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Accoglienza Sprar: per un dialogo tra istituzioni e società civile

10.2.2017

Accoglienza Sprar: per un dialogo tra istituzioni e società civile

Il presidente del Consorzio dei Comuni Andreas Schatzer e il vice-presidente Alessandro Bertinazzo, hanno aperto gli incontri di Bressanone e Nalles, il 23 e 24 novembre scorso promossi dalla Fondazione Langer, dedicandoli al giovane profugo eritreo Abel Temesgen, morto nel tentativo di salire su di un treno merci alla stazione di Bolzano. Auguravano inoltre ai numerosi partecipanti che gli incontri potessero essere utili per il dialogo tra istituzioni e società civile, nella ricerca di una forma di accoglienza più diversificata nei modi, in cui i Comuni sudtirolesi potessero avere un ruolo e responsabilità ben definiti.

Gli interventi di Oliver Christoph del Gemeinde Verband Voralberg e del sindaco di Santorso Franco Balzi avevano infatti sottolineato il ruolo centrale assunto nelle loro esperienze dai Comuni che si trovano in prima linea nel gestire l'accoglienza, come promotori del contributo che possono dare per loro tramite i vari servizi dell'amministrazione pubblica e come “garanti” anche di quella parte di loro concittadini che esprimono paure per l'irrompere nelle loro vite di queste novità, soprattutto se appaiono imposte dall'alto. Più che di buona accoglienza bisognerebbe parlare – ci dicevano - di “buon governo”, ricco di informazioni trasparenti e di possibilità di codecisione.

Le due giornate di studio avevano messo all'ordine del giorno la proposta Sprar promossa dall'associazione dei Comuni ANCI, consolidata da una Direttiva del Ministero degli interni dell'11 ottobre 2016 che garantiva ai Comuni Sprar l'interruzioni delle spiacevoli assegnazioni d'ufficio imposte a Regioni e Comuni in un clima di permanente emergenza. Vedi http://www.immigrazione.biz/circolare.php?id=1024

In attuazione di una delega del Commissariato del Governo, la Provincia di Bolzano aveva regolato il 5 febbraio 2015, con una dettagliata circolare, l'assegnazione a due sole grandi imprese sociali il compito di gestire le strutture di accoglienza messe gratuitamente a loro disposizione. A metà maggio esistevano solo 5 strutture d'accoglienza a Bolzano e 1 a Merano, per un totale di 472 persone, di cui 107 in quota locale.

Oggi siamo a 1.329 persone già accolte in 23 strutture (più 5 già individuate), di cui 9 a Bolzano, che copre il 57%, del fabbisogno, in controtendenza alla scelta virtuosa di privilegiare sul territorio strutture medie e piccole, pur con la strana permanenza di un divieto all'utilizzo di appartamenti, particolarmente adatti all'autogestione di piccoli gruppi e familiari.

Un aumento rapido questo che può essere gestito al meglio solo attraverso una diversificazione dei modelli di accoglienza adottati, che superino l’univocità dell’attuale offerta, ed alla costruzione di nuove modalità di partecipazione che prevedano l’apporto di molte professionalità, di associazioni e del volontariato già attivo sul campo a vario titolo.

Va dato atto all'ass. Martha Stocker di aver cercato di attivare, anche in favore dei richiedenti protezione internazionale, i servizi dell'amministrazione pubblica e dei comprensori nei settori della sanità, l’assistenza psicologica e sociale, la formazione linguistica e professionale, l’accesso al lavoro. Ma questi servizi funzionano a nostro avviso soprattutto se i Comuni sono parte attiva e responsabile nel prevedere l'uscita dall'emergenza e l'ingresso nella normalità lungimirante. E per poter pure beneficare direttamente, come avviene nel modello Sprar, dei fondi che sono messi a disposizione dal Governo e che arrivano oggi ad un importo superiore ai 14 milioni di euro nella sola nostra provincia. Vedi http://www.sprar.it/

Inoltre, funzionano se a tutti viene offerta una piattaforma da costruire insieme e da poter condividere.

Fondazione Alexander Langer Stiftung, onlus

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