvolgere dall'arrivo impetuoso e di decine di migliaia di migranti partiti dalla vicina Turchia, si mette al servizio di centinaia di volontari locali e internazionali, si sostituisce all'assenza di gran parte delle istituzioni, per renderle responsabili del ruolo che loro spettta.
“In qualità di organizzazione locale piccola e flessibile basata sul volontariato, Agkalia è l’esempio di azione efficace da parte della società civile europea sulle attuali questioni globali”, ha affermato il Segretario generale Thorbjørn Jagland durante la cerimonia di premiazione del 2016. Agkalia fa la vera differenza per le persone che raggiungono l’isola dopo una pericolosa traversata in mare. Le sue attività rispecchiano i valori fondamentali del Consiglio d’Europa e contribuiscono a promuovere e tutelare i diritti umani in Europa e oltre i suoi confini”.
Vale la pena di leggere e valutare con attenzione il racconto su Una Città e il Rapporto sull'attività del 2016, dal quale emergono le caratteristiche originali ed esemplari di Angalià: agire localmente, anzi quasi a tu per tu, senza la pretesa di espandersi, mantenere il duplice impegno a favore dei diseredati del posto e dei migranti in arrivo, far appello alla collaborazione attiva di persone del luogo e internazionali, rifiutare finanziamenti governativi o europei, far appello a donazioni solo azione per azione, senza fare cassa, ma convogliando subito l'eventuale surplus verso azioni di altre associazioni. Tutto ciò in un contesto di crisi interconnesse: non solo quella bellica mediorientale, ma quella economica greca, quella del sistema politico turco e quella delle istituzioni e dei valori europei.